Una Storia Assurda

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    Lupus in fabula

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    Carlo Parlanti, classe 1964, è un cittadino italiano che da quasi due anni lotta contro una delle accuse più infamanti e tuttavia sempre più facili a lanciarsi: stupro e violenza nei confronti di una donna.

    Manager informatico di successo, Parlanti ha lavorato per diverse ditte in diversi paesi del mondo. Dal 1996 al 2002 ha vissuto in California lavorando per Dole Food, la famosa multinazionale alimentare. A questi anni di frenetica attività e di successi professionali risalgono anche numerose relazioni con diverse donne, Carlo infatti coltiva una notevole passione per il “gentil sesso”, e questo sarà definito “il suo vero punto debole”.
    ( ...A maggior ragione, aggiungiamo, nella società del terzo millennio. Carlo sembra infatti comportarsi come una sorta di “latin lover” vecchio stampo, forse un po’ troppo spavaldo ed ingenuo. )
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    Tra le sue passioni, la dottoressa Sandra Hollyngworth, psicoterapeuta a cui si era rivolto in seguito ad una crisi depressiva, che non esitò a denunciarlo per violenze quando Parlanti decise di troncare la loro relazione. Nonostante la mancanza totale di prove e il fatto che la Hollyngworth avesse violato il proprio codice etico e la legge californiana avviando una relazione sessuale con un paziente, l'avvocato consigliò a Parlanti di accettare un patteggiamento per evitare di essere deportato.

    In questi momenti di difficoltà, Parlanti trova conforto e assistenza in un'altra donna, Rebecca White, che nel frattempo era entrata nella sua vita; si dimostrerà però il classico precipitare dalla padella alla brace.
    La White aveva esperienza in casi simili al suo, avendo in passato accusato il precedente marito di violenza domestica e tentato omicidio durante la causa di divorzio. Parlanti si fida di lei a tal punto da accoglierla nella propria casa e concederle una delega notarile su tutti i suoi beni, per meglio gestire la causa civile che intende intentare contro la psicanalista. Ma l'idillio non è destinato a durare. Dopo alcuni mesi la loro relazione si incrina e, il 16 luglio 2002, giorno in cui il Parlanti si reca in Gulporth per lavoro, decide di troncare definitivamente i rapporti in quanto la donna sarebbe diventata troppo possessiva . Nelle prime settimane dell'agosto 2002, Parlanti conclude la sua avventura americana e prende un volo per l'Italia, dove avrebbe cercato migliori opportunità di lavoro.
    Nei seguenti due anni si troverà ancora diverse volte a viaggiare per l'europa, finchè un giorno, in seguito ad un normale controllo, verrà arrestato presso un aeroporto tedesco.
    Una volta rientrato in Italia, infatti, egli non immagina neppure che, il 18 luglio 2002, la White lo aveva denunciato affermando di essere stata picchiata, legata e stuprata nella notte del 6 luglio (più tardi correggerà la data al 29 giugno) dal suo ex-amante, e sequestrata per una settimana, (benché solo di notte, in quanto di giorno Parlanti si recava al lavoro) .




    La polizia non nota né documenta alcuna cicatrice o ferita sul volto della donna e in nessun altra parte del corpo. Dall'ispezione dell'appartamento dove si sarebbe consumato il crimine non emerge alcun segno di collutazione, né tracce di sangue, nonostante la donna dichiarerà più tardi che il suo sangue avesse inzuppato il materasso. Inoltre, le strisce di plastica sequestrate dai poliziotti senza alcun mandato, con le quali il Parlanti l'avrebbe legata, sono nuove e non recano traccia del suo DNA.
    I poliziotti scattano alcune fotografie, che verranno incredibilmente perse nei mesi successivi dall'ufficio dello sceriffo, e interrogano i vicini, che non ricordano di avere udito litigi o urla nel corso di quella settimana, nonostante i muri, molto sottili, siano di cartongesso.
    Stando alle sue stesse dichiarazioni, la donna continua ad avere rapporti consensuali con Parlanti nei giorni successivi al presunto stupro. Su consiglio della polizia, il 22 luglio 2002 si sottopone a una visita medica, da un ‘doctor on duty’ a Monterey, città dove la presunta vittima torna a vivere dopo la denuncia, visita durante la quale non menziona nemmeno il fatto di essere stata stuprata.
    Il medico le diagnostica la frattura di due costole all’altezza del seno, ma non gli è possibile stabilire quando questa sia avvenuta. Nei due anni successivi, fino all'arresto di Parlanti, Rebecca White scrive email in continuazione, nelle quali confessa agli amici il suo amore per Parlanti e la sua disperazione per essere stata lasciata, chiedendo consigli su come sedurlo di nuovo.


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    Non sono note le ragioni per cui il mandato di arresto, spiccato dalle autorità statunitensi poco dopo la denuncia della White, non sia mai stato inviato o recepito in Italia. Di fatto, Parlanti continua a lavorare e a vivere in Italia per due anni finché, nel luglio 2004, viene arrestato durante uno scalo aereo dalla polizia tedesca, in seguito a un controllo casuale. Riconosciuto come ricercato internazionale, viene immediatamente trasferito nel carcere cittadino di Duesseldorf, dove passerà quasi un anno della sua vita.
    In base a quali elementi certi ? Nessuno. Nessuna prova certa, del resto il processo è ancora da compiersi; si tratterà a tutti gli effetti di "carcerazione preventiva", decisa sulla base della parola della sua accusatrice. Questo sarà solo l'inizio del suo calvario.

    In base ai trattati internazionali, la Germania dovrebbe spedire il prigioniero in America per essere giudicato, ma l'Italia può reclamare il diritto di processarlo in patria. Questo darebbe modo alla famiglia di seguire più agevolmente le fasi del processo, e di evitare un ambiente per molti versi ritenuto ostile al Parlanti. La nazione americana, infatti, pur patria di magnifiche conquiste civili e sociali, è anche luogo in cui nascono movimenti quali lo SCUM, movimento femminista radicale che auspica e predica la eliminazione fisica dei maschi; paese in cui si sconsiglia fortemente ad un uomo solo di entrare in ascensore con una donna sola, a meno che si tratti di persona fidata, per scongiurare il pericolo di false accuse di violenza; inoltre si tratta di un paese in cui vige una mentalità (almeno in alcune zone) piuttosto nazionalista e, ancora, un paese in cui ogni servizio ha costi molto elevati e in cui la quantità di denaro posseduta è spesso determinante in molti casi.

    ...In altre parole il tutto si tramuterebbe in un contenzioso che vede una donna del duemila accusare un maschio, di una americana contro un italiano, di uno stato contro un singolo soggetto dalle possibilità economiche tutt’altro che illimitate. Tutto questo in un processo in cui, tra l'altro, il peso della giuria popolare è determinante ai fini della sentenza finale.

    Nonostante gli sforzi dei due avvocati assunti dalla famiglia Parlanti sia in Italia che in Germania, e l'intervento del ministro Castelli supplicato dalla madre di Parlanti, ogni tentativo di celebrare il processo in Italia fallisce per l'opposizione di alcuni magistrati. Alla fine, il 3 giugno 2005, la Germania dà seguito all'estradizione inviando il prigioniero a Ventura, California. Un'estradizione da molti definita come “formalmente controversa”.
    Una volta in America, tutti i timori espressi dagli avvocati sulla garanzia dei diritti di imputato di Parlanti si rivelano purtroppo fondati. Nelle apparizioni in tribunale non è mai presente alcun interprete. Durante la prima udienza, il procuratore distrettuale introduce il suo caso dichiarando falsamente che l'imputato ha già dei precedenti penali in Italia, tra cui addirittura per stupro e rapina a mano armata. L'avvocato che dovrebbe difenderlo da queste false accuse non si fa neppure vedere, in quanto la famiglia di Parlanti non è stata in grado di assicurargli un cospicuo anticipo. Gli viene così assegnato un avvocato d’ufficio.
    Durante la reclusione, la salute di Parlanti, già minata, peggiora di giorno in giorno. Soffre di una grave forma d'asma, sciatalgia e piorrea. Risulta inoltre positivo al test della TBC. Molte medicine, tra cui il Ventolin, sono vietate, mentre l'assistenza medica è sporadica e inadeguata al suo caso.



    Già nelle prime udienze in tribunale, la presunta vittima non solo conferma le sue precedenti accuse, ma aggiunge numerosi sconvolgenti dettagli mai denunciati prima. Secondo la sua nuova versione, Parlanti la avrebbe penetrata in modo estremamente violento con varie parti del corpo, quali ad esempio l’intero avambraccio e mano aperta, con gravi perdite di sangue. Inoltre l'uomo avrebbe bevuto 4 litri di vino (*) in poche ore prima di violentarla, e le avrebbe sbattuto la testa contro un pannello di legno e il muro adiacente per 60 volte invece di 30, come precedentemente affermato.
    (*) Nota: secondo il sito americano http://www.intox.com/physiology.asp
    una percentuale di alcool nel sangue pari a 0.35 Bac è in grado di produrre il coma e 0.45 Bac provoca la morte dell’individuo. Secondo calcoli fatti in tribunale e stando alle dichiarazioni della White, Carlo doveva avere almeno 0.47 Bac .

    Le sue versioni dei fatti sono oggetto di continue ritrattazioni e revisioni, rese necessarie di fronte alle osservazioni dell'avvocato e della stessa accusa in merito alla loro coerenza. La donna sostiene di essere stata costretta a denunciare Parlanti dal padre, che le avrebbe altrimenti negato il sostegno economico. Ma quest'ultimo, interpellato dal procuratore, ha sempre negato, costringendo così la White a correggersi dicendo di avere in realtà parlato con sua madre. Afferma di avere conversato molte volte al telefono con la fidanzata italiana di Parlanti, che tuttavia non parla una parola di inglese. Nega o non ricorda di avere scritto alcune email già agli atti del tribunale, finché non le vengono mostrate. Le uniche prove che è in grado di portare a supporto delle sue accuse sono una radiografia con le due costole fratturate in un posto diverso da cui dice di aver ricevuto percosse e sei sue fotografie, quattro scattate dalla polizia in cui si nota uno sbiadito ematoma sull’avambraccio sinistro e nessun segno sul visto, come confermato dagli stessi poliziotti, due Foto che avrebbe scattato lei stessa con una macchina usa-e-getta il 3 luglio 2002, dove tuttavia appare molto diversa dalle fotografie eseguite dagli ufficiali in sede di denuncia, in particolare con i capelli molto più corti e di colore diverso la pelle più stirata un aspetto più giovane, tali foto furono consegnate alla procura per la prima volta l’agosto del 2005, mai prima erano state menzionate. Vi sono inoltre alcune fotografie dell'appartamento, intatto. La polizia, che ha smarrito le foto scattate sulla scena del crimine, non è in grado di fornire alcun esito di accertamento medico (med-legal), in quanto ai tempi non era stato ritenuto necessario eseguirlo.

    A Parlanti viene proposto ancora una volta di accettare il patteggiamento, ma egli non accetta e chiede un vero processo. Questo comincia il 6 dicembre 2005, con la presunta vittima teatralmente sostenuta da una psicologa fornita dal tribunale quando si celebra di fronte ai giurati, mentre all'italiano, incatenato sino al momento dell’ apparizione in corte, non permettono nemmeno di scambiare una parola con la madre venuta per l’occasione e con la fidanzata italiana.
    Nonostante tutto, l'avvocato americano è cautamente ottimista, in quanto la donna si dimostra incoerente oltre ogni previsione. Ottimismo rivelatosi prematuro, in quanto la giuria popolare, il 20 dicembre, emette un verdetto di colpevolezza in ordine a tutti i capi di accusa. L’arringa dell’accusa, (leggibile sul sito www.carloparlanti.it ) rivolta alla giuria popolare, esordisce ammettendo che non saranno mostrate tutte le prove che sarebbe lecito attendersi, e ponendo altresì l’accento sugli atteggiamenti da latin lover dell’imputato. La sentenza, che verrà emessa il 7 aprile 2006, prevede una pena variabile tra i 9 e i 12 anni e mezzo di carcere, nonostante le evidenti incongruenze.



    Oggi i genitori del tecnico italiano e la sua fidanzata Katia Anedda continuano a lottare per avere giustizia, nonostante il dissesto economico e i forti debiti contratti per l'assistenza legale e le trasferte.
    L'avvocato internazionalista inglese che oggi segue il caso, aveva accettato di essere pagato in rate mensili finché la famiglia non fosse stata in grado di saldare la parcella, e si era impegnato nel promuovere la mozione di revisione del processo. Se questa fosse respinta, si cercherà di riportare il caso in appello, pur con limitate possibilità di successo.
    L’avvocato però sembra non aver intenzione di mantenere gli accordi presi telefonicamente e verbalmente con Carlo Parlanti.
    Mentre la sua accusatrice ha diritto ad un assegno mensile quale presunta "vittima di un crimine", le difficoltà sembrano invece susseguirsi senza fine per la famiglia di Carlo e per i suoi cari.



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    La storia di Carlo Parlanti ha sollevato e continua a sollevare l'interesse e la solidarietà di numerosi sostenitori, raccolti attorno alla figura e all'impegno di Katia Anedda, promotrice di un comitato di sostegno e di un sito dedicato al prigioniero (www.carloparlanti.it).
    Gli atti del processo sono reperibili sul sito www.thepeoplevscarloparlanti.it .
    Del caso si sta occupando anche l'organizzazione non governativa Fair Trials Abroad, che ha dedicato alla vicenda Parlanti un approfondimento nel mese di marzo sul proprio sito internet (Fair Trials Abroad).

    Edited by Reduan - 27/3/2006, 21:06
     
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  2. kanedda
     
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    Sto leggendo alcuni articoli e post su Carlo, e ne rimango spesso delusa, io non ho mai parlato di prove mancanti, perchè le prove ci sono, ma sono a favore di Carlo, tutte le prove stanno a dire che non è possible che questo crimine si sia consumato. In America la testimonianza di una donna, è una prova, quindi la testimonianza della White che è stata massacrata, è una prova, la testimonianza della Lavagnino che dice che Carlo è violento, è una prova. Di riscontro c’è che la testimonianza della White non solo è inattendibile perché continuamente lei stessa si è contraddetta, ma parla di cose che fisicamente e biologicamente sono impossibili. Ammettiamo per un attimo, che il giudice abbia ragione dicendo: che la White è inconsistente perché è stata danneggiata dal Parlanti, che le ha fatto così male che è uscita fuori di testa; se così fosse, ci dovevano essere dappertutto segni di colluttazione, segni di violenza sulla White, un qualche referto medico, questa è una prova mancante per accertare la Violenza, ma è anche la prova che non ci è stata alcuna violenza. 8 Testimoni, tra cui la figlia della White, hanno incontrato e parlato con la White nei giorni seguenti, una di questi, si è trovata faccia a faccia con la White il 2 Luglio 2002, ovvero 4 giorni dopo il presunto crimine, ma né lei ne gli altri, hanno notato segni di violenza. I poliziotti, hanno testimoniato che non vi erano capelli mancanti sulla White, lei aveva dichiarato il 13 Dicembre, mi sembra (in ogni caso lo puoi riscontrare anche dalle arringhe, che sono completamente tradotte) che Carlo l’avesse trascinata per i capelli, le avesse fatto perdere i sensi, avesse sbattuto la sua testa 30 volte contro il pannello di sughero e poi altre 30 contro il muro adiacente, nei giorni seguenti ciocche di capelli otturavano il lavandino, questa è una prova che un crimine potesse essere stato commesso, ma i testimoni che non hanno notato nulla, i poliziotti, le foto presentate in cui erano chiari il pannello e il muro ed erano intatti, sono le prove che questo crimine non è stato commesso, ed è anche la prova che la White ha mentito e spergiurato, e questo è un crimine. Passiamo alla Lavagnino, la donna è una ex di Carlo di 7 anni fa, non testimonia sul crimine contestato a Carlo il 29 giugno, lei non c’era, ma per la legge Californiana può segnalare il profilo dell’imputato e la Lavagnino ha definito Carlo come un violento, quasi psicopatico, prova che poteva aver valore se le prove portate a carico del crimine contestato sulla White fossero state attendibili, prova, che però, anche questa è a favore di Carlo, la Lavagnino ha fatto una dichiarazione al giudice 5 anni fa, perché fu chiamata dalla terapista a cui Carlo stava facendo causa e la Lavagnino ha fatto un rapporto diverso da quello dichiarato in tribunale il dicembre scorso, ha aggiunto episodi e dettagli mai detto prima, come è possibile che con il passare del tempo si possano aggiungere delle cose? E in oltre perché non lo ha fatto subito quando lei e Carlo si erano lasciati? Questa è una prova che Carlo si stanca facilmente delle donne e tronca i rapporti, magari non con un fiore o un diamante, a questo riguardo, a favore di Carlo di prove ce ne sarebbero a iosa, ma sfortunatamente Bamieh non ha ritenuto importante presentarle in tribunale. Siccome abbiamo detto che la testimonianza è una prova e sino ad adesso ti ho raccontato di 8 testimoni, quindi 8 prove che questo crimine non può essere avvenuto e poi ti ho parlato della testimonianza di una ex di Carlo che dice che Carlo è una persona dannosa ma ti ho anche dato una prova che anche questa è inattendibile, poi ci sono state altre due prove, la mia testimonianza e quella di Mai de Barra che abbiamo portato la prova che Carlo è un gentiluomo, che è razionale, oltre tutto la mia testimonianza era anche una prova che la White era squilibrata anche prima del 29 Giugno 2002, questo lo testimoniano le email che mi inviava e che inviava a Carlo per tentare di sedurlo, queste sono prove a favore di Carlo. Si può concludere che l’unica crimine commesso da Carlo è l’infedeltà, ma non vi è alcuna legge che dice che un uomo deve essere trattato da animale e recluso per 9 anni perché infedele, non era processato per quello.
     
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  3. kanedda
     
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  4. Enduring Freedom
     
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    bè nessuno fa niente???
    Mi sembra una questione importante questa!!!!
     
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    Lupus in fabula

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    Personalmente ho fatto quanto potevo, quanto le mie disponibilità economiche, il mio tempo disponibile e le mie opportunità mi permettevano.

    ...Pure voi ?

    Carlo è ancora là, in carcere.
     
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  6. benettis
     
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    Per chiunque volesse aiutare Carlo...sis stanno raccogliendo delle firme per una petizione

    http://www.petitiononline.com:80/parlanti/petition.html
     
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  7. silverback
     
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    CITAZIONE (benettis @ 17/5/2007, 11:23)
    Per chiunque volesse aiutare Carlo...sis stanno raccogliendo delle firme per una petizione

    http://www.petitiononline.com:80/parlanti/petition.html

    Fatto.
     
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  8. Scienziato apocrifo
     
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    Già fatto anche io.
    Invito tutti gli utenti che hanno a cuore la giustizia, di firmare la petizione.
     
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  9. dontpanic
     
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    ....spaventoso...

    Firmato!

    ... spaventoso....


    Il sito www.carloparlanti.it è in italiano. C'è una versione inglese da poter suggerire agli amici che non parlano italiano?

    EDIT: scusate, trovato.


    Edited by dontpanic - 17/5/2007, 17:23
     
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  10. *STRIDER*
     
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    CITAZIONE (benettis @ 17/5/2007, 11:23)
    Per chiunque volesse aiutare Carlo...sis stanno raccogliendo delle firme per una petizione

    http://www.petitiononline.com:80/parlanti/petition.html

    Ho firmato anch'io.
     
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  11. kanedda
     
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    di Gabriele Ferraresi Da Carmilla on Line

    Di certe storie si parla sempre troppo poco; e di questa poi in particolare, che non è neanche facile da seguire, che è una storia complicata, seppur cristallina nel suo orrore, con un sacco di date e nomi da ricordare, non si parla più. In passato se ne è parlato si, ma di certo non abbastanza, o non abbastanza da fare massa critica perché succeda qualcosa. Dal 3 giugno 2005 Carlo Parlanti (nella foto) si trova rinchiuso nel carcere di Avenal, California: è stato condannato per reati che non ha mai commesso, accusato da una teste squilibrata, durante un processo farsa. Possibile? Negli Stati Uniti? Nella land of freedom che qualcuno, magari a capo di qualche quotidiano d’opinione di poche pagine, considera tale? Si, possibile.
    Carlo Parlanti nasce a Montecatini nel 1964, cresce in una famiglia come tante altre, studia allo scientifico, poi, all’università, Fisica. A venticinque anni è a Milano, a cercarsi un lavoro: è uno sveglio, che sa studiare, e finisce che manda un curriculum ad un’importante multinazionale alimentare, una di quelle oggi più osteggiate. In epoca pre-global Carlo Parlanti ha bisogno di campare: e inizia a lavorare in Nestlè, fa l’analista di sistemi e il project manager, si direbbe oggi.

    Fa carriera in fretta, si sposta spesso in giro per l’Europa, è uno a cui quella vita piace, sempre in giro, mai un giorno uguale ad un altro. A un certo punto cambia, di punto in bianco, così: è uno che dalla sera alla mattina è capace di partire per l’America. E lo fa, nel 1996: prende e parte, a quel punto non lavora già più in Nestlè, ma per la Dole: la carriera va a gonfie vele. Oltre al lavoro, però, c’è un’altra passione nella sua vita, le donne. Tante, con cui si lega per poche settimane o qualche mese, per un paio d’anni o alcuni giorni. Comunque, tante: anche da quel versante le cose non vanno affatto male, anzi, sembra una vita di quelle da spot, vite in ordine, pulite, progettate per essere invidiate. Sembra.
    L’anno è il 2001: Carlo Parlanti conosce una donna, Rebecca McKay White. Lei è del 1959, ha qualche anno in più, e li dimostra tutti, si conoscono ad aprile, lavora in una gioielleria dove Carlo Parlanti va a cambiare la pila dell’orologio. Sono proprio i mesi vicini all’undici settembre quelli in cui i due si conoscono meglio; a novembre Rebecca McKay White perde il lavoro, è in un momento di difficoltà, in California c’è crisi, c’è paura e c’è recessione. Soprattutto c’è una catastrofe dall’altro lato dell’America che ha appena colpito tutto il pianeta. I due si spostano da Monterey al Westlake Village, vicino a Malibu. Vivono sotto lo stesso tetto, la casa di Carlo: i mesi passano, arriva un anno nuovo, il 2002.
    L’estate del 2002 è il momento chiave: Carlo Parlanti ci pensa da un po’ a tornare in Italia, a far fruttare l’esperienza americana, a spendere il know-how acquisito nel grande gruppo internazionale. Oltretutto, è stufo di Rebecca McKay White, non ce la fa più, vuole lasciarla: e tutte queste cose, lui che è un tipo che sa ripartire da zero senza fiatare, prende e le fa. Il 16 luglio 2002 la storia con Rebecca McKay White finisce: come mai una data così precisa? Perché ci sono varie email spedite ad amici, oltre alle dichiarazioni del processo, che lo testimoniano. Rebecca McKay White viene “messa alla porta” da Carlo Parlanti, che a quel punto ha praticamente deciso di mettere la parola fine all’avventura oltreoceano.
    Due giorni dopo, il 18 luglio 2002, la donna che ha appena lasciato, sporge denuncia contro di lui: racconta di una notte in cui Carlo Parlanti l’avrebbe prima sequestrata, poi picchiata, in seguito sodomizzata costringendola a praticare del fist fucking, e infine, dopo averla legata con delle fascette di plastica, violentata ripetutamente. Accuse gravissime, accuse che meriterebbero indagini approfondite, perizie, testimoni; in una parola, prove.
    Ad agosto Carlo Parlanti torna in Italia: sarà libero e ignaro della vicenda fino al mese di luglio del 2004, quando verrà fermato all’aeroporto di Düsseldorf, dove scoprirà un mandato di cattura internazionale col suo nome sopra.

    DUE ANNI DI BUIO

    Cosa succede dall’estate del 2002 all’estate del 2004? Due anni di blackout, due anni in cui Carlo Parlanti torna a lavorare in Italia e in Europa, a fare quello che faceva prima. E Rebecca McKay White? Negli Stati Uniti, ad aspettare. Ad aspettare che, complice un giro di vite californiano riguardo ai reati a sfondo sessuale, Carlo Parlanti torni negli states, ma da imputato. Ad aspettare di potersi godere per il resto dei giorni una vendetta per essere stata scaricata, che le concederà anche una piccola “pensione” vitalizia in quanto vittima di violenza sessuale.
    Peccato che non sia accaduto nulla del genere, che le violenze restino presunte e senza prove, ma lo vedremo meglio successivamente. Proseguiamo con ordine: dopo essere rimasto per circa un anno incarcerato in Germania, dall’estate del 2004, alla primavera del 2005, senza che ci fossero prove, evidenze, fatti, che giustificassero il suo fermo, viene estradato. Questo malgrado il suo legale in Germania, Franzisca Lieb, cerchi di portare avanti ricorsi su ricorsi riguardo alla patente inammissibilità dell’estradizione, e lo stesso faccia anche Cesare Bulgheroni, il legale italiano di Carlo Parlanti, che tenta un ricorso presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, sempre per violazione dei trattati internazionali di estradizione. Senza successo.
    Il 3 giugno 2005 il manager sempre in giro per il mondo, sempre pieno di donne, uno che ancora un po’ non sa neanche come ci è finito in quella cella a Düsseldorf, si trova impacchettato su un aereo, destinazione, California.

    IL PROCESSO

    Trasferito da Düsseldorf a Ventura, in California, Carlo Parlanti si trova a vedere istruito contro di lui un procedimento penale. Il processo produrrà una serie inimmaginabile di prove create dal nulla, - a volte comparse direttamente, come nel caso delle foto, su richiesta del district attorney - di testimonianze ritrattate e confuse, di accuse prive di fondamento e indimostrabili. Nel dettaglio; il procuratore distrettuale parla di Carlo Parlanti, il project manager in giro per il mondo, uno che viaggia in continuazione, uno pieno di donne, come un delinquente.
    Si parla di precedenti penali per rapina a mano armata, violenze assortite, tutti reati commessi in Italia; peccato che l’estratto della fedina penale del Parlanti sia lindo, pulito, come un lago senza fango, direbbero in un film agghiacciante almeno quanto questa vicenda. E’ solo l’antipasto: una delle dichiarazioni più incredibili di Rebecca McKay White, riguarda l’alcool che Carlo Parlanti avrebbe ingerito, prima di abusare di lei, nella notte del 29 giugno. Quattro litri di chardonnay in circa cinque ore; una quantità che l’avrebbe portato alla morte, visto che comporta un BAC – il blood alcool content - di circa 0,63, ed il coma etilico sopraggiunge già intorno a 0,40. Fosse la sola dichiarazione assurda: Rebecca McKay White in precedenza aveva già ritrattato la data della violenza, passando dal 6 luglio al 29 giugno 2002 - evidentemente per guadagnare qualche giorno - allo scopo di giustificare l’assenza di ematomi visibili, ed il non poter essere oggetto di un med-legal, l’esame ginecologico cui vengono sottoposte le vittime di violenze sessuali.
    Già, perché riguardo alla notte del fist fucking, Rebecca McKay White racconta di un’emorragia fortissima in seguito al braccio che Carlo Parlanti le avrebbe prima infilato a pugno chiuso nella vagina, e poi, con il palmo della mano aperto, nel retto. Un’emorragia che, sempre secondo Rebecca McKay White, aveva lasciato tracce nel letto, chiazze di sangue che erano passate attraverso le lenzuola fino a inzuppare il materasso. Superfluo dire che al momento delle denuncia, la polizia si reca in casa e non trova nulla. Trova l’ordine, trova il letto rifatto, trova la vita da spot di Carlo Parlanti. La parete di cartongesso contro la quale Rebecca McKay White dichiara di essere stata sbattuta con il viso per decine di volte, perfettamente integra, è tutto perfettamente in ordine. Nessuno ha visto operai o qualcuno che possa avere effettuato delle riparazioni. Carlo Parlanti nel frattempo è altrove, sempre negli Stati Uniti, a Gulfport, nello stato del Mississippi. Non sa nulla.
    La donna già in passato, in occasione del divorzio dal primo marito, aveva manifestato segnali di instabilità psichica, ora durante il processo, ammette candidamente di avere problemi con la memoria a breve termine, il che torna utile, se si deve giustificare davanti ad un avvocato, davanti ad una corte, ad una giuria, come mai si è voluto ritrattare, anticipandolo di una settimana, il giorno più traumatico della propria vita. Ricordate? Dal 6 luglio, al 29 giugno del 2002. Difficile confondersi, tanto più se si presenta la denuncia per i fatti il giorno 18 luglio. In un lasso di tempo tanto breve, una settimana è un bel po’ di tempo, per confonderne una con un’altra; una settimana come centinaia di altre, con una nella quale si hanno subito violenze raccapriccianti.

    LE FOTO

    Una delle prove più sconvolgenti, presentate da Rebecca McKay White, e incredibilmente ritenute valide, sono le due foto in cui è ritratta con un vistoso ematoma in corrispondenza dell’occhio sinistro. E’ una foto che compare dopo anni dalla denuncia, dopo tre anni, in pratica su richiesta del district attorney: ed è un falso. E’ un falso che però risulterà decisivo per la condanna di Carlo Parlanti. Perché è un falso? Bisogna osservare, neanche troppo accuratamente, le due immagini, quelle presentate dopo tre anni, quelle con l’occhio sinistro macchiato da un livido bluastro, e un’altra immagine, scattata dalla polizia di Ventura in occasione della denuncia, il 18 luglio 2002. La stessa persona, che però presenta qualche anno di differenza, un taglio di capelli diverso, la pelle più liscia. Non solo: in sede dibattimentale Rebecca McKay White sostiene di essersi scattata quelle foto nel bagno della casa di Carlo Parlanti, seduta sulla toilette. Purtroppo la memoria – in fondo l’aveva dichiarato, di avere problemi con la memoria a breve termine… - le gioca uno scherzo: il bagno di Carlo Parlanti è tinteggiato di giallo. Le foto presentate da Rebecca McKay White, scattate con una compattina usa e getta, hanno uno sfondo bianchissimo con riflessi azzurri. Nonostante sia evidente si tratti, si, della stessa persona, ma in anni e luoghi differenti – dettagli da niente, per una prova di reato… – rispetto a quelli dove fu commessa la presunta violenza, incredibilmente viene emessa una condanna contro Carlo Parlanti.

    LA CONDANNA






    Sono nove gli anni di reclusione cui viene condannato Carlo Parlanti. Da scontare nel penitenziario di Avenal (nella foto), dove le cose si mettono, prima ancora che male, peggio: viene coinvolto in una rissa, non si sa come, ma contrae l’epatite C. Soffre di piorrea, perde i denti. Reagisce male, come reagisce un innocente in galera senza un motivo.
    Da tempo sono attivi un sito, www.carloparlanti.it che si occupa nel dettaglio di questa allucinante vicenda, ed una petizione per fare chiarezza su una storia complicata, come si diceva all’inizio, difficile da seguire, con un sacco di date e di luoghi da ricordare; e di cui ci si sta dimenticando un po’ troppo rapidamente.

     
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  12. desperate housewife
     
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    ci sono novità?
     
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  13. kanedda
     
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    Scusate la mia assenza sono giorni terribili, le novita sul sito e su www.carloparlanti.com
    e' nato un nuovo blog per Carlo, io vi pregherei di fare girare i video: http://blog.libero.it/carlofree/
    c'e' anche in link una versione inglese, fatela girare perfavore
     
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  14. desperate housewife
     
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    ora lo metto anche da me.
     
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    Lupus in fabula

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    Perchè la vicenda di Carlo Parlanti non riesce a fare breccia nel muro di indifferenza di politici, mass media, personaggi pubblici, associazioni?
    Perchè Carlo è un altro degli invisibili? Cosa fa la differenza tra gli uomini? Qual è l'elemento distintivo?
    Chi è Carlo Parlanti? Potrebbe essere ciascuno di noi...
    Che sensazione può avvertire un uomo quando soffre mentre intorno gli si fa il vuoto? Carlo lo sta imparando sulla sua pelle.
    E noi? Riusciamo a sentire almeno un motto di indignazione?
    Il 24 ottobre alle ore 14 a palazzo Montecitorio in Roma è prevista una conferenza stampa organizzata dall'onorevole Marco Zacchera.
    Per partecipare è necessario essere accreditati. Non lasciamo soli Carlo e Katia anche in questa occasione. Facciamo sentire la nostra sensibilità, partecipiamo alla conferenza.
    Per informazioni e accreditamenti rivolgersi a [email protected].

    http://blog.libero.it/carlofree/
     
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