Una Cortina al giorno. Anche due o tre. La lotta all'evasione, però, non può iniziare dai piccoli evasori. I piccoli evasori sono per buona parte (non so se maggioritaria o meno) gente che, con le attuali aliquote fiscali, se pagasse fino all'ultimo centesimo non potrebbe che chiudere bottega. Alzare le tasse su queste fasce per recuperare soldi in realtà va ad aumentare la percentuale di evaso su ciò che dovrebbe essere pagato.
Ad esempio, poni che il signor Mario Rossi sia titolare di una cartoleria e che evada per necessità il 15% che dovrebbe pagare avendo un mutuo, la moglie disoccupata ed i figli alle scuole superiori. Se, per recuperare i soldi non pagati da Mario Rossi, si chiede alla categoria alla quale Mario Rossi appartiene di pagare il 20% anzichè il 15%, pensi che Mario Rossi a fine mese accetterà di avere meno perchè la tassa è aumentata? Niente affatto, abbiamo detto che paga quanto gli è possibile materialmente, quindi ovviamente evade anche l'incremento nella tassa, se pagarlo gli impedisce di campare.
Insomma, non puoi pensare che ti paghi più di quanto sta facendo la gente povera perchè tanta di quella gente non evade per sfizio ma per impossibilità di fare altrimenti e sopravvivere. Quindi la lotta all'evasione deve partire da chi può essere svenato senza che questo gli comporti di fatto dei danni. Se ad uno che ha un patrimonio di 500 milioni di euro togli 2 milioni, lui continuerà a poter fare una vita da nababbo per il resto dei suoi giorni. Per questo le tasse dovrebbero sempre essere proporzionali al reddito: i super ricchi guardano il milione di euro come noialtri guardiamo una banconota da 10.
La manovra è sbagliata e chi la sostiene lo fa adducendo come motivazione: "Una manovra che prendesse soldi dai ricchi non sarebbe stata votata dai parlamentari che rientrano in quella fascia".
Io vorrei uno Stato dove la manovra si fa sui ricchi ed anche pesante, si chiede il voto PALESE, e se poi il Parlamento non la vota il presidente del consiglio va in televisione e dice:
"Cittadini, ho proposto una manovra che non toccasse le fasce deboli e prelevasse denaro solo da chi ne ha infinitamente più dello stretto necessario. I signori Tizio, Caio, Sempronio hanno votato contro, solo il signor Mevio ha votato a favore. Io senza manovra non posso fare niente, ringraziate chi ha votato contro che vuole far pagare voi invece di sborsare una quantità di soldi che non gli cambia niente, ricordatevelo ed ora mi dimetto e andate pure a votare".
La differenza tra i politici italiani e Monti (cioè un politico) è risultata evidente dalla sparata di Calderoli che lo ha accusato di aver festeggiato il capodanno con i soldi pubblici. Non so se hai letto la risposta di Monti.
CITAZIONE
Il Presidente del Consiglio ha appreso da fonti di stampa che il Senatore Roberto Calderoli avrebbe presentato in data odierna un’interrogazione a risposta scritta con la quale chiede di dar conto delle modalità di svolgimento della cena del 31 dicembre 2011 del medesimo Presidente del Consiglio.
Il Presidente Monti precisa che non c’è stato alcun tipo di festeggiamento presso Palazzo Chigi, ma si è tenuta presso l’appartamento, residenza di servizio del Presidente del Consiglio, una semplice cena di natura privata, dalle ore 20.00 del 31 dicembre 2011 alle ore 00.15 del 1° gennaio 2012, alla quale hanno partecipato: Mario Monti e la moglie, a titolo di residenti pro tempore nell’appartamento suddetto, nonché quali invitati la figlia e il figlio, con i rispettivi coniugi, una sorella della signora Monti con il coniuge, quattro bambini, nipoti dei coniugi Monti, di età compresa tra un anno e mezzo e i sei anni.
Tutti gli invitati alla cena, che hanno trascorso a Roma il periodo dal 27 dicembre al 2 gennaio, risiedevano all’Hotel Nazionale, ovviamente a loro spese.
Gli oneri della serata sono stati sostenuti personalmente da Mario Monti, che, come l’interrogante ricorderà, ha rinunciato alle remunerazioni previste per le posizioni di Presidente del Consiglio e di Ministro dell’economia e delle finanze.
Gli acquisti sono stati effettuati dalla signora Monti a proprie spese presso alcuni negozi siti in Piazza Santa Emerenziana (tortellini e dolce) e in via Cola di Rienzo (cotechino e lenticchie).
La cena è stata preparata e servita in tavola dalla signora Monti. Non vi è perciò stato alcun onere diretto o indiretto per spese di personale.
Il Presidente Monti non si sente tuttavia di escludere che, in relazione al numero relativamente elevato degli invitati (10 ospiti), possano esservi stati per l’Amministrazione di Palazzo Chigi oneri lievemente superiori a quelli abituali per quanto riguarda il consumo di energia elettrica, gas e acqua corrente.
Nel dare risposta al Senatore Calderoli, il Presidente Monti esprime la propria gratitudine per la richiesta di chiarimenti, poiché anche a suo parere sarebbe “inopportuno e offensivo verso i cittadini organizzare una festa utilizzando strutture e personale pubblici”. Come risulta dalle circostanze di fatto sopra indicate, non si è trattato di “una festa” organizzata “utilizzando strutture e personale pubblici”.
D’altronde il Presidente Monti evita accuratamente di utilizzare mezzi dello Stato se non per ragioni strettamente legate all’esercizio delle sue funzioni, quali gli incontri con rappresentanti istituzionali o con membri di governo stranieri. Pertanto, il Presidente, per raggiungere il proprio domicilio a Milano, utilizza il treno, a meno che non siano previsti la partenza o l’arrivo a Milano da un viaggio ufficiale.
Che, detto in non politicamente corretto, significa più o meno "la figura di me*da l'hai fatta, ora taci e impara come si fa politica".