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TOP 50 degli anni '90, da Movieplayer

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view post Posted on 28/9/2016, 09:53
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"Il Sabo"

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Ho trovato questa "classifica" molto interessante.
Attenzione ai film non visti che spoilerizza abbastanza

CITAZIONE
Gli anni Novanta sono stati una decade molto ricca per il cinema a stelle strisce, nel corso della quale sono emersi nuovi talenti tuttora considerati tra i registi statunitensi più significativi (tra gli altri, Paul Thomas Anderson, Quentin Tarantino, David Fincher, Darren Aronofsky, Spike Jonze e Wes Anderson). Quella del 1999 per esempio, con l'uscita nelle sale americane di film come Magnolia, Fight Club, Essere John Malkovich, Matrix, Election e Il sesto senso, è ancora oggi vista da molti come una delle migliori annate della storia del cinema USA, perlomeno a partire dagli anni Settanta.
Nel corso degli anni Novanta abbiamo assistito alla produzione di numerosi film che sono entrati nell'immaginario collettivo, magari anche solo per una scena, uno scambio di battute o una trovata spiazzante. Proprio su questi frammenti vogliamo concentrarci con la nostra classifica, che parte dalla posizione 50 alla 41 e continuerà fino alla prima posizione con un appuntamento settimanale fisso (sotto trovate le date di pubblicazione di ognuna delle restanti quattro parti).

La top 50 non va dunque vista come una classifica dei migliori cinquanta film degli anni Novanta, bensì come una selezione dei momenti del cinema statunitense di quel periodo che, ormai parte della cultura popolare, più ci hanno segnato.
Per questo non c'è da sorprendersi se si tratta di una classifica eterogenea, che mette insieme opere dall'indubbio valore artistico e film più esplicitamente scanzonati e di intrattenimento. L'intento è stato quello di rappresentare tutte le anime del cinema, un linguaggio complesso e variegato che ormai da oltre un secolo continua ad affascinarci con il suo peculiare, magico connubio tra arte e industria.


Parte I (50-41)






50. Singles - L'amore è un gioco
1992 – Commedia

Opera seconda di Cameron Crowe, la commedia narra con un'affascinante commistione di ironia e malinconia la ricerca dell'amore da parte di alcuni amici che vivono a Seattle, sullo sfondo del movimento musicale grunge dei primi anni Novanta. Le scene e i dialoghi esilaranti sono diversi, ma costretti a scegliere un momento specifico propendiamo per quello in cui Kyra Sedgwick racconta a Campbell Scott un bizzarro episodio accadutole in compagnia di un ragazzo con cui in passato era uscita. Mentre erano sulle montagna russe, del tutto fuori contesto, lui le aveva rivelato di averle mentito e di essersi rimesso con la sua ex la sera prima: "Sai, quella storia dei soldi che ho ereditato da mio padre... me la sono inventata. Inoltre, mi sono rimesso con Lynn ieri sera e questo probabilmente ti farà arrabbiare". Subito dopo aver udito queste parole, sempre nel ricordo della Sedgwick, vediamo i due che si ritrovano ad affrontare una discesa ripida, con lei che si lascia andare a un urlo disperato e non certo dovuto alla paura delle montagne russe.


49. Cuore selvaggio
1990 – Thriller

Premiato con la Palma d'oro al Festival di Cannes dalla giuria presieduta da Bernardo Bertolucci, il film del 1990 di David Lynch è un road movie originale e molto sopra le righe che si muove costantemente lungo il filo dell'eccesso, del grottesco e del kitsch. Un'opera spiazzante e magari imperfetta, certamente non per tutti i gusti, che presenta numerosi momenti intriganti e in cui la rappresentazione ironica della violenza fa pensare alla poetica di Tarantino, il quale avrebbe esordito con Le iene due anni più tardi. Tra le tante possibilità, scegliamo la corsa finale di Nicolas Cage verso l'amata Laura Dern. Dopo essere stato picchiato da una gang per imprecisati motivi, l'uomo ha una visione di una "strega buona" che lo convince a tornare dalla donna per cominciare una nuova vita. Così, il protagonista corre sopra diverse macchine ferme in fila per via di un incidente e la raggiunge, abbracciandola e cantandole Love Me Tender di Elvis Presley. La scena occuperà l'intera durata dei titoli di coda.


48. Arma Letale 3
1992 – Azione

Il terzo film della fortunata serie prodotta da Joel Silver non è certo ricordato come il migliore della saga, ma funziona comunque piuttosto bene e, oltre che sull'alchimia tra Mel Gibson e Danny Glover, può contare su alcune scene d'azione molto divertenti. D'altronde, rispetto ai due precedenti film, Arma letale 3 si concentra con maggiore forza sugli aspetti comici, mettendo in secondo piano gli elementi più drammatici e violenti. La nostra menzione di scena cult va alla sequenza di apertura del film, in cui Gibson e Glover arrivano davanti un grande palazzo a seguito di un allarme bomba. Giunto a otto giorni dalla pensione, Glover tenta di convincere il più impulsivo collega, sprezzante del pericolo, ad aspettare gli artificieri. Gibson però con la sua parlantina lo trascina all'interno dell'edificio e combina un disastro, tagliando il filo sbagliato collegato alla bomba e intimando all'amico di scappare al grido di "Agguanta il gatto!".


47. Quei bravi ragazzi
1990 – Drammatico

Uscito nel 1990 dopo essersi portato a casa il Leone d'argento per la miglior regia al Festival di Venezia, il gangster movie di Martin Scorsese si avvale delle ottime interpretazioni di tutto il cast principale e alterna con sapienza sequenze più squisitamente drammatiche a momenti piuttosto spassosi. La scena che probabilmente tutti noi ricordiamo per prima quando pensiamo a Quei bravi ragazzi è quella del locale in cui il personaggio istrionico e fuori di testa interpretato da Joe Pesci, verso l'inizio del film, racconta una delle sue tante esperienze con la polizia. Dopo aver condiviso l'aneddoto con i bravi ragazzi, l'uomo sembra non prendere affatto bene il commento di Ray Liotta, che gli dice di considerarlo una persona buffa. È in questo momento che Joe Pesci pronuncia le celebri parole "Buffo come? Che ci trovi di buffo? Buffo come un pagliaccio? Ti diverto?". L'atmosfera si fa subito tesa, ma alla fine si risolve tutto in uno scherzo. Con l'evolversi del film, capiremo che si tratta di un momento rivelatore della personalità imprevedibile del temibile gangster.


46. Ricomincio da capo
1993 – Commedia

Quando il film di Harold Ramis ha inizio, lo spettatore non può avere idea di cosa lo attenda per la successiva ora e mezza. Tutto comincia come una normale commedia in cui Bill Murray è un meteorologo televisivo egoista e pieno di sé in partenza per Punxsutawney. Nella cittadina, il giorno seguente è la festa della marmotta: secondo la tradizione se una marmotta svegliandosi vede la propria ombra, allora ci si dovrà aspettare altre sei settimane di inverno. Nel momento in cui il protagonista si trova incastrato in un loop temporale che lo costringe a rivivere continuamente la stessa giornata, però, la sua vita cambierà drasticamente. Murray inizierà così a rendersi conto che è necessario dare una svolta alla propria esistenza. Qui la scena cult per antonomasia non può che essere la prima in cui il nostro si risveglia accorgendosi con stupore di trovarsi nella giornata appena passata. Vent'anni prima di Source Code ed Edge of Tomorrow - Senza domani, c'è stato Ricomincio da capo.


45. Toy Story/Toy Story 2
1995 – Animazione

Grazie alle numerose trovate inventive e alla capacità di far riflettere con notevole brio, ma anche una certa vena malinconia, su temi quali l'amicizia, le aspettative personali, la solidarietà e la necessità di andare oltre i pregiudizi, i due film d'animazione sono entrati di diritto nella cultura popolare. Per quanto sia arduo scegliere una sola scena, optiamo per quella di Toy Story in cui i giocattoli capitanati da Woody prendono per la prima volta vita dopo che il loro giovane padrone si è allontanato dalla stanza da letto, in attesa dell'arrivo degli amici per la sua festa di compleanno. Il fatto che i giocattoli fossero vivi, d'altronde, ce lo aveva già sapientemente suggerito il regista John Lasseter nella sequenza immediatamente precedente, quella sui titoli di testa in cui il bambino gioca con Woody correndo in giro per tutta casa. La precisa scelta di regia di mostrare diverse soggettive del giocattolo è significativa e ci fa capire come il film d'animazione (il primo girato interamente in CGI) abbia una regia consapevole e di alto livello.


44. Essere John Malkovich
1999 – Commedia

Il film del 1999, oltre a rivelare il notevole talento dello sceneggiatore Charlie Kaufman e del regista Spike Jonze, colpì subito molti spettatori in giro per il mondo grazie alla storia intrigante e non convenzionale. Un burattinaio che non è mai riuscito a raggiungere il successo (John Cusack) trova per caso nell'ufficio in cui lavora come archivista un misterioso tunnel in grado di condurre nella testa di John Malkovich (interpretato dallo stesso attore dell'Illinois). La scoperta porterà a tutta una serie di sorprendenti sviluppi narrativi. La scena più celebre di Essere John Malkovich è senza dubbio quella in cui Malkovich, una volta venuto a conoscenza del tunnel, decide di entrarvi di persona. Si ritroverà poco dopo nel mezzo di una grande sala in cui ogni personaggio ha il suo volto e può esprimersi con la sola parola "Malkovich". Una scena esilarante e inquietante di uno dei film più originali dell'intero decennio preso in considerazione.


43. Tutti pazzi per Mary
1998 – Comico

La scena scelta in questo caso, a differenza della precedente, non ha proprio nulla di inquietante. Di sicuro però è esilarante e rappresenta uno dei momenti più popolari in assoluto della commedia USA degli anni Novanta. Per allentare la tensione dell'appuntamento con la bellissima Cameron Diaz, Ben Stiller decide di masturbarsi in bagno prima dell'arrivo della ragazza. Peccato però che una volta consumato l'atto, il nostro non riesca più a capire dove sia finito lo sperma. Quando poco dopo la Diaz bussa alla porta e lui va ad aprirle, lei scambia lo sperma di Stiller per qualcos'altro: "Che cos'è quello? Sull'orecchio sinistro... è gel per capelli! Bene, io l'ho finito!". La ragazza decide così di fare uso dell'atipico "gel" per modificare la propria acconciatura e il suo improbabile ciuffo è divenuto fin da subito una vera e propria immagine di culto. Tutti pazzi per Mary offre diverse altre scene particolarmente spassose e rappresenta con Scemo e più scemo la vetta della comicità dei fratelli Farrelly, i quali con i film successivi non sono più riusciti a raggiungere gli stessi livelli.


42. Mission: Impossible
1996 – Azione

Dalla commedia passiamo ora al cinema d'azione. Se si pensa a dei momenti cult in questo contesto, non si può non far riferimento a Mission: Impossible, il primo episodio diretto da Brian De Palma del franchise di successo sull'agente segreto Ethan Hunt. Per quanto la sceneggiatura non sia esente da qualche forzatura o passaggio poco convincente, le sequenze ad alta tensione e piene di suspense all'epoca colpirono nel segno e sono ancora oggi un piacere da vedere. La nostra scelta cade sulla scena piuttosto lunga in cui la squadra capitanata da Cruise si introduce nella sede della CIA per rubare dal computer centrale la lista degli agenti sotto copertura. De Palma qui è magistrale nel costruire un'atmosfera di tensione costante, che culmina con la goccia di sudore raccolta da Cruise con il palmo della mano e la caduta del coltello di Jean Reno sul tavolo del computer.


41. Magnolia
1999 – Drammatico

A soli 29 anni, nel 1999 Paul Thomas Anderson ha realizzato un potente e ambizioso affresco corale che riflette sulla vita, la morte e l'amore con una grazia e una forza espressiva fuori dal comune. Gli avvenimenti che accadono in ventiquattro tumultuose ore portano i tormentati protagonisti a fare i conti con il proprio passato in quanto, come si dice in due occasioni durante il film, "possiamo chiudere con il passato, ma il passato non chiude con noi". Ad Anderson tre tesissime ore di narrazione bastano appena per rappresentare un mondo in cui dominano forti emozioni, sofferenze indicibili e forse, alla fine, inaspettate redenzioni. Tra le numerose sequenze memorabili, la scena entrata nell'immaginario collettivo è senza dubbio quella della pioggia delle rane, che giunge quando le molteplici linee narrative hanno raggiunto il loro climax. Anche chi non ha mai visto il capolavoro di Anderson avrà in qualche modo sentito parlare di questa scena.
 
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Parte II (40-31)






40. Una vita al massimo
1993 – Azione

È questione di un attimo, giusto il tempo di incontrarsi in un cinema e di conoscersi in un negozio di fumetti: Clarence ama Alabama. Alabama ama Clarence. Amanti sinceri, quasi ingenui nel promettersi sin dal primo momento massima fiducia e tanta sincerità. Ma Una vita al massimo non è (solo) una bella favola romantica, ma un effetto domino dove omicidi, mafia, droga e cultura pop viaggiano on the road. Tony Scott dirige un cast incredibile (Christian Slater, Patricia Arquette, Brad Pitt, Val Kilmer, Gary Oldman, Samuel L. Jackson, James Gandolfini), mentre quell'affabulatore di Quentin Tarantino scrive e affila lingue che sembrano grilletti. Per questo non possiamo dimenticare il duello grottesco tra Christopher Walken e Dennis Hopper. Tarantiniano sino al midollo.


39. La vita è un sogno
1993 – Commedia

Ancora la parola "vita" in un titolo. Una traduzione che tradisce il riferimento ai Led Zeppelin e banalizza l'originale Dazed and Confused (martoriato da un doppiaggio italiano pessimo), ma che involontariamente o meno sposa il tema tanto caro a Richard Linklater: l'esistenza e il suo scorrere, il tempo che passa, ci cambia e per questo, a volte, spaventa. American Graffiti ispira, mentre la musica fa da guida in questo viaggio lungo poche ore in una gioventù avvinghiata alla spensieratezza. E allora, come si fa a non eleggere il David di Matthew McConaughey testimonial generazionale? Una sola battuta per fotografare un film intero: ("È questo che mi piace delle liceali: io invecchio, loro restano della stessa età")


38. L'esercito delle dodici scimmie
1995 – Fantascienza

Occhi sgranati, sguardi spiritati. È così che si guarda al futuro. Il 2035 immaginato da Terry Gilliam coincide con una fantascienza cupa e delirante, afflitta da un virus mortale e dal desiderio impossibile di porvi rimedio. In questo film malato, sgradevole per ogni claustrofobico, il viaggio nel tempo si confonde presto con un'epopea nella mente di un uomo. Ma il percorso è un labirinto scivoloso, pieno di sangue e di sudore. Bruce Willis è più disorientato dello spettatore, mentre Brad Pitt, già quattro anni prima di Fight Club, aveva già le idee chiare sul consumismo.


37. Fargo

1996 – Poliziesco

La neve copre tutto, anche il senso il colpa. Così l'ovattato candore del North Dakota si tinge presto di sangue, sporcato da un piano strampalato, ordito da un uomo che non riesce a farsi bastare una vita normale. In questo memorabile noir bianco l'avidità è goffa, il cinismo è stupido, la cattiveria amica dell'inettitudine. Ma dentro un panorama gelido, dove sembra che tutto sia destinato a rimanere fermo e cristallizzato, vincono le persone semplici come Marge. Poliziotta e futura mamma, alla quale i fratelli Coen dedicano la scena finale dell'arresto, con quel piede nella cippatrice che diventa emblema del tragicomico.


36. Dracula di Bram Stoker
1992 – Horror

Non esistono crocifissi e paletti che tengano: ci sono icone dure a morire, che si nutrono del tempo per passa per ritornare in vita senza perdere il loro fascino antico. Dracula è l'archetipo del vampiro ma è il cinema a nutrirsi di continuo del suo sangue. Nel 1991 Francis Ford Coppola sembra trasformare il cinema nel più cupo e ispirato dei romanzi gotici. L'atmosfera lugubre, la scenografia teatrale e poi un Gary Oldman sontuoso che in questa scena ci ricorda che il grande cinema si nasconde spesso nei piccoli gesti. Vi diamo un indizio: c'entra un rasoio.


35. Strange Days
1995 – Fantascienza

Se il postmoderno fosse un film, si chiamerebbe Strange Days. Kathryn Bigelow fa correre le lancette del tempo sino al 1999, verso l'alba di nuovo millennio allucinato da miraggi virtuali. Prima che il Millenniun bug diventasse uno spauracchio di massa, questa distopia ci ha mostrato ben altri virus sociali: il bisogno di evadere da se, la dipendenza dalla simulazione, la disperazione della personalità. Le sue sequenze in soggettiva, a partire dal bellissimo e potentissimo incipt del film, sono ancora installate nelle nostre retine.


34. Heat - La sfida
1995 – Azione

Probabilmente la locandina di questo spietato poliziesco metropolitano pesava quintali. Contenere il nome Michael Mann e i volti di Al Pacino e Robert De Niro al loro apice di mitizzazione trasformava un foglio in un monumento. Nel 1995 i due interpreti valicavano il concetto di "grandi attori" e partivano per una Los Angeles affascinante, pronta ad ospitarne il duello. Il bene e il male che si riscoprono simili, attraverso la dedizione di due uomini ossessionati dal loro lavoro, dal loro ruolo nel mondo. Un sfida anche metacinematografica, caratterizzata dalla competizione tra i due attori. Leggenda vuole che il minutaggio riservato ad Al e Robert fosse pressoché identico, tutelato da un accordo che garantiva la stessa presenza scenica. Tra i due litiganti ha vinto Mann. Ma anche il doppiaggio italiano non è stato da meno, all'altezza di un indimenticabile faccia a faccia.


33. Eyes wide shut
1999 – Drammatico

Maniacale, ossessivo, carnale: è il rapporto tra Stanley Kubrick e il cinema. E' il modo in cui Kubrick lo ha salutato. Eyes Wide Shut guarda alla coppia come ad una chimera, creatura costretta alla convivenza di nature opposte. Attraverso la lente dell'eros, l'uomo e la donna appaiono legati a dimensioni quasi inconciliabili. Tra mente e corpo, desideri e carnalità, Kubrick non celebra il sesso come piacere, ma lo mette in scena come un rituale. Servono il sacro e il profano per celebrare un mito. Noi lo ricordiamo così.


32. Il re leone
1994 – Animazione

Due movimenti opposti: un cucciolo sollevato verso cielo e un grande leone che cade verso il baratro. La nascita e la morte, in mezzo c'è la vita. È questo che canta Elton John con The Circle of Life, note d'apertura di uno dei più grandi cartoni Disney di sempre. L'età d'oro disneyana coincide con gli anni Novanta, scovando nella Savana la sua apoteosi. Storia di formazione, di ricerca, scoperte e ritorni, Il re leone ritrova coraggio (con uno dei più laceranti addii di sempre) senza perdere di vista la spinta vitale. Per questo riguardiamo questo film come Simba fa con la volta stellata al fianco dell'indimenticabile Mufasa, avendo nelle orecchie (non ce ne voglia Elton) una canzone tanto cara ad un suricato ad un facocero.


31. American Beauty

1999 – Drammatico

"È difficile restare arrabbiato quando c'è tanta bellezza nel mondo". Bello come una rosa e spinoso come il suo stelo, American Beauty celebra la bellezza nascosta in un mondo peggiore di come appare. Le ordinate case a schiera, la famiglia, il lavoro: ogni spazio contiene un dramma pronto a compiersi. Noi siamo dal primo all'ultimo minuto al fianco di Lester, uomo frustrato da una vita castrante, dove l'abitudine soffoca desideri e dove il malessere è quasi una necessità per ritrovare i sentimenti. Poetico e diretto, il film di Sam Mendes abbandona il sogno (americano) per lasciare il segno con un finale amaro e potente. Ma la scena cult è quella che dà forma alle fughe proibite di Lester: la moglie accanto e una visione peccaminosa sopra la testa...
 
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Parte III (30-21)





30. Il corvo
1994 – Azione

Un film come Il Corvo resterà sempre legato all'insensata tragedia che lo ha accompagnato, al triste destino incontrato da Brandon Lee sul set del film. Chi ha vissuto il periodo dell'uscita del film, però, ricorderà che la partecipazione emotiva alla morte del suo protagonista era accompagnata da un'attenzione al fenomeno Il Corvo a trecentosessanta gradi, dalle cupe pagine del fumetto di James O'Barr alla colonna sonora contenente brani di Stone Temple Pilots, The Cure, Nine Inch Nails ed altri esponenti di diverse anime del rock, che grazie ad una selezione accorta contribuiscono a creare l'atmosfera dark della soundtrack e del film. Più di una delle scene costruite da Alex Proyas restano nell'immaginario popolare, così come suggestioni e frasi della pellicola (su tutte la celebre "non può piovere per sempre"), ma quella che vogliamo ricordare, che è stampata letteralmente a fuoco nei nostri occhi, è la silhouette del corvo tracciata con le fiamme.


29. Point Break
1991 – Azione

Mettiamo da parte lo scialbo remake dello scorso anno, il Point Break originale, quello diretto nel 1991 da Kathryn Bigelow, è un action che ha saputo segnare una svolta nel suo genere di appartenenza mettendo insieme lo sport, in particolare il surf, ed elaborati inseguimenti resi ancor più coinvolgenti grazie all'uso della camera a mano. Se però dobbiamo trovare un elemento del film che ha saputo fin da subito catalizzare l'attenzione del pubblico dell'epoca, fungendo da biglietto da visita di una pellicola che ha guadagnato sempre maggior consenso nel corso degli anni, è senza dubbio quello delle maschere dei presidenti con le quali i protagonisti occultano la propria identità nel corso delle rapine. Una trovata geniale che ha senza dubbio contribuito a consolidare lo status di cult del film della Bigelow ed è stata citata spesso negli anni successivi... anche nel nostro paese!


28. L'armata delle tenebre

1992 – Horror

C'erano già state avvisaglie ne La casa 2, quando l'approccio decisamente horror del capostipite della serie iniziava ad essere annacquato da un gusto dell'eccesso che ne rendeva la tensione più scanzonata e sopportabile, ma è con il terzo capitolo L'armata delle tenebre che lo spirito eccessivo e sopra le righe di Sam Raimi viene fuori in tutta la sua adorabile genialità. Complice uno dei personaggi più folli e sopra le righe degli ultimi decenni: l'Ash di Bruce Campbell, così imponente e capace di lasciare un segno nei cuori degli spettatori di un paio di generazioni. Al punto da meritarsi una serie TV tutta per sé a oltre due decenni di distanza. La scena cult? C'è da chiederlo? La folle fuga dal pozzo con tanto di aggancio volante della motosega al posto della mano mozzata. Da storia del cinema!


27. Misery non deve morire

1990 – Thriller

Chi ha letto il romanzo di Stephen King da cui Misery è tratto, saprà che le sevizie che Annie Wilkes opera ai danni del proprio mito/prigioniero Paul Sheldon sono più drastiche e cruenti di quanto messo in scena da Rob Reiner nel suo adattamento. Eppure la sequenza in cui la disturbata infermiera interpretata da Kathy Bates spacca un piede al malcapitato scrittore riesce ad avere un impatto violentissimo sullo spettatore, forse addirittura più possente e doloroso di quanto avviene leggendo dell'amputazione raccontata da King. È la scena che abbiamo scelto per rappresentare il film, che però funziona nel suo complesso, per merito dell'accorta regia di Reiner, ma anche e soprattutto per le splendide interpretazione dei due protagonisti, la già citata, e premiata con Oscar, Bates e l'altrettanto bravo James Caan.


26. True Lies
1994 – Azione

Nell'ambito della folgorante carriera di James Cameron, tra cult come Terminator e Aliens - Scontro finale, tra successi come Titanic e Avatar, si rischia di perdere di vista altre gemme create dall'autore. Una di queste è True Lies, film d'azione che prende in giro sé stesso e il genere, con un autoironico Arnold Schwarzenegger più in forma che mai nei panni di una spia dalla doppia vita. Potremmo citare più di una scena che rende il film unico, spaziando da un interrogatorio condito da siero della verità ad un indimenticabile tango, ma un momento che riassume lo spirito e l'approccio di True Lies e dei suoi protagonisti è l'impagabile striptease di Jamie Lee Curtis al cospetto del marito in penombra, deciso a metterla alla prova per scoraggiare le sue aspirazioni da spia.


25. The Truman Show
1998 – Drammatico


Il fenomeno dei Reality Show era giovanissimo quando nel 1998 Peter Weir ne ha raccontata la più efficace, riflessiva e toccante analisi con The Truman Show. Grazie a un Jim Carrey emozionante e misurato come mai prima di allora, il regista australiano, che già avevamo amato il decennio precedente per L'attimo fuggente, riesce a mettere in scena con spietata realtà il mondo fittizio e surreale in cui il protagonista Truman ha vissuto tutta la sua esistenza, dalla nascita al momento della sua consapevole liberazione. È proprio quella sequenza finale che ci piace ricordare come scena cult del film, perché nel suo richiamare il tipico saluto/tormentone dello show chiude il cerchio e ci consegna un Truman trasformato e pronto ad abbracciare l'ignoto della vita fuori dalla cupola. "Buongiorno! E casomai non vi rivedessi... buon pomeriggio, buonasera e buonanotte!"


24. Le ali della libertà
1994 – Drammatico

Pur essendo un ottimo film, il riscontro positivo che Le ali della libertà ha sempre ottenuto da parte del pubblico è qualcosa che ha dell'incredibile. Una spiegazione di questo legame è da identificare nella capacità del suo regista Frank Darabont di capire e riprodurre il feeling della novella di King alla quale si è ispirato per il suo film, quella Redenzione di Shawshank che si inserisce in una delle più belle raccolte dell'autore del Maine. In un film compatto e coerente, è difficile estrapolare un'unica sequenza veramente di culto, ma c'è un'immagine che rappresenta la pellicola e che torna con decisione alla mente quando si pensa ad essa: quella di Tim Robbins con le braccia aperte sotto la pioggia battente. Quella che vedete qui sotto.


23. Nightmare before Christmas
1993 – Animazione

Anche se la regia di The Nightmare Before Christmas è firmata da Henry Selick, nessuno potrebbe mai pensare che il film nel suo insieme sia in tutto e per tutto opera di Tim Burton: lo stile, i temi, lo spirito dell'artista californiano sono così presenti e portanti da non poter avere nessun dubbio al riguardo. È con poetica malinconia che Burton confeziona la sua favola gotica, raccontandoci del paese di Halloween e della fascinazione nata nel suo re Jack Skeleton per una festività dallo spirito opposto al loro come quella del Natale. Un contrasto che si concretizza nella mirabile sequenza della consegna dei regali confezionati in quel di Halloween per volere di Jack, doni che hanno ovviamente un adorabile gusto dell'orrido, dal serpente che cerca di ingoiare l'albero di Natale alla testa mozzata accolta con stupore dal bimbo che la riceve.


22. Schindler's List
1993 – Drammatico

L'importanza e gravità del tema di Schindler's List pone il film di Steven Spielberg su un piano diverso da quello di un film di culto. Ma se parliamo della capacità di lasciare un segno e ritagliarsi uno spazio in quel caleidoscopio di suggestioni che è l'immaginario collettivo, c'è elemento della pellicola che siamo obbligati a considerare in tal senso. Parliamo ovviamente di quella incredibile trovata di regia che è rappresentata dalla bambina col cappottino rosso, unico elemento colorato nel contesto dello splendido bianco e nero di Janusz Kaminski. Un dettaglio che diventa strumento narrativo e ci permette di seguire la bambina fino alla sua tragica fine con discrezione e assordante evidenza. Una trovata che è insieme sottile ed imponente, delicata e angosciante. La sintesi di quello che può essere il cinema.


21. Forrest Gump
1994 – Drammatico

Trovare una sequenza memorabile in un film che racconta una intera vita memorabile non è affatto semplice. Si potrebbe pensare al Forrest bambino che mostra un particolare passo di danza ad Elvis, o al momento in cui scopre la sua abilità nella corsa, o ancora al discorso a microfoni spenti sulla guerra in Vietnam. C'è però un'immagine che è di fatto simbolo del film e di quello che rappresenta: quella di Tom Hanks seduto sulla panchina in attesa di un autobus che non arriva mai, intento a illustrare la propria vita agli altri passeggeri che a turno gli si affiancano, offrendo cioccolatini, aneddoti e pensieri. "La vita" ci insegna Forrest "è come una scatola di cioccolatini." La stessa che ha con sé, a cui attinge e dalla quale offre. È proprio con questa immagine che chiudiamo questa parte della nostra classifica, dandovi appuntamento alla prossima settimana e ad altre dieci indimenticabili cult degli anni '90.
 
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Parte IV (20-11)




20. Prima dell'alba

1995

Al tavolo di un caffè Céline e Jesse, che fino a quel momento della loro magica notte viennese si erano prodotti in riflessioni profonde e conversazioni sofisticate, scherzi e battute, cercando di ammaliarsi e schermirsi vicendevolmente senza però rivelarsi davvero l'una all'altro, trovano d'un tratto la chiave giusta per confessare non solo le ragioni che li hanno portati a trascorrere insieme quella manciata di ore rubate, ma anche la propria vera essenza, la propria fragilità. Julie Delpy e Ethan Hawke, vibranti e autentici, dimostrano in questa scena quale dominio avessero già allora dei personaggi che li avrebbero accompagnati per diciotto anni, con i successivi Before Sunset - Prima del tramonto e Before Midnight.


19. Braveheart - cuore impavido

Non era certo difficile immaginare come si sarebbe conclusa la vicenda narrata in Braveheart, considerata la sorte ben nota del suo protagonista, l'eroe nazionale scozzese William Wallace. Mel Gibson tuttavia, senza edulcorare la violenza di una sanguinosa esecuzione, riesce a confezionare un'uscita di scena dallo straordinario impatto emotivo che rappresenta un indimenticabile omaggio a William Wallace e a chiunque abbia lottato per la libertà degli individui e dei popoli nella storia di questa misera umanità. Chi ha visto il film premio Oscar di Gibson, difficilmente si sarà scordato questa scena.


18. Edward mani di forbice


La meravigliosa fiaba di Tim Burton che ha visto Johnny Depp incarnare il più romantico e commovente dei suoi eroi non lesina momenti emozionanti, ma ad esserci rimasta nel cuore per la sua grazia fuori dal comune è la scena in cui, mentre Edward scolpisce un angelo di ghiaccio, Kim/Winona Ryder danza nel turbinare dei frammenti.
Le note della "Ice Dance" di Danny Elfman regalano un'atmosfera sognante a questa scena che illustra il cuore tematico del film: la delicatezza e la poesia con cui il freak Edward è in grado di toccare le vite degli altri.


17. Scream


A rendere particolarmente significativa la sequenza iniziale di Scream sono molti elementi, non ultimo il fatto che il film si apre con un'attrice di un certo calibro e prestigio come Drew Barrymore, che avrebbe tutte le carte in regola per essere la protagonista di un film horror di primo piano come quello di Wes Craven... per poi eliminarla dopo pochi minuti. Alle prese con gli indovinelli e il sadismo del suo tormentatore telefonico, Drew si mette d'impegno per fare di quei pochi minuti una delle cose migliori del film.


16. Clerks - commessi


Per quanto, negli anni, il cinema di Kevin Smith abbia perso molto del suo brio e della sua forza eversiva, noi continuiamo a essergli grati per la gioia cinefila che ci regalò nel 1994 con Clerks. Impossibile lasciare il cinema senza le mascelle dolenti per le risate grazie a questa pellicola che, oltre che esilarante, è anche il malinconico ritratto di una generazione di giovani americani simpatici e spiantati. La scena indimenticabile? La scelta è difficile, ma a Piccolo Pippo cucciolo eroico e alla colossale maducazione (e conoscenza enciclopedica del mondo del porno) di Randal Graves non si comanda.


15. Codice d'onore


Codice d'onore: il momento più memorabile del film con Jack Nicholson al banco dei testimoni
In un caso come quello del lavoro di Rob Reiner scritto da Aaron Sorkin, c'è una convergenza pressoché assoluta tra la scena di culto e il film. Considerato un ottimo e anche piuttosto originale legal drama, Codice d'onore diventa leggenda quando Jack Nicholson sale sul banco dei testimoni per il confronto tra il colonnello Jessep e il tenente Kaffee, avvocato militare interpretato da Tom Cruise. La scena del serratissimo interrogatorio durante il quale Kaffee riesce a far cadere "in trappola" l'ufficiale è la dimostrazione di quello che può fare un grandissimo attore con poche battute, e il suggello ideale della carriera impareggiabile di Nicholson.


14. Il grande Lebowski


Forse la più difficile gatta da pelare di questa infornata di classici anni '90. Come fare a scegliere una sola scena memorabile per un film che è praticamente memorabile dall'inizio alla fine, la sublimazione del cult? Ma siccome non stiamo giocando a bowling contro Walter Sobchak, possiamo barare; ne scegliamo una e ne menzioniamo altre tre: l'entrata in scena del perfido Jesus/ John Turturro, le escandescenze di Walter/ John Goodman quando il povero Smokey supera la linea, e il volo di Maude/ Julianne Moore. Per la selezione "ufficiale", eccovi il trailer di Gutterballs, il magnifico trailer del film immaginario che nasce dal connubio tra droga e bowling della mente del Drugo.


13. Salvate il soldato Ryan


Salvate il soldato Ryan: una scena del film di Steven Spielberg
Uno dei momenti più alti del cinema di Steven Spielberg, la sequenza iniziale di Salvate il soldato Ryan è frutto di un immenso sforzo tecnico, umano e filologico volto ad investire lo spettatore con lo stordimento, il terrore e la scarica di adrenalina causati da un'esperienza come quella dello sbarco in Normandia delle truppe americane il fatidico 6 giugno del 1944.
Al fine di ottenere quello che voleva per le straordinarie sequenze del D-Day, girate su una spiaggia irlandese, Spielberg impiegò oltre due mesi di riprese. Ma ne è valsa la pena, voi che dite?


12. Le iene


Un altro film caratterizzato da una cornucopia di sequenze cult è il film d'esordio di Quentin Tarantino, Reservoir Dogs, in cui l'enfant prodige del Tennessee mette insieme un'irresistibile, elegantissima e sboccata banda di gangster.
Tra vulcaniche scene dialogiche e sparatorie assortite, a colpire più duro, fino a diventare una delle scene più rappresentative del cinema di Tarantino, è la sequenza della tortura di Michael Madsen/Mr. Blonde ai danni di un giovane agente di polizia sulle note di Stuck in the Middle with You degli Stealers Wheel.


11. Seven


Si è parlato in lungo e in largo del finale di Seven, così integrale all'ordito del film; sembra però è che la New Line fece di tutto per avere una conclusione diversa per la sfida tra i detective Somerset e Mills e il serial killer John Doe, e ciò che seguì fu una sorta di braccio di ferro vinto dal regista con il sostegno di Morgan Freeman e Brad Pitt, che minacciarono di abbandonare il progetto se non si ripristinava il finale originario. Quel finale che rende nichilisticamente perfetto il cupo e maestoso thriller di David Fincher, e ha rappresentato una brutale, definitiva perdita dell'innocenza per tutti noi.
 
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Parte Finale (10-1)



10. Thelma & Louise
1991 – Drammatico

Se l'instancabile Ridley Scott è considerato non solo un maestro del cinema ma anche come un regista femminista, è soprattutto grazie a questo film: un'opera che ci racconta l'autentico e vibrante rapporto di amicizia tra due donne molto diverse, ma che descrive anche le sfide, i paradossi, le ingiustizie che le donne sono costrette a subire in una cultura paritaria solo sulla carta, ma in realtà ancora profondamente maschilista.
Ma il pregio maggiore dell'opera del cineasta inglese non sta nel coraggio con cui conduce il suo attacco frontale al sessismo sistemico e al privilegio maschile, e nemmeno nelle due preziose interpretazioni di Susan Sarandon e Geena Davis; è nella scelta di non fare di Thelma e Louise delle vittime, ma delle eroine. Così, voltando le spalle a un mondo che le sfrutta, le umilia e le punisce, queste indimenticabili ribelli trionfano nella maniera più catartica e soddisfacente possibile nell'iconico finale del film.


9. I soliti sospetti

1995 – Giallo

Molto prima di dedicare la sua carriera agli X-Men, l'allora semi-sconosciuto Bryan Singer sconvolse il mondo cinematografico con questo thriller geniale che ebbe, tra l'altro, anche il merito di consacrare il talento di Kevin Spacey. I due gioielli del film, Spacey e la sceneggiatura, vinsero entrambi il meritatissimo Oscar, ma in realtà grazie al mito di Keyser Söze e alla clamorosa e perfettamente congegnata rivelazione finale il film era già diventato immortale.
"La beffa più grande che il diavolo abbia mai fatto è stato convincere il mondo che lui non esiste". E come niente... sparisce.
Anzi no, non sparisce affatto, perché venti anni dopo chiunque abbia visto questo film, anche solo una volta, quella scena finale non la può dimenticare.


8. Il silenzio degli innocenti

1991 – Thriller

Terzo film in assoluto nella storia del cinema ad aver vinto i cinque Oscar più importanti: miglior film, miglior regia, miglior attore, miglior attrice e migliore sceneggiatura. È giustamente considerato uno dei migliori thriller di tutti i tempi, e le performance di Jodie Foster e Anthony Hopkins ancora oggi rappresentano uno dei migliori duetti/duelli su schermo di sempre.
Eppure, se dobbiamo scegliere la scena culto, quella che più ci è rimasta impressa, prima ancora di pensare ai perturbanti incontri tra Hannibal Lecter e Clarice torniamo con il pensiero all'inquietante Buffalo Bill ed il suo ansiogeno balletto sulle note di Goodbye Horses. E quindi applausi a Ted Levine ma soprattutto a Jonathan Demme.


7. Terminator 2 - il giorno del giudizio

1991 – Fantascienza

Da subito T2 fu definito uno dei migliori sequel di sempre, e non solo per la spettacolarità delle scene d'azione ma soprattutto per come James Cameron riuscì ad ampliare e rendere più affascinante e complesso l'universo, già di per sé originale e immaginifico, del suo primo film. Tra i tanti meriti di questo sequel c'è poi l'essere riuscito a trasformare il cyborg interpretato da Arnold Schwarzenegger: non più solo un killer senza cuore, ma un personaggio vero che interagisce, cresce e riesce ad emozionare.
Ed è per questo che la scena finale è assolutamente leggendaria, ma a colpire i fan e gli spettatori dell'epoca fu soprattutto il rapporto del T-800 con il giovane John Connor di Edward Furlong e le sue "lezioni" per diventare più cool. Ci piace immaginare quello che all'epoca i produttori avranno detto leggendo lo script per la prima volta. "Fantastica! Ma come riuscirai a far recitare il buon Arnold?" E la risposta di Cameron nella nostra mente non può che essere una: "No hay problema".


6. Il sesto senso

1999 – Horror

In questo periodo di spoilerofobia imperante in cui ci troviamo per "colpa" dei social, fa quantomeno sorridere che qui continuiamo parlare di film che devono la loro fama al colpo di scena finale. In questo caso un twist talmente celebre da essere diventato immediatamente un topos narrativo sfruttato in lungo e in largo negli anni successivi.
Eppure nel film di M. Night Shyamalan c'è molto di più di una sceneggiatura praticamente perfetta, ci sono per esempio anche due interpretazioni da brividi della star Bruce Willis e del giovanissimo e talentuoso Haley Joel Osment, che a soli 10 anni ci spezzava il cuore con la sua confessione: "Vedo la gente morta".


5. Fight Club

1999 – Drammatico

Sono davvero pochissimi i film nella storia del cinema che si possono dire essere diventati oggetti di culto in modo istantaneo, e tra questi un posto d'onore lo merita senza alcun dubbio il film di David Fincher. Il merito è certamente del romanzo di Chuck Palahniuk e del suo argomento attualissimo, così come dell'ottimo cast capitanato da Edward Norton e Brad Pitt o della colonna sonora dei Dust Brothers a cui va aggiunta la Where Is My Mind? dei Pixies che si adatta perfettamente all'ultima scena del film.
Ma è stato soprattutto Fincher con le sue scelte di regia e montaggio coraggiose e anche un po' bizzarre a regalare al film quell'alone di mistero e ambiguità dalla prima all'ultima scena, l'ingrediente perfetto per fare diventare questo film non solo un mito, ma un'opera che paradossalmente ti fa sentire meno solo. Ti fa sentire parte di un club segreto, con tanto di regole.


4. Matrix

1999 – Fantascienza

Anche in questo caso siamo alla fine del decennio, ma il film dei (fratelli all'epoca, ora sorelle) Wachowski ha veramente segnato un'epoca con il suo bullet time, con la sua capacità di mescolare generi, cinematografie e culture molto lontane tra loro (Cameron e Philip K. Dick, il cinema di Hong Kong e i fumetti americani, i videogiochi e la filosofia orientale) e, perché no, anche con un po' di furbizia. Nonostante i tentativi il risultato fu talmente tanto riuscito da divenire irreplicabile e forse anche inspiegabile. Perché, come dice Morpheus:
Nessuno di noi è in grado, purtroppo, di descrivere Matrix agli altri. Dovrai scoprire con i tuoi occhi che cos'è


3. Jurassic Park

1993 – Avventura

Chi non era in sala quel 17 settembre del 1993 difficilmente potrà immaginare lo stupore che la prima visione al cinema di Jurassic Park provocò in un'intera generazione di spettatori. Le indimenticabili musiche di John Williams unite ai sorprendenti effetti speciali della Industrial Light & Magic rappresentarono un connubio ed un'esperienza più unica che rara, un qualcosa che sarebbe rimasto per sempre nel cuore degli spettatori di tutte le età.
E tutto questo senza dimenticare l'ispirata regia di Steven Spielberg, perché con un film di quest portata e di queste dimensioni anche per un professionista del genere sarebbe stato facile perdersi in un bicchiere d'acqua. E invece...


2. Titanic

1997 – Drammatico

Prima ancora di superarsi con Avatar, James Cameron si autoproclamava Re del mondo dopo aver vinto ben 11 Oscar con il kolossal Titanic, un film che aveva fortemente voluto e che aveva brillantemente diretto superando enormi difficoltà e rischiando più volte il fallimento. Oltre gli Oscar e i miliardi al botteghino, cosa è rimasto oggi di quel progetto folle?
La consacrazione di due giovanissime star (Leonardo DiCaprio e Kate Winslet) che nel frattempo sono diventati due dei migliori attori della loro generazione, un nuovo standard qualitativo per quanto riguarda il cinema catastrofico ed una love story, sdolcinata e imperfetta quanto volete, ma che ha fatto la storia del cinema. Come il celebre bacio al tramonto.


1. Pulp Fiction

1994 – Noir

Quando parlavamo della difficoltà di scegliere i film di questa classifica o anche solo l'ordine in cui proporli di certo non mentivamo, ma in realtà avevamo omesso un piccolo particolare, ovvero che la prima posizione non è mai stata in discussione. Perché se qualcuno ci chiede di pensare agli anni '90 cinematografici il primo film che ci viene in mente non può che essere Pulp Fiction di Quentin Tarantino: per la qualità dell'opera, per l'impatto che ebbe all'epoca sugli spettatori, per l'influenza che esercitò sui giovani filmaker del mondo intero per tutto il resto del decennio e soprattutto perché riuscì a rimanere ben impresso nell'immaginario grazie a scene indimenticabili e battute ben presto recitate a memoria.
 
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view post Posted on 30/9/2016, 16:40
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Questi quelli che mi mancano

50
49
46
44
40
39
20
15
2
 
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view post Posted on 1/10/2016, 21:12
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ne ho visti 36/50.

è una bella lista e molti sono nella mia personale top 10.
 
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view post Posted on 1/10/2016, 21:14
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Dicci dicci.
Cosa ti manca?
 
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view post Posted on 2/10/2016, 22:39
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eh no mi vergogno
 
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view post Posted on 3/10/2016, 05:47
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Era per quello che lo chiedevo..
 
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view post Posted on 5/10/2016, 08:44
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Sei sicuro?

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A me mancano 50 49 39 40 41 e 20.
Alcuni onestamente per me non sono memorabili "essere Jhon Malkovic", Jurassic Park, Codice d'onore.
Poi "quei bravi ragazzi" è un capolavorone ed è troppo in basso.
 
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view post Posted on 5/10/2016, 09:00
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Sei matto?
Jurassic Pork è mitologico!
Ha cambiato il cinema.
Ed anche la mia vita: primo film visto senza genitori
 
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view post Posted on 5/10/2016, 09:15
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Bah non da podio comunque, poi per me è un film come tanti
 
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view post Posted on 5/10/2016, 11:07
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In senso assoluto concordo non sia da podio
Dal punto di vista dell'impatto quell'anno sono usciti true lies e Jurassic che hanno cambiato totalmente modo di fare cinema.
Una rivoluzione storica.
 
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view post Posted on 5/10/2016, 20:18
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il cerchio si chiude, ed appaiono 3 stelle

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allora non sono d'accordo con

13. Salvate il soldato Ryan per me è come la corazzata potiemkin, pesante come poche cose....
32. Il re leone mai capito perchè dovrebbe emergere sugli altri capolavori disney
34. Heat - La sfida ma non sopporto mann per cui

mi manca il 20, il 39 ed il 50
 
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15 replies since 28/9/2016, 09:53   56 views
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