UN´INSTALLAZIONE FATTA DI IMMAGINI E SUONI MOSTRA LA TOMBA DELL´ARCHITETTO DEL FARAONEKha, l'Egitto multimediale13 giugno 2007La Tomba di Kha e della moglie Merit fotografata dall´egittologo Ernesto Schiaparelli nel 1906, al momento del ritrovamento. Un video proiettato anche all´esterno del museo, visibile da piazza Carignano. E ancora un pannello che raffigura una scena tratta dal Libro dei Morti. È "Verso Kha", installazione multimediale che si inaugura stasera all´Egizio e sarà fruibile da domani dal pubblico, anche dai passanti che avranno il tempo (dura quattro minuti) e la curiosità per fermarsi. Ideata da Riccardo Mazza, realizzata in collaborazione con la Interactive Sound, occupa tutta la prima rampa dello scalone centrale del palazzo, spazio di solito utilizzato solo come zona di passaggio per spostarsi dallo Statuario al primo piano. È composta da immagini statiche (gli ingrandimenti in bianco e nero delle uniche due fotografie scattate da Schiaparelli) e in movimento, queste ultime proiettate su due superfici, all´interno e all´esterno del museo, grazie a speciali tecniche e a diffusori a ventosa.
Una voce narrante racconta la storia della scoperta di quella che è forse la maggiore attrazione nelle collezioni del palazzo dell´Accademia delle Scienze. La tomba presentava agli occhi della Missione Archeologica Italiana guidata da Schiaparelli, attiva nell´area di Deir El Medina, una struttura anomala: la cripta scavata a distanza dalla cappella l´aveva preservata dalle razzie dei tombaroli, restituendola intatta dopo più di tremila anni. E intatto è il corredo che l´architetto delle grandi costruzioni di Tebe sotto il regno di Thutmosi III aveva deciso di portarsi nell´aldilà. Lo stesso si può dire per quello della moglie. Ecco che allora possiamo immaginare particolari della vita domestica e quotidiana dei due sposi (vissuti nel secondo millennio avanti Cristo, tra il 1450 e il 1380, e morti all´età di sessant´anni circa), ammirare i mobili, il vestiario, il cibo, i cosmetici.
La Tomba di Kha con i corredi è collocata al primo piano del museo, in un ambiente attiguo alla terza sala. Un allestimento, quello offerto ai visitatori, non certo all´altezza della straordinaria importanza dei reperti. Per questo architetto e signora saranno oggetto di attenzioni speciali nell´ambito del progetto per il grande Egizio, il cui avvio è ormai prossimo. L´installazione che si inaugura stasera (alla serata a inviti è atteso, con il sindaco Sergio Chiamparino, anche il primo cittadino romano Walter Veltroni, oggi a Torino) al momento segnala a chi si avvia verso le collezioni uscendo dallo Statuario l´importanza del reperto, sostituirà quindi l´"originale" quando partiranno i lavori di risistemazione e riallestimento delle collezioni. Il museo non chiuderà mai completamente, ma a sezioni. Si sa comunque, l´ha spiegato ieri la direttrice Eleni Vassilika, che i lavori intorno a Kha saranno tra i primi a partire, assieme a quelli per i nuovi servizi e la climatizzazione.
«L´installazione si inserisce nel nuovo rapporto di attenzione che si è instaurato con il pubblico, nell´intento di rendere il museo sempre più confortevole e godibile, ma può essere vista anche come anticamera al grande progetto che sta per essere varato» ha detto ieri durante la presentazione il presidente della Fondazione Museo Antichità Egizie Alain Elkann. Elkann ha sottolineato anche il «contrasto tra le immagini in bianco e nero proposte nell´installazione, consone all´impostazione ottocentesca generale, e le forti tinte di alcune immagini, relative alla realtà di un Egitto a colori».
Torinese, non nuovo a produzioni museali (ha realizzato tra l´altro i video per la mostra su Cesare Pavese, allestita sino a domenica all´Archivio di Stato), Riccardo Mazza ha lavorato sei mesi al progetto "Verso Kha" (per l´allestimento sono stati utilizzati oltre 120 metri quadrati di grafica applicata su alluminio). Stasera alla vernice si brinderà con una speciale birra realizzata dal Birrificio di Torino, presentata in bottiglie ispirate a contenitori rinvenuti tra quegli antichi corredi e riproposta oggi con una ricetta del tempo dei faraoni.
L'Espresso