De Libertate

Solitudine

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Rebbu L'Eremita
view post Posted on 5/10/2005, 14:48




cosa ne pensate della solitudine?

ne avete paura? o ne sentite il bisogno?

da sempre io ho cercato con forza la solitudine al punto di non poterne fare a meno... sarà perchè insieme agli altri non riesco sempre a trovarmi a mio agio... ma quando sono solo, in qualsiasi situazione, mi sento veramente felice, rilassato. mi sento bene

forse dico questo perchè in realtà non sono stato mai veramente solo... è capitato che in alcune occasioni sia andato a fare l'eremita a Siena... senza nessuno... ma avevo sempre una base sicura su cui fare affidamento...

anche ai campi scout... avete mai notato che cerco spesso di isolarmi? quando sto troppo con gli altri ho bisogno di almeno 20 minuti di completo isolamento...

in una situazione come quella che sto vivendo ultimamente poi... sento la necessità di fuggire, di starmene per conto mio per almeno un mese... ma non posso

che ne pensate? a voi succede mai niente di simile? sono io un caso patologico?
 
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Bad Intentioned
view post Posted on 5/10/2005, 22:36




rebbu, mi conosci, e sai che per me è la stessa identica cosa.

io odio et amo la solitudine, la cerco e la rifuggo, ma quando sono solo sto veramente bene.

io quando sono da solo in un bosco sto da dio, è per questo che mi piace andare a funghi...
 
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XxSidxX
view post Posted on 5/10/2005, 23:42




Molto difficle definire il concetto di solitudine...
dipende se è una solitudine momentanea o prolungata, se è voluta o costretta, se è riflettere o per divagare e altre opzioni...
é difficile immaginare cos'è la vera solitudine in una società globale, mondiale, come quella in cui viviamo.

ma si possono avere momenti di allonatamento e di riflessione personale, che siano creati o forzati non combia, questi momenti sono indispensambili ed è veramente difficili non averli, e chi li detesta e cerca di evitarli sono persone con problematiche, o idioti o che non si sentono apposto con la loro coscienza!
 
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Johnny Freak
view post Posted on 6/10/2005, 19:36




amo stare da solo quando sento che è per me il momento di dedicarmi una parte della mia vita ma detesto la solitudine... mi deprime...magari, sapere di andare a scuola e non avere nessun amico con cui stare mi deprime alla follia... forse è perchè sono sempre stato abituato ad avere tanti amici e perchè mi è capitato di essere stato un po' abbandonato in un periodo della mia vita... la solitudine è bella quando è riflessiva, quando passi del tempo con te stesso, quando hai bisogno di fare qualcosa che solo tu puoi fare in solitudine... la compagnia è bella quando è piacevole, varia, e tutto ciò che c'è di bello nello stare con amici... compagnia significa anche raffronto.... io nello stare in compagnia, cresco + in fretta... saper vivere in una comunità, saper condividere qualcosa, saper essere liberi ma non invadere la libertà degli altri, prendere opinioni su qualcosa, sono tutte cose bellissime e importantissime ma che raggiungi VERAMENTE con la compagnia, non con la solitudine... talkvolta la solitudine porta all'isolamento e all'incapacità di viver con la gente... ma nn credo siano i vostri casi, ovviamente.
 
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prebozzio
view post Posted on 17/10/2005, 21:33




io amo sia la solitudine che la compagnia... ci sono momenti in cui sto bene da solo con la mia coscienza e momenti in cui ho invece bisogno di parlare, ascoltare, ridere e distrarmi... credo che in fondo nessuno di noi abbia mai provato veramente cos'è la solitudine, o almeno non nella sua accezione peggiore...
 
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Valia
view post Posted on 18/10/2005, 21:35




Per la prima volta in 26 anni sono stata sola per un intero fine settimana.
sotto certi aspetti mi è piaciuto, perchè pensavo solo a me stessa e facevo solo quello che volevo fare, ma poi il silenzio.....
odio il silenzio ed amo la gente, le persone. Sono abbituata a consumare il pasto con la televisione accesa che fa da sottofondo ai discorsi tra i membri della mia famiglia.
Preferisco il confronto e so che se sto troppo tempo da sola ragiono troppo e quando incotro nuovamente "il mondo civile" mi sento come chisa dentro ua macchina: gli altri fuori parlano, ridono, discutono ed io li sento, ma molto lontani, quasi non li capisco.

mi accontento della mia dose quotidiana di solitudine ( 1 oretta) ed al campo mi bastano 10/15 minuti prima di andare a letto per recuperare un po' di mestessa che posso aver perso durante il giorno.
 
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Johnny Freak
view post Posted on 20/10/2005, 15:32




QUOTE
io amo sia la solitudine che la compagnia... ci sono momenti in cui sto bene da solo con la mia coscienza e momenti in cui ho invece bisogno di parlare, ascoltare, ridere e distrarmi... credo che in fondo nessuno di noi abbia mai provato veramente cos'è la solitudine, o almeno non nella sua accezione peggiore...

approvo con applauso scrosciante...hai colto esattamente quello che tentavo di dire
 
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Valia
view post Posted on 25/10/2005, 17:15




CITAZIONE
nessuno di noi abbia mai provato veramente cos'è la solitudine, o almeno non nella sua accezione peggiore...

per me l'eccezione peggiore corrisponde ad essere in mezzo alla gente e non sentire nessuno affettivamente vicino a me......è una cosa distruttiva.
 
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-+Luca81+-
view post Posted on 1/11/2005, 02:14




Ciao a tutti... perdonate l'intrusione ma la discussione mi attira...

Trovo che per analizzare la solitudine nel suo significato sia prima necessario individuare di quale solitudine stiamo parlando...

Insomma credo che ci sia differenza tra la solitudine di fatto (il trovarsi cioè fisicamente soli, tanto nella stanza di un condominio di una città quanto in un bosco selvaggio e privo di segni di presenza umana) e quella che invece si avverte a livello esistenziale...

La prima, a meno di atti coercitivi esterni (vale a dire trovarsi in una cella di isolamento di un carcere o di un ospedale psichiatrico) e di deficit fisici (immobilità o malattia in genere), la vedo sempre e comunque come una scelta personale.......
In ogni momento possiamo contrastare la situazione di solitudine fisica recandoci in posti frequentati quali bar, chiese o simili... insomma aggregandoci ai nostri simili.

La seconda invece è di tipo ben diverso e, come è già stato giustamente osservato, è capace di presentarsi a prescindere dalla presenza di qualcuno nella nostra vita...
Quando la si percepisce è qualcosa di diverso, di ancestrale che pianta le sue radici in qualcosa che non è la quotidianità.
Più che solitudine chiamerei tutto questo con un senso di unicità...

Si è abituati ormai a dare per scontato che per diritto di nascita tutti gli uomini sono uguali...
Ma questa definizione (filosofica si, ma anche giuridica) si limita a vedere gli aspetti pratici, sociali...
In senso più ampio la si dovrebbe completare dicendo che "Gli uomini sono tutti uguali perchè sono tutti diversi".
Vale a dire, in altre parole, che quello che ci accomuna è che siamo tutti una unica ed irripetibile espressione dell'umana essenza (mi limito a dire umana essenza per non addentrarmi in discorsi teologici sull'esistenza o meno di un ordine determinato)..

Ora come può reagire un essere umano che viene a contatto con questa idea di unicità e quindi, più in profondo, di incomunicabilità?

E' questo probabilmente il perno attorno a cui ruotiamo nel nostro fuggire o cercare la solitudine...

Come i latini sarei portato a dire che la virtù si trova esattamente nel mezzo perchè, come anche voi avete detto prima, c'è da imparare tanto nell'isolarsi quanto nel mischiarsi agli altri...

Ma il punto a cui giungo è che per fortuna o purtroppo non siamo orologi... o computer...

Vale a dire che il presentarsi di certe idee, pensieri e flussi di svalvoli è dovuto in buona parte all'attività inconscia della nostra psiche.
Suddetta attività inconscia è qualcosa, appunto, di non conscio (ma va?) e quindi NON controllabile dalla nostra volontà...

Ma allora è per questo che allora si soffre? Per il sentirsi unici, irripetibili ed incomunicabili e per provare questo anche in mezzo ai nostri familiari ed amici + intimi...

Fronteggiare ed accettare un'idea di questo calibro richiede maturità e saggezza: due parole che non vogliono dire nulla se non quello che ognuno di noi gli attribuisce...

Credo che la solitudine/unicità sia una di quelle figure archetipiche (mitologiche) che, da quando l'uomo esiste, si è trovato ad affrontare...
Un po' come il rapporto figlio/genitori o il percepire il significato della morte.
Non ci sono reazioni che si possono definire patologiche o squilibrate... c'è solo la pura umile risposta che ogni essere vivente sceglie di darsi.
Credo che solo l'interrogarsi a fondo su cosa vogliamo da noi stessi e dalla nostra esistenza e solo il riuscire a darci una risposta coerente possano aiutare ognuno a trovare il proprio equilibrio e quindi, a smettere di soffrire...

Insomma: da migliaia di anni ci sono eremiti da una parte e folle dall'altra.
Il problema sorge quando un eremita non sa di esserlo e si trova nella folla...
O quando uno ama la folla al punto da credere di doverne fuggire...

spero di nn aver scritto troppo ma era un po' che cercavo l'occasione di poter scaricare dal cervello un po' di idee su questo argomento... (a proposito di incomunicabilità smile.gif )


 
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Johnny Freak
view post Posted on 4/11/2005, 17:47




wow! finalmente qualcuno che si lascia trasciare la mano e la mente e scrive tanto come me... cominciavo a sentirmi solo biggrin.gif
 
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Never_Mind
view post Posted on 4/11/2005, 18:27




CITAZIONE (prebozzio @ 17/10/2005, 21:33)
io amo sia la solitudine che la compagnia... ci sono momenti in cui sto bene da solo con la mia coscienza e momenti in cui ho invece bisogno di parlare, ascoltare, ridere e distrarmi... credo che in fondo nessuno di noi abbia mai provato veramente cos'è la solitudine, o almeno non nella sua accezione peggiore...

Pienamente d'accordo! Dipende dalla situazione, dalle persone con cui mi trovo. Anche se sto bene a volte mi capita di isolarmi volontariamente da tutto e da tutti per dedicare del tempo a me stessa, mentre ci sono dei giorni che ho la necessità di avere contatto con qualcuno...
 
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Valia
view post Posted on 4/11/2005, 18:34




CITAZIONE
Ora come può reagire un essere umano che viene a contatto con questa idea di unicità e quindi, più in profondo, di incomunicabilità?


Forse è proprio questo senso di incomunicabilità che mi spinge a stare con gli altri e a cercare una via perchè gli altri comprendano le mie idee, i miei pensieri !

Su di me la solitudine ha sempre avuto pessimi effetti !
Mi porta a forti crisi; a pormi interrogativi di cui sò di non sapere la risposta !

Per me, un conto è isolarsi per ricaricare la batteria ed un'altro par di maniche soffrire (perchè per me è sofferenza) di solitudine.
 
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Bad Intentioned
view post Posted on 4/11/2005, 19:20




mi sento come una pianta appena riconcimata...sento il nutrimento per la mia mente penetrare nei gangli da invertebrato e far tornare a pulsare un po più forte il mio cuore cerebrale....idee...mi nutro di queste...e grazie a Luca ora ho un piatto ricco in cui ficcarmi....
 
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ViolaInside
view post Posted on 6/11/2005, 21:10




nuuuuuuuu(ma perche sono sempre quello che scrive di meno)
 
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Bad Intentioned
view post Posted on 7/11/2005, 13:32




CITAZIONE (ViolaInside @ 6/11/2005, 21:10)
nuuuuuuuu(ma perche sono sempre quello che scrive di meno)

perchè non cerchi mai di articaolare una risposta coerente con il discorso che stiamo affrontando.

se tu leggessi e scrivessi quello che pensi, invece di scrivere solo "nuuuuuu" o di mettere faccine varie, beh, allora sono sicuro che scriveresti di più, è cose più sensate, sicuramente più interessanti...
 
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35 replies since 5/10/2005, 14:48   296 views
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