Wadi Natrun

i suoi monasteri, l'oasi...la storia...

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  1. Ya_aghla_habib
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    Wadi Natrun è una lunga e stretta depressione nel deserto appena a occidente della regione del Delta, e raduna alcuni monasteri di origine copta. Una visita da queste parti permette di apprezzare la tenacia dei cristiani copti, che si rifugiarono nel deserto e si adattarono a vivere in queste lande inospitali per sfuggire le persecuzioni del IV secolo. I fedeli vissero in caverne o costruirono monasteri e svilupparono quella tradizione monastica che fu poi adottata dal cristianesimo anche in Europa. Un tempo in questa zona si trovavano più di 60 monasteri, ma oggi non ne restano che quattro. Ognuno di questi luoghi sacri è circondato da alti muri di mattoni in fango e sembra una vera e propria fortezza nel deserto, come, in effetti, era.

    Deir as-Suriani (Monastero dei Siriani) ospita magnifiche pitture e icone copte, alcune delle quali risalgono all'VIII secolo. Alcune di esse possono essere ammirati attraverso piccole 'finestre' che sono state raschiate nell'intonaco che li ricopre.
    Deir al-Baramus, fino a poco temo fa il più isolato dei monasteri del Wadi Natrun, conta cinque chiese e un insolito refettorio. Per visitare un altro monastero, quello di Deir Abu Makar è necessario un permesso, da richiedere in anticipo.

    La regione si trova a 100 km a nordovest del Cairo, da dove parte ogni ora un bus per Bir Hooker. Da qui affittate un taxi e fatevi portare in giro per i monasteri.

     
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  2. kiccasinai
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    Wadi Natrun


    Wadi Natrun è una piccola località a nord-ovest dal Cairo situata ai margini del deserto occidentale, a metà strada tra la capitale e Alessandria. Si trova a circa 23 metri sotto il livello del mare, ed era tenuta in gran conto già dagli antichi egizi che vi estraevano il natron, dal cui proviene il suo nome Natrun, un sale usato per la mummificazione.

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    Dopo l'avvento del cristianesimo, l'uadi (il letto asciutto di un fiume) iniziò ad attrarre tanti seguaci copti di Sant' Antonio, che cercavano non solo un'esistenza ascetica, ma anche di scappare dalle oppressioni romane. Attualmente vivono nell'uadi circa 500 monaci, che anche se hanno scelto una vita di clausura, accolgono molto volentieri i visitatori.

    Si narra che nel V secolo questa zona ospitasse fino a 60 monasteri, di cui oggi ne restano purtroppo solo quattro. Il monastero più visitato tra i quattro è il Monastero di San Bishoi (Deir Amba Bishoi), la residenza ufficiale del Patriarca Copto, Papa Shenute.

    Facilmente raggiungibili dal Cairo, con l'autobus che ferma nel villaggio di Bir Huker, tutti e quattro i monasteri sono recinti da alte mura in mattoni crudi.

    All'interno del monastero fortificato di Deir Anba Bishoi (San Bishoi) si trovano un a chiesa, un pozzo, delle cucine, e dei magazzini che potevano contenere provviste per un anno intero.

    Si racconta che la chiesa custodisce il corpo del santo, perfettamente conservato in un tubo sigillato presso l'altare. Il santo è celebrato anche al monastero dei siriani, Deir as-Suriani, la cui chiesa principale, consacrala a Santa Maria, è costruita su una grotta dove si dice che il Cristo le sia apparso in una visione.

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    Deir Suriani Ksar
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    Deir Suriani Annunciaz. tra quattro profeti


    Apprezzato molto dai visitatori, il Monastero di Santa Maria, conosciuto anche come Deir es Suriani (o Monastero dei Siriani) è un punto di attrazione per la sua chiesa principale dedicata a Santa Maria, famosa per gli affreschi e le icone, alcune delle quali risalgono al VII secolo.

    Un po' più a nord, il Monastero di San Baramus (Deir el-Bararnus) conta tra le sue mura almeno cinque chiese, mentre il Monastero di San Macario (Deir Abu Makar) è più isolato, trovandosi 20 km a sud-est. Questi due sono meno visitati in quanto non sono aperti per comitive di turisti. I singoli viaggiatori invece sono benvenuti.

    Proseguendo verso nord di Wadi Natrun si arriva all'area del Delta del Nilo.

    In arabo, il suo nome significa "Valle dei nitrati", a causa della presenza di otto diversi laghi contenenti nitrati nel territorio circostante. In copto la regione è anche nota come Shee-Hyt, che può essere tradotto come "bilancia dei cuori" o "misura dei cuori". È conosciuta anche come Sceti, "l'ascetica" (Scetes in greco, Scetis in latino). Nella letteratura cristiana la regione è anche chiamata il Deserto di Nitria, dal nome dell'antico insediamento religioso di Nitria. È sita alle coordinate 30°25′N 30°20′E / 30.417, 30.333.


    Storia
    La regione di Wadi el-Natrun era e rimane una delle regioni più sacre per la cristianità. Il primo insediamento cristiano si deve a san Macario il Grande, che vi si stabilì attorno al 330. Tra il III e il VII secolo, tale località attrasse un numero enorme di persone che qui giungevano per entrare in uno dei più di cento monasteri del Deserto di Nitria. Molti anacoreti, eremiti e monaci vissero al suo interno, nel deserto stesso o sulle colline che la costeggiano, attratti dalla solitudine e dalla durezza della vita nel deserto. Infatti tali individui ritenevano che vivere in questa regione avrebbe insegnato loro il disprezzo del mondo materiale e avrebbe permesso agli asceti di rispondere in modo migliore alla chiamata di Dio.

    L'importanza della regione declinò a partire dal VII secolo. Già a partire dall'inizio del V secolo i monasteri subirono attacchi e saccheggiamenti da parte dei nomadi che abitavano il deserto libico. Con la conquista musulmana dell'Egitto del 641 molti dei monasteri furono distrutti e saccheggiati dagli Arabi. Ancora oggi rimangono nella regione quattro monasteri copti ortodossi, tutti fondati nel IV secolo

    Wadi el-Natrun, il deserto degli asceti

    Lo Wadi el-Natrun, o Deserto degli Asceti, nome con cui era noto ai primi tempi del cristianesimo, fu, nel IV e nel V secolo d.C., un luogo consacrato alla vita monastica. La sua fama crebbe a tal punto che proprio qui sorsero circa cinquanta monasteri di rito copto. Ve ne sono ancora quattro in attività: Deir Abu Makar, Deir el-Suriani, Deir Amba Bishoi e Deir Amba Baramus.




    I monasteri dello Wadi el-Natrun si trovano a ovest dell'autostrada che porta dal Cairo ad Alessandria. Il nome di "Valle del Natron" si deve alla grande quantità di tale sostanza nei laghi stagionali che circondano la zona. Il natron è un minerale contenente sodio (da cui deriva appunto il simbolo chimico del sodio), che veniva utilizzato nell'antico Egitto per la mummificazione dei cadaveri. Durante il III secolo in questa zona si diffuse la filosofia della vita monastica cristiana; i suoi seguaci abbandonarono la valle del Nilo e si stabilirono nello Wadi el-Natrun. Due personaggi rappresentativi di questa idea furono Sant'Amon e San Macario il Grande, che divennero importanti guide spirituali, tanto che, nel IV secolo, nella valle vi erano più di mille anacoreti e cenobiti. I quattro monasteri dello Wadi el-Natrun ancora esistenti sono stati distrutti e ricostruiti almeno una volta dalla loro fondazione tra il IV e il VI secolo.

    Furono tutti eretti seguendo lo stesso stile: grandi edifici circondati da mura alte 10 metri e aperti soltanto attraverso feritoie nella parte superiore per difendersi dagli attacchi delle tribù del deserto. All'interno vi sono una o più chiese, le dipendenze conventuali, il forno, pozzi e magazzini. Vicino ai monasteri sorsero le keila, nome dato alle rovine di circa cinquecento santuari, disseminati lungo 30 km a nord del monastero di Deir Amba Baramus. Fondati da Sant'Amon e Sant'Antonio, rappresentarono una fase intermedia verso un ascetismo più accentuato, ma senza appartarsi totalmente dalla vita secolare. I monasteri dello Wadi el-Natrun sono comunità autosufficienti; i monaci, molti dei quali provenienti dal mondo universitario, compiono ricerche per migliorare l'agricoltura del luogo, introducendo nuove coltivazioni e nuovi tipi di allevamento del bestiame; contribuiscono anche allo sviluppo di piccole industrie artigianali, come quelle tessili e della lavorazione del vetro.


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    Un antico vangelo copto

    Deir Abu Makar
    Il fondatore del "monastero di San Macario" fu un discepolo di Sant'Antonio, Macario appunto, il quale, verso il 330, decise di praticare una vita di meditazione e preghiera. Macario, dopo aver ricevuto una rivelazione divina, costruì una chiesa, che divenne il centro della comunità cristiana nella zona. Successivamente, nel VI secolo, il monastero si distinse per essere la residenza ufficiale dei patriarchi copti. Le chiese del monastero di San Macario sono state distrutte e ricostruite in diverse occasioni nel corso della storia. Quella principale è dedicata a San Beniamino e San Giovanni Battista, mentre un'altra fu edificata in onore dei 49 martiri e contiene magnifiche icone di San Macario, San Marco, San Giorgio e della Vergine Maria.
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    Abu Makar Deesis


    Deir el-Suriani

    Chiamato anche "monastero di Santa Maria", Deir el-Suriani è uno dei più importanti dello Wadi el-Natrun. Nell'VIII secolo fu acquistato da mercanti siriaci per collocare la comunità dei loro monaci che vivevano in Egitto. La biblioteca del monastero, situata attualmente in un nuovo edificio, contiene più di tremila libri e centinaia di manoscritti; non molto lontano si trova il museo, con importanti icone del XVI e del XVIII secolo. Il monastero ospita tre chiese, che sembrano sovrapposte. Quella principale, costruita verso il X secolo, è dedicata alla Vergine Maria; il santuario fu realizzato in legno ed è ornato con magnifiche incrostazioni in marmo; presenta splendidi affreschi bizantini del XII e del XIII secolo, con scene della vita della Vergine, come l'Annunciazione, la Natività e l'Assunzione.


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    L'interno di Deir Amba Bishoi

    Deir Amba Bishoi È il monastero più facilmente raggiungibile ed è situato a 10 km dall'autostrada Il Cairo-Alessandria. Circa duecento monaci e novizi vivono al suo interno e il monastero è meta di pellegrinaggio. La leggenda dice che San Bishoi fu uno dei primi monaci che si stabilirono nello Wadi el-Natrun, all'inizio del V secolo, dopo essere stato chiamato all'ascetismo da un angelo. Il monastero ha cinque chiese; la più antica è quella dedicata al suo patrono, San Bishoi. L'edificio più lontano dall'entrata viene utilizzato come residenza temporanea da Shenuda III, attuale patriarca della chiesa copta. Deir Amba Bishoi ha cinque chiese, la più antica delle quali dedicata a San Bishoi; nell'immagine, la chiesa durante la celebrazione della messa copta. Questo monastero è famoso perché tra i suoi monaci sono stati eletti diversi patriarchi della chiesa copta. Nella fotografia, le dipendenze conventuali del monastero di Deir Amba Bishoi, fondato da San Bishoi. Il corpo del santo, sepolto nel monastero, secondo quanto assicurano i suoi devoti, è rimasto incorrotto dalla sua morte, avvenuta nel 407. L'interno dei monasteri era predisposto per resistere agli assedi delle tribù libiche. Vi erano dispense, magazzini, un forno, pozzi, una cucina, un dormitorio, una chiesa e un mulino, come quello che vediamo nell'immagine, appartenente a Deir Amba Baramus.

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    La tomba di S. Bishoy, fondatore dei Cristiani Copti

    Deir Amba Baramus
    Fondato da San Macario, è il più antico dei quattro monasteri. È conosciuto anche come il "monastero dei Romani", in onore di Maximus e Domidus, due fratelli romani che ricevettero l'aiuto spirituale di San Macario; i loro corpi sono sepolti in una cripta della chiesa principale, dedicata alla Vergine Maria. Le altre quattro chiese sono consacrate a San Teodoro, San Giorgio, San Giovanni Battista e San Michele, al secondo piano. I monasteri e i santuari eretti nel deserto costituiscono una parte fondamentale dell'architettura copta. Essi si integrano perfettamente nel paesaggio arido in cui furono costruiti. Nell'immagine, uno dei campanili di Deir Amba Baramus o "monastero dei Romani", uno dei quattro dello Wadi el-Natrun ancora in attività. Deir el-Suriani, o "monastero dei Siriaci", con la sua chiesa dedicata alla Vergine Maria, ha un aspetto austero, simile a quello di San Macario, ma appare un po' addolcito dalle palme che spuntano dalla parte superiore del muro e dai due campanili che affiancano la porta di ingresso.
     
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  3. kiccasinai
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2 replies since 2/9/2005, 11:11   2113 views
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