| Anno 1976 Durata 115 min Genere commedia, drammatico, grottesco Regia Ettore Scola Soggetto Ruggero Maccari, Ettore Scola Sceneggiatura Ruggero Maccari, Ettore Scola CITAZIONE Interpreti e personaggi
Nino Manfredi: Giacinto Mazzatella Francesco Anniballi: Domizio Ennio Antonelli: l'oste Marcella Battisti: Marcella Celhoio Maria Bosco: Gaetana Giselda Castrini: Lisetta Francesco Crescimone: il commissario Beryl Cunningham: la baraccata di colore Alfredo D'Ippolito: Plinio Giancarlo Fanelli: Paride Silvia Ferluga: la maga Marina Fasoli: Maria Libera Ettore Garofolo: Camillo Zoe Incrocci: la madre di Tommasina Franco Marino: padre Santandrea Marco Marsili: Vittoriano Franco Merli: Fernando CITAZIONE Trama
Periferia di Roma, metà anni settanta: la vita quotidiana di una famiglia di circa venticinque persone si svolge nella povertà di una baraccopoli. A capo di tutti c'è il vecchio Giacinto Mazzatella: pugliese (di cui conserva il dialetto), guercio e dispotico, che tratta i suoi familiari come bestie.
Lentamente si sveglia la famiglia per andare, come ogni giorno, a guadagnare qualche soldo, ma solo pochi di loro in attività oneste. Festa grande per tutta la famiglia è il giorno della pensione della nonna: come una tribù vanno tutti insieme a ritirarla. Una volta che però il denaro è nelle loro mani viene diviso e ognuno si avvia per la propria strada, lasciando l'anziana sola con i bambini che hanno il compito di riportarla a casa.
Giacinto possiede un milione di lire, risarcimento dell'assicurazione per aver perso un occhio a causa di un getto di calce viva. L'uomo conserva gelosamente questo denaro ed è ossessionato dal fatto che i parenti glielo possano rubare, per cui lo nasconde continuamente in luoghi diversi. Una notte, in preda ad un incubo in cui vede i suoi parenti spendere il suo denaro, si sveglia di soprassalto e va a controllare il nascondiglio dei soldi, però non trovandoli. Inferocito sveglia tutta la famiglia e inizia a cercare il milione sotto i materassi, quando non lo trova afferra la doppietta che tiene sempre carica e minaccia di morte tutti i presenti se non gli restituiranno subito il denaro. Uno dei figli non dà peso alle minacce e si volta per andarsene, ma il vecchio Giacinto gli spara senza esitare, ferendolo ad una spalla. Portato in questura si ricorda all'improvviso che il denaro non lo aveva trovato perché si trovava in un altro nascondiglio segreto.
Un giorno Giacinto s'innamora ricambiato di una grassa prostituta napoletana, Iside, con la quale inizia a dilapidare i soldi, e che si porta in casa attirandosi le ire della moglie. Questa, per lavare l'affronto organizza l'assassinio di Giacinto con tutti i parenti, sua madre compresa. Il piano è semplice, viene organizzata la festa di battesimo di uno dei suoi nipoti, con Giacinto e la prostituta presenti, ma nel piatto dell'uomo è stato messo del veleno per topi. Giacinto mangia un'enorme porzione di pasta avvelenata ma improvvisamente si rende conto della cosa e scappa dal banchetto, riesce a vomitare subito e quindi si salva.
Tornato in forma, per vendicarsi, dapprima tenta di incendiare la baracca con i familiari, senza riuscirci. In seguito, decide di vendere per 800.000 lire la baracca a un altro sfollato, che si presenta con la propria numerosa famiglia per prendere possesso dell'abitazione. Mentre scoppia una rissa tra le due famiglie Giacinto arriva con l'auto (una cabriolet) acquistata con i soldi della vendita della baracca e distrugge accidentalmente quest'ultima.
Alla fine le due famiglie restano riunite nella baracca rimessa a posto, ma i propositi di Giacinto sono sempre gli stessi: cacciare tutti via dopo aver recuperato i soldi, che mette al sicuro facendoseli ingessare al braccio. Il film si chiude con una delle nipoti di Giacinto, Maria Libera, che, come tutte le mattine, va a prendere l'acqua alla fontana, stavolta però, mettendo in mostra la sua gravidanza: la famiglia è destinata ad allargarsi ulteriormente. continuo i miei recuperi con un grandissimo film, padre putativo di tutti i film grotteschi. maturalmente manfredi giganteggia nell'opera, con un personaggio gretto come se ne vedono pochi in pellicola. una famiglia brutta sia dentro che fuori che compie il suo viaggio dalla miseria alla miseria anche peggiore, un po' come nella guera tra i poveri moderna consigliatissimo
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