Sigla d'apertura:
www.youtube.com/watch?v=P9V-tGUou-MTigre contro Tigre
La mattina polverosa del giorno dopo era più cupa del solito, le coltri tossiche s'erano addensate nel cielo, un muro di morte contro il sole assassino.
Gli uomini del Re del Pugno erano intenti a smontare le tende per riprendere la marcia, tra quattro ore o poco meno, avrebbero raggiunto la Croce del Sud e combattuto l'armata di Shin.
Raoh uscì dalla tenda con indosso il suo elmo dorato e il mantello nero, passeggiò tra i soldati pensieroso, senza degnarli di considerazione e del resto, anche loro si comportavano così nei suoi confronti, avevano imparato che il Re del Pugno preferiva essere trattato come un primo tra pari quando era in marcia.
Souga, capitano della retroguardia, gli si avvicinò con passo svelto, facendo tintinnare fortemente la sua gamba artificiale.
"Ogni cosa è pronta Raoh -lui era tra le poche nell'armata che gli si rivolgeva chiamandolo per nome- l'esercito di Shin è più debole di quanto stimato mesi fà. Kenshiro si é scontrato più volte coi suoi uomini decimandoli, cosa che ha comportato anche un tentativo di rivolta. La Croce del Sud é difesa solo da qualche veterano e dai coscritti dei villaggi vicini."
"Sarà una vittoria facile questa volta, non come l'assedio alla fortezza della regina Patra." Rispose Raoh.
"Tuttavia..."
"Mmh!? Che c'é Souga, qualche complicazione?"
"Shin un tempo era tuo amico, anche se avete appreso kempo diversi avete condiviso i medesimi insegnamenti sotto lo stesso tetto, perché iniziare da lui?"
"Non eravamo amici, solo compagni. Questo mondo devastato ha portato il caos tra i discepoli di Nanto, e ora quel caos si é riversato in queste lande maledette. Questa terra ormai non fa che trasformare ogni uomo normale in una bestia assetata di sangue, e ogni guerriero in un demone. E i pugni di Nanto non sono comuni guerrieri. Molti ne ho sconfitti in duello o si sono arresi col ricatto. Alcuni mi seguono volontariamente, ma sono uno sparuto gruppo, e comunque, non ho davvero bisogno di loro. Tuttavia, prima si arrenderanno e prima potrò riunire questo cupo cielo nella mia mano. Per questo adesso ho intenzione di affrontare direttamente i sei sacri pugni e di sconfiggerli. Forse vedendo il mio potere gli altri piegheranno il capo senza fare storie. Anche se già uno mi segue volontariamente -riferendosi a Ryuga- evidentemente non basta.
Shin é il maestro del Nanto Seiken, la scuola originale, il guerriero più forte di tutti. Gli offrirò una possibilità in ricordo dei vecchi tempi, ma se rifiuta non avrò pietà. Tu piuttosto, sei sicuro di entrare in azione anche questa volta?"
"Si Raoh, non lascierò che tu abbia tutto il divertimento per te!"
Souga rispose con un sorriso, quasi a sfidare il Re del Pugno, ma Raoh vedeva bene quanto costava all'amico.
"Ti preoccupi troppo per mio fratello, Raoh! -intervenne Reina da dietro le spalle del re- Mio fratello continua ad essere uno dei più forti combattenti al mondo!"
Al tempo, Reina non sapeva ancora della malattia allo stadio terminale di Souga.
Era quasi mezzogiorno, Shin parlò di nuovo con un messaggero, a voce bassa, di modo che Yuria non potesse sentire.
"Pranzeremo ora, anche se é un po' più presto del solito. Per te va bene mia cara?"
"Cosa? -rispose Yuria perplessa- Si, va bene. Ma cosa stà accadendo? Hai dato l'ordine alla servitù e ai soldati di non dirmi niente. Cosa mi tieni nascosto?"
"Concedimi solo qualche minuto, ancora solo qualche minuto per noi tre, vuoi?"
Yuria guardava gli occhi di Shin, le sembrava che stessero per velarsi di lacrime e non oppose altre domande.
Seduto su suna sedia di legno tutta intarsiata, Shin sbocconcellava appena il cibo sulla tavola, intento com'era a guardare Yuria che dava da mangiare a Mina aiutata da Saki, commuovendosi per un quadro del quale non aveva mai fatto davvero parte.
La porta della ricca sala da pranzo sbatté d'improvviso, e il messaggero di prima arrivò tutto trafelato.
Shin lo fulminò con gli occhi ma quello non se ne curò e annunciò con voce ferma:
"Sire! L'esercito di Raoh é qui! Tra un quarto d'ora o meno entreranno in città!"
Yuria guardò sgomenta Shin, capendo finalmente cosa attanagliasse i pensieri dell'uomo: dalle terre più lontane erano giunti racconti orrifici dell'orda di Raoh, un esercito che radeva al suolo ogni città e villaggio che incontrava nel suo errare, senza fermarsi mai in nessun posto.
Yuria prese in braccio Mina, si alzò di scatto e rivolta a Shin disse:
"Se Raoh vine qui...! Se Raoh viene qui, noi...!"
"Non hai niente da temere. E' me che vuole. Oggi la sua marcia insanguinata finisce qui."
Il re uscì dalla stanza dando ordine che tutti gli uomini prendessero posizione, poi aggiunse tra sé e sé:
"E comunque, anche lui ti sempre amato, non corri alcun pericolo, Yuria."
Fuori dal perimetro della Croce del Sud ormai gli uomini del Re del Pugno si erano schierati pronti per la battaglia; Raoh stava davanti a loro, affiancato da Reina e Ryuga, poi, quando vide le truppe di Shin prendere posizione, fece un cenno a Balga, capitano degli arcieri.
Cento frecce furono scoccate, cento soldati di Shin caderono trafitti lasciando sgomenti i loro compagni.
"Shin! Cento dei tuoi già sono cibo per vermi! Possono essere i soli caduti questo giorno, o i primi di un massacro più grande, dipende da te! Arrenditi!"
Shin, dall'alto di un palazzo mezzo in rovina, rise schernendo Raoh:
"Molto divertente! Pensi davvero che il grande Shin si lasci impressionare per così poco! Io ho versato cento volte di più il sangue dei miei nemici! Al mio confronto non sei altro un predone che si dà tante arie ma che vale poco più dei sorci del deserto!"
A quelle parole il volto del Re del Pugno si squarciò in un sorriso amaro:
"Uomini! Massacrate quei maiali!"
Ancora una volta Balga diede ordine agli arcieri di tirare, mentre i soldati, col Re del Pugno in testa sul suo cavallo, partivano in una carica sfrenata lanciando urla di guerra.
Shin non provò nemmeno a dare lo stesso ordine ai sui soldati, sapeva bene che ormai erano in preda al terrore ed era più probabile che battessero in ritirata, non avrebbe concesso anche quell'umiliazione al nemico, restò fermo in attesa del suo avversario.
Raoh cavalcava Re Nero dritto verso i nemici senza indugio, coloro che gli si paravano davanti venivano travolti dal suo cavallo che pareva un demone furioso, schiacciati e maciullati dai suoi zoccoli, oppure il capo gli veniva fracassato da un pugno del cavaliere, esplodendo cervella e schegge d'osso nell'aria.
Arrivato ai piedi del rudere dove stazionava Shin, Raoh attese un paio di attimi che Reina e Ryuga lo raggiungessero, poi smontò agilmente e si aprì un varco nel muro con un calcio, l'interno era deserto, vide le scale e le salì di corsa.
Stette attento a che non vi fossero trappole, memore del fatto che l'amico Saouga perse la gamba in quella maniera.
All'ultimo piano c'era solo una scaletta a pioli per raggiungere il tetto attraverso una botola, Raoh decise direttamente di saltare e sfondare il tetto con un pugno.
Vedendolo emergere come un titano dalla lava, Shin attaccò direttamente il Re del Pugno con un calcio volante, e con un veloce gioco di mani aprì un profondo squarcio a forma di croce sul petto del suo avversario.
"Ah! Il Re del Pugno é già spacciato! Sei solo un pallone gonfiato Raoh! Un pagliaccio!"
Senza aspettare alcuna risposta Shin caricò il suo avversario; i due si scambiarono violente raffiche di calci e pugni senza quasi a parare o schivare, la loro lotta mortale era una vera e propria gara di resistenza, mentre il piano sotto loro si tingeva cremisi dal sangue che grondava abbondantemente.
In un momento di stallo, quando entrambi si bloccarono le braccia a vicenda, Shin disse a Raoh guardandolo con occhi accesi:
"Lode al Re del Pugno, vedo che durante gli anni di addestramento sei riuscito ad imparare anche le basi del Nanto Seiken. Ma questo non ti basterà."
"Io mi prenderò la tutta la forza di ogni uomo che si opporrà a me per dominare il cielo!"
Raoh si disingaggiò saltando all'indietro e mettendosi in posizione per un attacco volante, Shin lo imitò.
"Guarda bene, io non mi sono accontentato solo delle basi!"
Scattarono l'uno verso l'altro quasi contemporaneamente, per poi saltare ed affrontarsi in aria.
Altri due tagli comparirono sugli avambracci di Raoh, mentre dal petto di Shin sgorgava il sangue come da una fontana; il maestro di Nanto cadde sulle proprie ginocchia, ed infine crollò dritto al suolo.
Finito il duello, il corpo di Raoh urlò tutto il dolore inflittogli; con passi incerti, tenendosi il fianco sinistro, l'uomo si avvicinò all'amico morente, e gli cadde in ginocchio per raccogliere le sue ultime parole, nel caso vi fossero state.
"Sono contento -attaccò Shin, con voce incerta e la faccia verso il basso- che sia stato tu. Non ho avuto esitazioni con te. E poi...Mina...per Ken, sarebbe stata...più di una pugnalata."
Tossì sangue, mentre Raoh sopportando il male cercò di piegarsi verso il moribondo.
"Chi é Mina?"
Con uno sforzo estremo, Shin volse il capo verso il Re del Pugno.
"Occupati di lei...di sua...madre."
Furono le sue ultime parole.
Qualche istante dopo, la tromba di Souga annunciava la vittoria, la battaglia era giunta cruentemente alla fine.
Mani che applaudivano beffarde, passi svogliati, Raoh alzò la testa e vide un uomo che portava un elmetto con una maschera di ferro.
"Ti é piaciuto lo spettacolo, Jagi?"
Quello si limitò ad aprire le braccia agitandole debolmente.
"Scommetto che avresti preferito che morissimo entrambi, eh?"
"No... fratello, avrei preferito avere Kenshiro al tuo posto. Perché più giovane, più coriaceo, avrei potuto torturarlo per un bel po' di tempo...stuprare la sua donna davanti ai suoi occhi, fare a lui ciò che lui ha fatto a me..."
"Non mi pare proprio che le cose siano andate così..."
"Tu non sai niente...me ne andai subito dopo quel giorno e tu hai sentito solo la sua versione. Dei delinquenti comuni avevano aggredito una ragazza, e il nostro Ken, l'ingiustamente successore della scuola di Hokuto, era intervenuto ad aiutarla. C'ero anch'io lì, e vedendo che li aveva lasciati in vita decisi di completare l'opera."
"Lui ti fermò prima che potessi finirli con le tecniche di Hokuto, dicendo che ti era proibito usarle e che il tuo comportamento non sarebbe stato approvato dal maestro, così ti storpiò la faccia. Questa parte la so già."
"Quello che non sai, é che quei bastardi tornarono, si presero di nuovo la ragazza... e la violentarono. Ma questa volta, il grande Ken non c'era. Loro morirono per i miei pugni, lei...tra le mie mani."
"Capisco..."
"Il grande Kenshiro, il successore della Divina Scuola di Hokuto non riesce a comprendere che decidere se qualcuno vive o muore, non ha effetto solo quella persona, ma anche su tutti coloro che la incontreranno o meno!"
Raoh stette in silenzio un momento, considerando le parole del fratello.
"Comunque, grazie a te ora posso prendermi Yuria senza problemi. Kenshiro é a due o tre giorni di distanza, presto sarà qui, giusto in tempo per vedermi violentare la sua donna così forte da farla strillare come una scrofa per poi sgozzarla! Ah ah ah!"
Quelle parole diedero nuove energie allo spirito combattivo di Raoh, il quale trovò la forza di alzarsi; nel mentre, Reina era giunta sul tetto del rudere per accertarsi delle condizioni del suo re.
"Non farai niente di tutto questo, Jagi. Non alzerai neanche un dito su Yuria."
"Sei debole, Raoh. Shin ti ha pestato per bene, manca solo darti il colpo di grazia -disse stendendo le mani al cielo e poi chiudendole a pugno- e i sentimenti per quella vacca non ti fanno ragionare bene. Non puoi battermi ridotto così!"
"Avanti, testa di latta! Finiscimi ora! E diventa tu stesso Re del Pugno! O preferisci continuare a piagnucolare in ricordo della tua amichetta!?"
A quelle parole Jagi scattò in avanti, così velocemente da cogliere perfino Raoh di sorpresa, e lo colpì violentemente al fianco sinistro; la gamba di Raoh cedette un momento da quel lato.
Di rimando Raoh era riuscito solo a escoriargli una spalla con un pugno.
"Ah ah ah! Fratello! Te l'ho detto! Ormai sei già morto!"
"Bene! Un ultimo colpo, no? -lo incalzò Raoh- Avanti lattina! Prenditi tutto già che ci sei!"
Jagi scattò di nuovo accecato dall'ira, tentando la stessa mossa, ma ora il Re del Pugno era pronto, lo respinse con una serie di pugni, quindi premette una serie di tsubo per bloccarlo temporaneamente e lo buttò a terra, poi, gli si avvicinò.
"Voglio proprio vedere il grande Jagi! Il successore della Divina Scuola! Kenshiro era troppo sensibile da accettare fin da subito i rigori del nuovo mondo, ma abbastanza resistente da sopportare questo!"
Raoh calò senza indugio l'indice destro sul petto di Jagi perforandolo e strappandogli un urlo insanguinato; la mano di Raoh calò ancora tre volte sul petto ed il ventre del fratello, fino a segnarli sette cicatrici, sette stelle come quelle di Kenshiro.
"Reina...aiutami ad alzarmi. Lasciamo pure qui questo stupido a diventare cibo per gli uccelli"
"Sarebbe meglio finirlo subito!"
"Lascialo lì. Non ho mai capito perché Ryhuken decise di addestrare anche lui. Anche se suo figlio era palese che non avesse la determinazione necessaria. Chissà, magari é davvero più forte di quanto sembri."
Detto questo, Reina aiutò il suo re a scendere dall'edificio e a ricongiungersi coi suoi uomini in festa.
Ryuga aprì le porte della camera di scatto e tanta fu la sua meraviglia per ciò che vide che fece quasi un passo indietro: strette tra loro stavano tre femmine tremanti.
Un'infanta dai capelli biondi, una ragazzina terrorizzata e infine una donna, sua sorella.
Erano passati anni da quando avevano scelto cammini differenti, lei come semplice donna, lui come spada del Re del Pugno, per portare ordine nel caos senza fine della loro era.
Yura, dalla paura, impiegò qualche secondo a capire chi le stava davanti, ma quando riconobbe il fratello gli tese la mano con cui stringeva Saki e lo chiamò a sé.
Mamiya stava in disparte sulle scale della locanda, guardando con disprezzo gli uomini di Jackal che si rilassavano dopo un incursione nel territorio del Clan della Zanna, una mossa azzardata da lei stessa condotta per vendicare la razzia di quei bruti avvenuta tre notti prima in un villaggio vicino.
Ormai il territorio di caccia del Clan si estendeva sempre più, così molti villaggi avevano scelto di ingaggiare direttamente intere bande di predoni per difendersi, considerandoli il male minore; in alcuni casi, quei banditi erano de facto diventati i nuovi signorotti degli insediamenti che dovevano proteggere, in altri, una volta dentro le mura s'erano dati essi stessi alla razzia, visto che nessuno poteva più fermarli.
Tutto sommato, Jackal e i suoi erano stati anche abbastanza corretti e limitato gli "incidenti" al minimo, comunque, era sempre un rischio averli attorno.
Jackal in quel momento stava dando un'occhiata ad un sacco strappato dal cadavere di un membro del Clan, con le gambe stese su tavolo e quasi sdraiato sulla sedia in bilico, mentre fumava un sigaro; rimase stupito quando trovò il modellino da collezione di un'automobile rossa e prese ad ammirarla per quando era ben conservata.
Un bambino di non più di sei anni gli si avvicinò e si mise a guardarlo con gli occhi grandi e la bocca aperta, rivelando diversi buchi nella sua dentatura.
Quando Jackal se ne accorse gli tirò in testa un tozzo di pane secco per mandarlo via, ma il bambino restava lì a fissarlo.
"Che c'è? Che vuoi? Vuoi questa? E' mia! Non te la do! Pussa via!"
A quelle parole la faccia del bimbo s'intristì visibilmente, tuttavia rimase fermo dov'era.
"Ah! E va bene! Tieni, tanto non me ne faccio niente!"
Uno straniero entrò nella locanda, aveva una sacca sulle spalle, i capelli lunghi e un mantello grigio.
Si sedette ad un tavolo, ed ordinò qualcosa all'oste che gli si era avvicinato; aveva delle scatole di carne da barattare per qualcosa di fresco e cotto.
Mamiya si affiancò a Jackal; lui meccanicamente le allungò la mano nell'interno coscia della donna e prese a salire, lei più velocemente gli posò la daga affilata come un rasoio sul collo.
L'uomo ridacchiò tra sé, mentre la mano arrivava al sesso e una sottile scia rossa gli scendeva lungo il collo.
"Mollami, e va a vedere chi é quel tipo. Non mi piace."
"Eh...si, signora." Disse mentre posava i piedi a terra e mollava la presa.
Si passò una mano sul collo, tastando l'ennesimo taglio che gli aveva fatto, più in là con quella donna non si poteva andare senza rischiare la testa, letteralmente. Per lui era già un successo che gli consentisse di essere così "intimi", l'unico di tutto il paese che avrebbe potuto vantarsi di una cosa simile; pensò sempre che non fosse un'idea intelligente vantarsene.
Dal suo tavolo, Rei aveva osservato tutta la scena senza darlo a vedere.
Sigla di chiusura:
www.youtube.com/watch?v=ic97ecymD0QContinua
L'angolo della posta!
@Zahara: ma infatti quando lo fa la prima volta é tutto esalatato e non se ne rende conto subito, poi con la nascita di Mina le cose iniziano a cambiare.
@Raoul: a me piace il fanservice di qualunque tipo, però bisogna mettercelo per bene, come gli ingredienti per fare una torta.
@davemustaine_88: beh, visto che nessun mi paga posso prendermi delle libertà che agli autori non erano consentite!
@Virginia_di_Cioé: per la ventisettesima volta, NO! Non rimani incinta se bevi dallo stesso bicchiere di un ragazzo!
Edited by Sebastian Traitor - 10/10/2016, 00:33