Questa è la storia delle “radici”. La storia delle origini di HNK che anticipa i fatti narrati nell'opera originale e alla quale si ricollega.
Questi capitoli mettono a nudo la storia plurimillenaria delle tecniche assassine, la loro nascita e le loro caratteristiche. Il tutto tiene conto del prosieguo “amatoriale” di HNK cioè il mio
HNK 2 = Hokuto Remember.
Riassumendo in breve nella saga di HNK 2 viene narrata la storia di
Shiba Ko Kasumi figlio adottivo di Ken prima e di Mamiya poi. Shiba dopo aver combattuto contro i maestri della corrente arcana del Gento e aver sconfitto il nuovo successore della Prodigiosa Arte di Gento Ryan (figlio del defunto Falco) si è spinto sulle tracce di Ryu Kasumi, figlio del grande Raoul. I due allievi di Ken inizialmente agli antipodi hanno imparato a conoscersi e rispettarsi durante la saga del vecchissimo continente dove si sono spinti oltre l'isola dei demoni.
In questi luoghi hanno dovuto affrontare i maestri di una tecnica antichissima e potentissima che si dice abbia dato l'origine alle 3 sacre tecniche:
IL WU SHU. Pare sia la tecnica di cui Falco parla nel manga originale ma Shiba non può saperlo.
Prima che la seconda grande guerra fra Nanto e Hokuto dilaghi nelle terre che un tempo erano dominate da Raoul e Souther, Shiba e Ryu si lasciano con la minaccia incombente del più potente dei Signori della Guerra del Wu Shu.
Timur il Pazzo discendente di Qubilai Khan al comando di 100.000 uomini intento a rivendicare quello che fu l'antico IMPERO CELESTE.
Questa è la storia che narra come tutto ebbe inizio.
Capitolo 1 – 5.000 anni fa.Quando l'uomo divenne sedentario ed inventò l'agricoltura vi fu l'avvento delle città. L'uomo nomade non più cacciatore-raccoglitore era adesso diventato proprietario di qualcosa da difendere. Ben presto nacquero le prime armi con scopo difensivo del proprio territorio. Le armi fino ad allora create dall'uomo servivano alla caccia. Nelle culture di origine semita si direbbe che Caino l'agricoltore uccise Abele il pastore per difendere le sue terre. Nacquero i primi conflitti territoriali e ben presto anche il singolo uomo dovette imparare a difendersi dal suo prossimo .
Fu in questo periodo denso di novità e di scontri fra uomini ( dello stesso “branco” o villaggio ) che secondo la leggenda le divinità del combattimento insegnarono all'uomo le più antiche arti marziali. Le leggende sulle divinità o sui vari nomi che esse prendono nelle varie culture in quanto tali non sono facili da chiarire ma la storia delle tecniche assassine più antiche sì. Le più antiche conosciute sono 3.
La
Taizan che nacque in Mesopotamia alla corte dei predecessori di Sargon I. Una primordiale arte del combattimento basata sulle armi disponibili a quei tempi. Ben presto divenne una tecnica dove i migliori utilizzatori poterono imprimere il proprio spirito combattivo nelle proprie armi. Non fu mai codificata in senso stretto e subì evoluzioni sempre più marcate a seconda della zona di espansioni.
Più tardi si saprà che alcuni fra i più grandi gladiatori romani altri non fossero che maestri Taizan. A questa tecnica assassina sono associate svariate divinità minori in varie culture. Talmente tante da disperdere la leggenda.
L'
Arhat Deva nacque in India e fu detta la “tecnica del demonio”. Una tecnica impura in grado di sfigurare i propri praticanti basata sullo sfruttamento dello spirito combattivo. La stessa incertezza della storia Indiana nasconde le gesta dei suoi rappresentanti ma di sicuro questa tecnica influì alcuni millenni dopo con il fiorire in Cambogia della cultura Khmer di origine Mongola. Si narra che l'antica Angkor fosse stata da sempre difesa dai maestri di questa tecnica.
Ai piedi dei monti più alti del mondo ( Himalaya ) nacque invece una tecnica che si vantava di comprendere e combinare tutte le altre. Questa tecnica detta semplicemente
SOKE divenne nella sua accezione onnicomprensiva nota come
WU-SHU antico. La leggenda vuole che fu il Dio del combattimento in persona idealizzato con INDRA ( divinità degli inferi indiana ) dagli Indiani a concedere tali tecniche ad un gruppo di “uomini illuminati”.
Molte altre voci dicono semplicemente che nelle terre fra Cina, Nepal e India tutte le migliori tecniche da combattimento vennero codificate da un gruppo di “santoni” che lo chiamò Wu Shu.
Agli inizi si trattava di tecniche rudimentali. Calci e pugni ma che con la massima concentrazione e con il “segreto della tecnica” avrebbero permesso l'utilizzo dello spirito combattivo come accadeva nel Taizan o nell'Arhat Deva. Ben presto questa tecnica divenne la più potente tra tutte.
Quest'insieme di tecniche o di attacchi “mirati” e studiati permettevano ad un contadino di scacciare un piccolo gruppo di predoni. Per comprenderne l'importanza bisogna ritornare con la mente a quando un pugno di riso valeva la propria vita e quella dei propri cari.
Solo gli uomini più forti erano in grado di trasformarla in una tecnica “mortale”, cioè in attacchi che eseguiti alla perfezione portano all'eliminazione fisica dell'avversario. Contrariamente alla leggenda che poi venne scritta e tramandata il WU-SHU non nacque come tecnica perfetta consegnata all'uomo da una divinità e conservata il più integralmente possibile. Non fu così e i suoi più antichi maestri non erano potenti come le leggende narrano. L'uccisione dell'avversario non avveniva spesso e anche quando questa si verificava avveniva per una serie di coincidenze. Ben presto comprese dai maestri migliori e poi codificate anch'esse. Presto s'intuirono le possibili applicazioni belliche di queste tecniche.
L'uomo, anche l'uomo comune nella pace del suo villaggio, aveva un'arma in mano fin dalla nascita:
il suo pugno.
Capitolo 2 - 4.000 anni faMille anni dopo la scuola Taizan si diffuse fino a raggiungere e conoscere il Wu Shu dal quale apprese qualcosa. Le due tecniche iniziarono a ricopiare qualche elemento reciproco mentre l'Arhat Deva rimase nel suo isolamento più totale.
Il WU – SHU antico noto anche come SOKE raggiunse le coste dell'antichissima Cina e l'isola maggiore dell'arcipelago di Okinawa dove la Leggenda vuole che l'eremita di Yen abbia lasciato delle tavole scritte in cui descriveva tutti i segreti di questa tecnica. Il primo e più importante segreto era quello riguardante la manifestazione dell'aura.
L'eremita di Yen, sempre secondo la leggenda, pretese un unico successore per questa tecnica che ai tempi vedeva come una possibile arma di distruzione di massa. Un solo uomo avrebbe dovuto tramandarla di generazione in generazione ma gli storici non concordano. Sotto lo pseudonimo dell'eremita di Yen si potrebbe nascondere un'intera casta di guerrieri sfuggita al controllo dei Signori dell'epoca. Essi combatterono fra loro e decisero che solo il migliore avrebbe dovuto portare avanti queste tecniche, troppo potenti e pericolose andava evitato che finissero nelle mani di un Signore spietato.
Quello che si sa per certo è che da questo momento in poi nell'isola maggiore dell'arcipelago di Okinawa queste tecniche vennero dette solo SOKE e presero un'altra piega. Qui i discendenti della casta di guerrieri divennero sempre più spietati fra loro e quasi come se colti da una maledizione diedero vita ad una società basata sul combattimento. Stiamo parlando degli antenati degli shura.
Si trattava sempre di Wu-Shu ma anche solo la differenza di termine consentiva la possibilità ai suoi maestri di variarne la tradizione e le regole. Regole insegnate sempre come ferree, ma che puntualmente venivano riviste e ricodificate a seconda della regione che il sapere di queste tecniche assassine raggiungeva.
Capitolo 3 – 2400 anni fa - Gli UnniCirca duemila e quattrocento anni fa nella Cina degli Han con capitale YEN venne codificato il WU-SHU. I maestri della tecnica assassina più potente del mondo furono fondamentali per la difesa dell'impero contro un popolo di origine mongola: gli Unni. Nacque così il WU-SHU Imperiale i quali migliori rappresentanti codificarono una tecnica sulla manifestazione dell'aura detta AIKI. Più tardi sarà la tecnica che bruciando lo spirito combattivo permetterà ai maestri di questa tecnica di lanciare colpi a base d'aura e risultare immuni agli tsubo. I maestri e le tecniche Wu-Shu narrate in HNK 2.
Tuttavia il SOKE praticato ad Okinawa non si era di molto discostato dal WU-SHU in questi secoli e di fatto era ancora assimilabile come la stessa tecnica, fatta eccezione per l'AIKI.
Fu in questo periodo che il WU-SHU assunse come sua costellazione, come suo riflesso, ORIONE.
Capitolo 4 – L'era dei padri fondatori2.000 anni fa. L'era dei padri fondatori diede vita alle 3 scuole più potenti narrate in HNK. Col culmine della guerra fra la Cina degli Han e gli UNNI ora unitisi con il popolo dei WUSUN identificabile con una casta di guerrieri affiliata al WU-SHU vi fu il sacrificio dell'uomo più potente della scuola WU-SHU. Ormai divisa in 3 rami la scuola aveva 3 GRANDI SAGGI come la costellazione di Orione richiede.
Sodgi Han il più potente di questi su pressione del popolo Wusun fu costretto a prendere in sposa la figlia del capo UNNO. Egli divenne uno di loro per salvare il suo paese ed evitare di spargere altro sangue fra le sue genti ma la leggenda narra che in realtà egli si innamorò della principessa della stirpe nomade.
La vita di Sodgi Han fu costellata da una serie di contraddizioni. Il paradosso fu mettere al servizio di un popolo nomade delle tecniche nate per salvare le città e i popoli con fissa dimora.
Vista la parziale sconfitta dell'impero che abbracciò sempre più la nuova filosofia religiosa di Confucio , il popolo della Cina si ribellò aderendo al popolare Taoismo. Sulla stessa onda i due più grandi Maestri del WU-SHU dopo Sodgi Han si divisero.
Zang Qi schieratosi con l'impero diede vita rimase esponente del Wu-Shu Imperiale ma ben presto gli cambiò nome in Gento. Egli soppresse la rivolta popolare e costrinse il suo rivale alla fuga. Rivale col quale non concordava anche sulla condotta del Wu-Shu.
Zang Qi voleva sviluppare tecniche che sempre più utilizzassero lo spirito combattivo mentre
Kenzo Kasumi, questo il nome del suo avversario, prediligeva le tecniche marziali pure. Zang Qi professava una cieca obbedienza verso l'impero mentre Kenzo Kasumi professava la moderazione. Zang Qi scelse la stella polare come guida della sua nuova tecnica mentre Kasumi le 7 stelle della morte rivendicando l'origine di Indra il dio degli inferi.
Zang Qi proseguì con la successione molteplice mentre Kasumi professava da tempo la singola successione come si dice anticamente che volesse l'eremita di Yen.
Lo scontro fra Zang Qi e Kenzo Kasumi si palesò sulle coste Cinesi. L'esercito imperiale avrebbe falciato gli astanti popolani al seguito di Kasumi. Egli optò per riparare nell'isola degli Shura e ritirarsi dalla corte imperiale.
Zang Qi non lo inseguì ma lasciò ai suoi posteri il mito delle sue mani lucenti che scacciarono quello che fu il padre fondatore di Hokuto.
Kenzo Kasumi arrivato nella terra del SOKE decise così di chiamare le sue tecniche di origine Wu-Shu HOKUTO SOKE.
Capitolo 5 – La nascita del Nanto.Poco più di 30 anni dopo
Kenzo Kasumi vide in sonno il Dio del combattimento che gli parlò di una divisione in seno al suo casato. Sarebbe stata la punizione per aver aderito ad una medaglia duplice come il simbolo del Taoismo. Allo stesso tempo egli ebbe ben due figli
Dai-Ishi e
Dai-Ni-Shin.
Nonostante professasse la successione unica e la possibilità del sigillo del pugno degli altri discepoli morì prima di assegnare il titolo a uno dei due figli.
Dai-Ishi esperto del pugno e primogenito rimase fedele alle parole del padre. Cercò quindi lo scontro con suo fratello Dai-Ni-Shin esperto della mano tagliente. Fra i due non vi fu un vincitore ma Dai-Ni-Shin scelse di ritirarsi nell'isola più a Sud dell'arcipelago dove chiamò la sua tecnica NANTO. L'Hokuto e il Nanto erano due facce della stessa medaglia ma vista la collocazione geografica presto vennero anche dette Karate del Nord e Karate del Sud.
Al contrario del padre Dai-Ni-Shin dai capelli stranamente lunghi e biondi come la madre non proseguì con l'idea di unica successione. Lui che era un secondogenito non poteva neanche lontanamente sopportare l'idea di un unico successore magari primogenito. Insegnò quindi le sue tecniche a tanti allievi fino al giorno in cui nel suo Dojo suo fratello maggiore non si presentò con l'intenzione di eliminare tutti i nuovi praticanti.
Dai-Ni-Shin fece scontrare il fratello con i suoi migliori 10 imponendo che se non avesse vinto sarebbe stato ucciso. Dai-Ishi sconfisse facilmente i 10 Nanto e sentenziò.
“Il pugno, il mio pugno è più forte di qualsiasi mano tagliente. Un successore di Hokuto incapace di sconfiggere 10 di voi meriterebbe la morte davvero!”Dai-Ni-Shin prese in parola il fratello e applicò la regola nel suo Dojo. Qui nacque il primordiale torneo dei 10 Nanto. Tuttavia evitarono lo scontro fra maestri. Incapaci di sconfiggersi a vicenda avevano compreso l'importanza delle proprie scoperte in seno alle arti marziali.
I due fratelli non si scontrarono più ma ormai le due tecniche si erano divise e andavano verso strade diverse.
Nessuno dei due raggiunse mai i livelli del padre ma piuttosto si concentrarono sulla codifica e diversificazione delle proprie tecniche.
Il padre fondatore del Nanto arrivò a scegliere una costellazione diversa per la sua tecnica. Una costellazione cinese di 6 stelle che più tardi avrebbero ispirato la creazione di altrettante scuole in seno al Nanto stesso.