Ken il Guerriero - Hokuto No Ken.it

LA LEGGENDA DEL PRIMO RASHO, Genesi di Kaioh

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TOPIC_ICON1  view post Posted on 28/12/2018, 14:23     +2   +1   -1
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1. I quattro fratelli del pugno


Il sole picchiava forte su quei sentieri di media montagna, strade polverose che coprivano la terra brulla e inospitale di quei luoghi. In quel tratto di terraferma la spiaggia lasciava presto spazio alle calve e aride colline. Un picco si ergeva sopra quella gola non molto distante dal mare. Una figura imponente si stagliava oltre i due metri e con andatura ciondolante proseguiva il suo cammino.
L'uomo dopo diversi chilometri sentì il clangore delle spade ancora una volta. Picche e frecce fendevano l'aria. Era in corso l'ennesima battaglia, quello che cercava. Erano le battaglie de “Il dominatore del cielo”, de “il re del pugno”. Così aveva sentito soprannominare suo fratello Raoul nei villaggi di pescatori nelle vicinanze giorni prima. Ormai era da qualche giorno sulle sue tracce.

Il calore del sole iniziava a farsi sentire perfino per uno come lui, alto e possente quanto il tiranno che voleva spiare. Poi l'uomo si fermò. Osservò la sua mano destra. Gli colava ancora sangue scarlatto dalla ferita sulla spalla e passando prima per la mano toccava poi terra. Il suono di quelle gocce lo infastidiva, l'odore “ferroso” del suo stesso sangue anche di più. Una ferita auto-inflitta, l'ennesima.
Era stato il suo sangue a guidarlo fin lì.
Si pulì la mano con le bende che aveva appresso nella borsa di tela. Vi trovò pure una provvista di pane. Sorrise e pensò che quello Shura era stato troppo premuroso per essere tale. Diede un morso al pane e sistemò il suo ciuffo biondo prima di riporre il pane avanzato nella sacca.
Sfiorandosi il volto sentì la cicatrice prudere. Segno evidente che anche la ferita sul volto stava guarendo. Ma questa la doveva al suo ultimo combattimento.
Un segno del genere non sarebbe passato inosservato, così si allungò la cappa del mantello sopra la testa. Nessuno avrebbe dovuto vederlo in volto e la curiosità lo portò oltre.

Prese posto sopra le rocce dal profilo più adatto a nascondere la sua imponente figura. Dall'alto poté osservare lo scontro. Un uomo possente in sella ad un cavallo gigantesco comandava un esercito folto e chiassoso. Le ali dell'esercito del Dominatore del Cielo non si muovevano all'unisono, osservò. Di fronte a loro l'esercito del Signore Nucleare. Un vero ex militare sfuggito alle stragi della Guerra che devastò il mondo.

Kaioh osservò con disappunto tutto quel fervore per uno scontro così banale e mal condotto. Era così evidente. Quegli uomini non avevano valore, non combattevano per la gloria perduta o per conquistare la propria terra come i suoi al di là del mare. Gli uomini che seguivano suo fratello Raoul erano di certo mal addestrati. Erano in numero doppio, forse anche triplo rispetto ai nemici che meglio organizzati mantenevano le posizioni. << Potrebbe pure fare a meno di tutti quegli inutili servi. E' così che vuoi conquistare il cielo Raoul?>> Pensò tra sé e sé l'uomo proveniente dalla Terra degli Shura.

Sul campo di battaglia le cose cambiarono d'un tratto. In un lampo fu il Signore Nucleare a sbarazzare le guardie scelte del Dominatore del Cielo o Re del Kenpo che fosse. Quel Generale praticava una tecnica marziale non del tutto sconosciuta a Kaioh. Era l'ennesimo praticante Taizan ma aveva avuto la malsana idea di non sottomettersi a suo fratello.
Di fatto fu in grado di affettare diversi soldati di Raoul, il quale infuriato sempre in sella al suo cavallo avanzò facendo strage di nemici. Il Re del Pugno sbaragliò la prima linea del Signore Nucleare, la fanteria non resse il colpo e così poté avvicinarsi al loro comandante. I soldati del Re presero quindi coraggio da quell'azione e riconquistarono il vantaggio.

<< Quando si decide a scendere da cavallo?!... >> Kaioh studiava la situazione finché il Signore Nucleare lo sorprese attaccando suo fratello. Ebbe un sussulto pur sicuro di non essere visto da nessuno. Un colpo che ferì il cavallo, il destriero ribattezzato Re Nero.

Raoul decise di scendere dalla sella e replicò alle tecniche del Generale nemico. I due eserciti si fermarono quasi a voler risolvere lo scontro alla “vecchia maniera”. Cioè con lo scontro dei rispettivi capi. I movimenti veloci e sicuri del Signore Nucleare ricordavano a Kaioh il suo compagno di allenamenti Han. Lo scontro meritava il suo disturbo...

Tuttavia si risolse velocemente. Con delle movenze quasi perfette Raoul mise a segno due tecniche Shinken. << In fondo sono identici ai nostri Katà...>> Osserò Kaioh quasi deluso.
Poi con un potente colpo d'aura Raoul immobilizzò il suo avversario, “TENSHO HONRETSU!” aveva gridato squarciando il cielo. L'avversario parve cedere e il Re del pugno non gli mostrò pietà. Con l'ultimo affondo gli premette uno tsubo sul petto. Il Signore Nucleare dovette cedere. Raoul trionfante lo condannò ad una morte lenta. Tre giorni di estreme sofferenze come punizione per averlo affrontato. Questo l'effetto dello tsubo da lui premuto.
Sapeva come far fruttare il suo addestramento Hokuto, non c'era che dire. Tuttavia la sua tecnica per quanto si dicesse in giro non impressionò il fratello maggiore che lasciatosi trasportare commentò a mezza voce. “Tsk! C'era un'apertura evidente nella sua difesa...”
Ma sentì una voce rispondergli “Due! Ha lasciato ben due aperture!”.

Kaioh si voltò repentinamente e scorse il viso consumato di un uomo che credeva di conoscere, i capelli corvini di un tempo ora erano stranamente color cenere. Quella fascetta sulla fronte che portava anche da piccolo gli diede un indizio. Un altro uomo su quelle alture ad osservare lo scontro con lui? Com'è che non se n'era accorto? Poteva essere solo lui...
Si voltò e gli chiese con fare dubbioso “Toki?!”

Il più giovane dei tre fratelli stava osservando la nuova conquista del fratello Raoul come lo stesso Kaioh. Chissà da quanto era lì di fianco ad osservare le stesse scene. Kaioh non si era accorto della sua presenza. “Questo Toki!” Ricordò che lui aveva iniziato Raoul nelle arti marziali anche quando i Maestri non lo consentivano. Lo stesso doveva aver fatto Raoul con Toki.
Sì certo. Un tempo gli era pure giunta voce che anche Toki aveva seguito un addestramento Hokuto presso il MAESTRO Ryuken ma non era che un ricordo sopito. Ora il tutto affiorava nella sua mente e aveva un senso.
Toki fece un passo come per abbracciare il fratellone, come a volergli dare il benvenuto ma si fermò a metà strada. Lo sguardo di sdegno malcelato per la sua malattia e di spiacere per essere stato scoperto tradivano il volto scuro e cupo di Kaioh.
Era chiaro: Toki non avrebbe ricevuto né un abbraccio né una stretta di mano. Così abbassò lo sguardo di nuovo verso la vallata e lo stuzzicò... In fondo anche lui era da qualche giorno sulle sue tracce.

“Il Kenpo di Raoul ha già superato quello del Maestro Ryuken...” Poi si voltò di tre quarti mostrandosi meno interessato a Kaioh che invece lo seguì nel discorso fissando la vallata.

“Raoul ha superato il Maestro Ryuken? Tsk! Ridicolo!”

Toki sornione sorrise. Kaioh era cascato nella sua trappola “So solo che quando ha voluto privarlo dell'uso dell'Hokuto, Raoul lo ha ucciso!” Kaioh sgranò gli occhi.
Proprio lui, prima di partire aveva tentato di liberarsi del suo Maestro e non ci era affatto riuscito. Qualcosa era andato storto. Raoul era stato in grado di eliminare Ryuken? Un Maestro noto per essere superiore al suo? No. Non poteva essere. Non aveva visto niente che glie lo facesse pensare e Toki rincarò la dose.

“L'enorme potenza del Kenpo di Raoul non mi permetterà di sopraffarlo. Come te, sono qui per capire come superare il mio Maestro! Devo vendicare Ryuken...”

Kaioh quasi scoppiò in una risata trattenuta solo in parte. Toki era stato troppo diretto. Era chiaro che sapeva qualcosa. Era chiaro che qualcuno lo aveva avvisato del suo scontro con Jukei.
A Toki bastò la reazione del fratello maggiore per avere conferme...

“Sì Sayaka mi ha informato Kaioh. Non devi intraprendere la strada del dominio! Non porta mai a nulla di buono...”

Kaioh quasi si sentì offeso dallo scoprire in Sayaka la persona che lo aveva tradito anticipando tutto al loro fratello. Lui aveva cresciuto la piccola sorella che ora comunicava con Toki. Ma lui aveva uno scopo più alto di Raoul, queste erano solo insinuazioni.

“Io non devo conquistare le nostre terre, ma liberarle!” poi soggiunse cercando il sentiero per ritornare indietro “ Io non mi intrometterò fra te e Raoul. Siete cresciuti senza di me ed è giusto che io non sia più con voi, ma sei malato e non puoi batterlo... Lo stesso farete voi con Sayaka. Addio piccolo Toki!”


Poco lontano da lì, sulla spiaggia, uno dei compagni di allenamenti di Kaioh assieme ad uno Shura senza nome si preoccupava di preparare l'imbarcazione per il ritorno del “fratello”. Han era ancora piuttosto giovane ma l'aria da uomo vissuto e i folti baffi gli conferivano l'aria di un comandante. Lo era, eccome se lo era. Aveva studiato l'Hokuto Ryuuken assieme a Kaioh ed Hyou presso il Maestro Jukei. Ma il vecchio Maestro pretendeva liberare quelle terre dagli Shura quanto dai gerarchi militari. I tre allievi avevano però condiviso la storia di quella antica casta di guerrieri da sempre presente nelle terre al di là del mare. In tanti vi avevano perso la vita durante la guerra e ora forse l'unico specchio d'acqua presente al mondo era stato ribattezzato “Mar Morto”.

Han stesso era uno Shura e non vedeva l'ora di riattraversare quel mare assieme a Kaioh. Avevano una guerra da vincere assieme. Hyou, il suo amico di sempre era rimasto di là a combattere.
Han era felice di essere stato preso in considerazione da quei due. Kaioh ed Hyou lo avrebbero aiutato a sgominare i guerrafondai che avevano distrutto quelle terre e riconsegnare tutto agli Shura. Certo, in cambio gli Shura avrebbero dovuto sottomettersi, ma non sarebbe stato un problema visto che per loro contava solo la forza. <<purtroppo quel pazzo di Kaioh aveva sfidato il Maestro troppo presto! Maledetto Jukei!>> pensò il guerriero Shura.
Jukei aveva chiesto aiuto all'IMPERATORE CELESTE per respingere i guerrafondai europei che avevano stretto sodalizio con i Maestri Kazan del Monte Hua.
Le vecchie gerarchie dovevano cadere e se si organizzavano, lui Kaioh ed Hyou avrebbero potuto contare su molti cavalieri Shura e su altrettanti Shura senza nome che combattevano mascherati. Già anche lo Shura senza nome che lo stava aiutando a preparare l'imbarcazione per il ritorno portava la maschera. Secondo le regole di quella casta di guerrieri non si poteva avere un nome se non si era abbastanza forti. Ci volevano 100 vittorie in combattimenti mortali per stabilirlo. Cento tacche sul manico del proprio pugnale.

Quello Shura era troppo premuroso e attento. Han conosceva il suo segreto e ancora una volta glie lo ricordò: “Sai bene che Kaioh pratica il mio stesso Kenpo donzella!”
Lo Shura senza nome digrignò i denti dietro la maschera e dallo scafo balzò a terra verso il guerriero Hokuto. Han iniziò a richiamare il suo terribile ki e lo Shura gli si inginocchiò davanti per evitare una severa punizione, ma parlando gli usò un tono tutt'altro che amichevole “Il mio sesso non conta! Kaioh non è antiquato come te!”
Han sorrise sotto i suoi baffi: “Fidati di me! Non puoi nascondere una cosa del genere ad un Maestro Hokuto. Se mi ordinerà di lasciarti in mare come la nostra legge pretende lo farò con piacere!”

La donna Shura si alzò in piedi e decisa replicò
“Se questa sarà la decisione di Kaioh, la reputerò un onore per me! Affogherei volentieri per colui che ci restituirà la nostra terra! Solo Kaioh ha la forza per distruggere l'esercito dei decani!”

“La tua dedizione è quasi ammirevole” Rispose con decisone Han. Poi soggiunse “...Mentre aspettiamo puoi raccontarmi com'è andato lo scontro fra Kaioh e Jukei. So che eri lì...”

La donna dai capelli corvini e accorciati per non tradirne il segreto voltò il viso di lato verso il basso quasi a non volerlo fare in un primo momento. Poi prese a raccontare cercando di essere il più precisa possibile...

2. Kaioh vs Jukei



Kaioh assieme ad Hyou ed Han era stato addestrato all'Hokuto Ryuuken nella vana speranza di poter salvare quelle terre dai gerarchi militari che la portarono nel caos, che la fecero precipitare anzitempo nella guerra che poi distrusse il mondo. I gerarchi militari dopo la guerra non disponevano più delle armi sofisticate di un tempo ma avevano le forze per stabilire un governo mal visto dal popolo. Una vera e propria dittatura.


Kaioh si trovò davanti al Maestro e senza genuflettersi al suo cospetto gli chiese con fare arrogante: “Mi avete mandato a chiamare Maestro? Preferirei non perdere tempo visto che siamo ad un passo dal liberare queste terre e restituirle...”

Jukei lo osservò severo per poi riprenderlo

“Vi avevo dato la missione di liberare queste terre anche dagli Shura stessi, non di fare combutta con loro! Ad ogni modo richiamerò anche Hyou... E' grazie a lui che ti ho concesso di finire il tuo addestramento. Prima che me ne penta del tutto lascerete il passo agli uomini del vecchio Impero Celeste..."

Kaioh trasalì indispettito

“Tsk! Stai parlando dei Gento Jukei? Io conquisterò queste terre!”

“E' dunque questa la tua vera natura Kaioh? Lo sapevo. Non baratterò una tirannia con un'altra...”

Fshhh!!! Il Maestro sferrò un fendente a mano aperta verso il migliore dei suoi allievi. Colto di sorprese Kaioh vide la spalliera della sua armatura volare via. Schivò solo in parte e dopo essersi portato la mano destra sulla spalla sinistra leggermente ferita chiese:

“Che Diavolo ti sei messo in testa vecchio? Vuoi attaccarmi?...” Poi digrignando i denti strinse il pugno e minaccioso lo protrasse verso Jukei.

“Tu, l'impero celeste e tutte le care dinastie non contate niente quaggiù!”

Jukei scosse il capo convinto di avere la situazione sotto controllo. Kaioh fremeva dalla voglia di confrontarsi col proprio Maestro ma era successo in passato, quando era più giovane e aveva avuto sempre la peggio. Ora non si sarebbe permesso. Il vecchio non era una vittima degna secondo il codice Shura e neanche secondo il suo. Non lo rispettava come un padre ma tuttavia non era in cima alla lista delle persone che avrebbe ucciso. Eppure il vecchio Maestro non si era mai mostrato troppo buono con lui.

“Sigillerò il tuo pugno Kaioh. Io ti ho insegnato l'Hokuto e io ti impedirò di usarlo in questo modo! La tua sete di potere va fermata qui e adesso!”

Kaioh scoppiò a ridere sicuro del proprio talento e della propria prestanza fisica “Ha! Ha! Ha! Devi essere in vena di scherzi vecchio! Non provarci nemmeno... “

Jukei non scherzava e sferrò un secondo fendente questa volta verso la spalla destra del suo allievo. Kaioh schivò e quindi contrattaccò con i CENTO COLPI TAGLIENTI DI HOKUTO.

“Wa-ta-ta-ta-ta-ta-ta-ta---ta...”

Jukei sembrava fluttuare nell'aria e grazie a dei minimi movimenti riusciva facilmente a schivare tutti i colpi del più talentuoso dei suoi allievi.
Kaioh intensificò le raffiche di colpi e presto passò a tutto il repertorio di calcio dell'Hokuto Ryuuken senza ottenere risultati.
Jukei sudava freddo e tra sé e sé dovette ammettere << I suoi colpi sono sempre più potenti, non posso resistere per molto... Possibile che non si fermi per respirare?>>

“Anf... Anf..” Rifiatò quindi Kaioh “Non sei poi così vecchio maledetto Jukei! Riesci ancora a schivare tutti i miei colpi...”

“ Non sarò io a sconfiggerti Kaioh ma la tua arroganza. Io non ti ho insegnato quello che non si può insegnare... Questa è la tecnica del RIFLESSO DELLO SPIRITO dell'Arcana Arte. Posso prevedere qualsiasi tecnica io conosca... Non hai scampo!”

“Stai bluffando! Al prossimo affondo ti vedrò in un lago di sangue...”

Kaioh compì un balzo e si catapultò dietro le spalle del Maestro da quella posizione fece partire un calcio dalla traiettoria imprevedibile e SBAAAAMMMMMM...

Jukei finì a terra. Provò a rialzarsi ma mentre lo faceva venne raggiunto da un diretto destro che quasi lo tramortì. Kaioh nel crescere aveva acquisito un fisico fuori dal comune. Troppo forte pure per lui. Il Maestro dell'Hokuto Ryuuken. Decise quindi di passare al piano decisivo.

Kaioh strabuzzò gli occhi e vide Jukei premersi alcuni tsubo sull'addome squarciandosi le vesti. Jukei venne quindi avvolto da un'aura potentissima quanto nera.

“Deve essere il MATOUKI! L'aura di chi entra nel regno del male...” Esclamò Kaioh prima di essere colpito da una tecnica apparentemente invisibile. Il MAESTRO dallo sguardo tramutato in sangue protendeva una mano verso di lui e pronunciava una parola incompresibile “AVUJURAAAA...”

Kaioh sentì un forte dolore al centro della fronte. Una ferita gli si aprì diramandosi dal naso verso gli zigomi e sulla fronte fin sopra l'attaccatura dei capelli. Una freccia di sangue ne deturpava il volto e il Maestro spiegò...

“Agirò sui tuoi tsubo della memoria demonio che non sei altro! Cancellerò per sempre i tuoi ricordi come ho fatto con Hyou.”

Kaioh si portò le mani sul volto e provò a resistere “Arghhh... Argh... Maledetto bastardo! Pensavo non fossi più in grado di usare un tale potere... “

Kaioh prese una strana posizione un attimo prima di sentirsi venir meno e sferrò un colpo che neanche Jukei conosceva.

“Puoi bloccare tutte le tecniche che mi hai insegnato ma non questa:... JOUMA KOSHO!”

Il colpo andò a segno parzialmente e scaraventò a terra il Maestro che privo di sensi perse quell'aura nera e carica di violenza. Ora era vulnerabile! Una ferita da taglio sul suo petto fece sgorgare sangue copioso. Kaioh barcollò e provò ad avvicinarsi al corpo del Maestro per dargli il colpo di grazia ma lo Shura senza nome lo prese per un braccio e se lo mise attorno al collo per trasportarlo
“Andiamo nobile Kaioh... Se arrivassero ora le guardie del Maestro rischieremo grosso...”

Kaioh malvolentieri accettò l'aiuto del suo fido soldato. La mattina dopo si svegliò medicato di tutto punto vicino al campo di battaglia.

Il Maestro si svegliò qualche minuto più tardi e portandosi le mani sulla ferita comprese: “Kaioh... Maledetto... Questa deve essere una tecnica della dinastia principale! Sono vivo per miracolo!”

Ormai lontani dal villaggio del Maestro Kaioh spiegò allo Shura. “Prima della battaglia finale devo perfezionare la mia tecnica... Che Hyou ed Han mantengano le posizioni”

“Noi Shura contiamo su di voi nobile Kaioh. Non voglio mancare di rispetto ma solo voi possedete la forza per contrastare l'ultimo decano e la sua guardia Kazan... Sono morte decine di nostri guerrieri esperti nel tentativo!”

Quasi con fare premuroso Kaioh restituì uno sguardo di sincera ammirazione a quella che in fondo era solo una donna innamorata. “Davo per sconfitto anche Jukei, invece il vecchio mi ha smentito... Ci vorrà solo qualche giorno..”


3. Ritorno in patria




Kaioh arrivò alla spiaggia prima del tramonto. Il sole basso ne rimarcava i contorni spigolosi. Chiese ad Han come mai fosse arrivato anche lui.
Era stato lo Shura senza nome ad allertarlo dopo che aveva visto Kaioh combattere contro Jukei.
Han mentre dirigeva l'imbarcazione verso le rive della loro patria accennò alla ferita sul volto del suo Senpai. “Hai affrontato Jukei troppo presto?! Sai che non rientra nei nostri piani...”

Kaioh serioso gli rivolse lo sguardo mettendolo a fuoco. Lo guardava di traverso. Han, un uomo privo di paura, uno Shura vero e finito sentiva le sue interiora scuotersi ogni volta che lo sguardo assassino di Kaioh si poggiava su di lui. Il ricordo dei suoi poderosi pugni in allenamento era nulla in confronto a quello che gli aveva visto fare sui campi di battaglia. Aveva visto Kaioh uccidere per meno di un'occhiataccia. E ancora fresco era il ricordo di Raoul in quei giorni. Anche lui si era allontanato per osservare i colpi tremendi del Dominatore del cielo. Kaioh e Raoul si somigliavano tremendamente ma evitò di sottolinearlo al suo Senpai.

Nonostante ciò le parole di Kaioh non furono così dure “No. Non sono stato io ad affrontarlo! Ha cercato di sigillarmi il pugno...”

Han trasalì e preoccupato chiese: “ Dovremmo dargli una lezione tutti e tre assieme!”

Kaioh fece cenno di non parlarne più: “...Neanch'io sono riuscito a chiudergli il becco. Proprio per questo devo incontrare l'Eremita del monte Kai... Esiste certamente un modo per accedere a tecniche più potenti...Jukei non ci ha mai voluto insegnare il modo per accedere al MATOUKI!”

Han voltò lo sguardo verso il mare e riflettendo soggiunse “Dicono che dia accesso a tecniche intrise di spirito combattivo. Tecniche devastanti, come quel colpo d'aura di Raoul... Il Tensho Honretsu! Non avevo mai visto niente di simile...”

Kaioh sogghignò “Certo, ma in segreto ho iniziato io Raoul alle arti marziali. Posso fare di meglio!”

Han stette zitto per il resto del viaggio. Lo Shura senza nome li assistette per tutta la traversata e Kaioh non fece cenno a lui. A lei... Han era ormai certo che anche Kaioh si fosse accorto del sesso di quello Shura. Una anomalia e un affronto per la sua casta ma in fondo a Kaioh le vecchie usanze interessavano poco. Probabilmente a Kaioh interessavano ancora meno i sentimenti di quella donna-guerriero che da tempo lo seguiva come un ombra convinta fosse il SALVATORE del suo popolo.

<<l'Eremita del Monte Kai>> ripensò Han. Si narrava che fosse a conoscenza dei segreti dell'Hokuto Ryuuken. Un uomo di un'epoca più antica di cui il ricordo si era perso nei decenni. Si trattava di qualcuno rispettato perfino dal Maestro Jukei. Una leggenda come quella di Yaksha nero. Fatto stava che per raggiungere il Monte Kai ora era necessario attraversare una landa desolata. Una landa fortemente radioattiva per via dei bombardamenti della guerra. Un'avventura che non aveva voglia di affrontare, un rischio inutile per parlare con un vecchio che forse era già morto. Ma Kaioh voleva perfezionare il suo Kenpo a tutti i costi. Senza armi sofisticate in giro era di gran lunga il miglior armamento di cui disporre se si voleva percorrere la strada del dominatore.
Sapevano entrambi dell'enorme potere che il rancore e la rabbia potevano conferire ad un Maestro dell'Hokuto Ryuuken. Un segreto che Jukei aveva sempre tenuto per sé.

Quando furono di nuovo nella loro terra, Han si rivolse nuovamente al nobile Kaioh con l'aria del luogotenente, del subalterno, eppure nei loro incontri con Hyou avevano sempre parlato di spartirsi la terra degli Shura in tre porzioni e di comandare ciascuno la sua.
“Hai degli ordini da dare ai nostri uomini?”

“Mantenete le posizioni ai piedi delle colline del nord. Tu ed Hyou interverrete solo se saranno i Kazan o i pezzi grossi dell'esercito nemico a farsi vivi.” Poi prese una pausa per suo malgrado affermare “I nostri Shura sono pochi ma più forti di quegli aguzzini! Senza un fucile non valgono nulla...”

Han si sentì onorato da tale riconoscimento e non trattenne il picco d'orgoglio Shura “Mph! Se muovessero davvero contro di me potresti perderti la battaglia finale! Allora sì che conoscerebbero fin dove può arrivare uno...”

Kaioh lo squadrò e intimò “Shura! Vi preoccupate troppo del mostrare le palle ma dimenticate che il nemico può tagliarle anche a voi!”

Han si accigliò e comprese il profondo rimprovero che Kaioh gli stava muovendo. Era anche per la storia dello Shura senza nome. In fondo il fatto che una donna fosse riuscita a farsi passare per un appartenente a quella casta di guerrieri non ne esaltava il blasone.
Poi il primo comandante aggiunse ciò che non poteva essere smentito

“... Mantenete le posizioni o finirete per dover affrontare i generali Gento e quel pazzo di Jukei. E' necessario che io faccia ritorno più forte e in testa ai CAVALIERI PERDUTI!” Poi stringendo il suo pugno destro in un impeto di volontà “O combatteranno per me o moriranno tutti!”

Il terzo comandante dell'esercito degli Shura annuì. Kaioh oltre la landa radioattiva avrebbe trovato alcuni dei villaggi in cui si diceva fossero isolati i cavalieri Shura più potenti. Aveva certamente il carisma per convincerli ad unirsi a loro nella battaglia finale. Anche meglio ora che i nemici erano in rapido aumento.
Kaioh concluse con una raccomandazione prima di mettersi in viaggio.

“ Quando farai rapporto sii vago su Jukei con Hyou...”

Han annuì e comprese fino in fondo.


4. L'Eremita del monte Kai



Il deserto radioattivo un tempo era una vallata rigogliosa divisa da un fiume piuttosto importante per quelle terre. Sulle due sponde esistevano tre città piuttosto sviluppate prima della Guerra. Ora solo macerie e rovine. Le città avevano visto l'esplosione di un ordigno termonucleare di diversi Megatoni. Una delle tante battaglie sfuggite di mano ai gerarchi militari che ora Kaioh voleva sgominare. Avevano governato quelle terre col pugno duro e portato il mondo nel Caos per questo avrebbero meritato la morte di fronte a un giusto. Ma per Kaioh il semplice fatto che comandassero al posto suo era sufficiente a giustificarne la condanna a morte.

Sotto i loro cocchi si estendeva una landa deserta, qualche pianta qua e là si era adattata al nuovo mondo, alcune rocce presentavano strane tracce di un qualche parassita; la vita non era stata del tutto sconfitta e nulla pareva segnalare l'ingresso alla zona pericolosa. Nessun cartello, nessun avviso. Solo un ultimo villaggio in cui risiedevano gran parte dei “bori” e dei reietti. Gente Shura ma che era stata sconfitta in combattimento o non era più in grado di lavorare.
Seppur oppressi dalla propria casta le restavano fedeli. Uno dei reietti più esperti si prodigò nello spiegare a Kaioh come poter superare la zona radioattiva e arrivare ai piedi del Monte Kai.
Mettere in guardia l'allievo di Jukei non servì a nulla per distoglierlo dall'intento, esattamente come a nulla servì mettere in guardia lo Shura senza nome al suo seguito.

Sulle prime un paio di reietti provarono a rifiutarsi di aiutarli ma il Maestro Hokuto li fece esplodere davanti a tutti premendo loro due tsubo mortali.
Il segreto per superare quella zona profonda alcune decine di chilometri, era l'acqua! Non si poteva attraversare il deserto in sella ad un cavallo o un cammello. Le radiazioni lo avrebbero ucciso in cammino. I mezzi a motore scarseggiavano poiché in mano ai CAVALIERI SHURA ormai tutti al di là del deserto. Erano il deserto a Nord e il Mare ad Est ad “isolare” la terra degli Shura dal resto del mondo o di quel che ne era rimasto.
Per sfuggire alle radiazioni era necessario bagnarsi costantemente con una soluzione acquosa per schermarsi almeno in parte. Era necessaria una buona scorta d'acqua ma il viaggio durava anche 3 giorni e la sete lungo il tragitto si faceva sentire. In pochissimi erano riusciti a fare ritorno e raccontare queste informazioni. Molti altri persero la vita nell'intento.

Kaioh si cosparse della soluzione e fece scorta di borracce. Lo stesso toccò allo Shura senza nome. Il reietto che li aiutò insistette sul fatto che la possanza di Kaioh era più un difetto che un pregio per quell'avventura. Era troppo grosso per resistere alla sete! Scoperto che l'obiettivo dei due era raggiungere l'eremita del Monte Kai si spaventò... Quelle lande desolate gli facevano meno paura della scalata di quel monte. Non per le dolci pendici dello stesso ma perchè lo stesso Eremita era solito torturare quei pochi uomini che erano riusciti ad avvicinarlo. Si serviva dei CAVALIERI PERDUTI.
Il reietto dopo aver visto all'opera Kaioh sapeva chi aveva davanti. Sapeva pure del Maestro Jukei ma l'eremita del monte Kai e la leggenda dei Cavalieri perduti lo facevano tremare dalla paura...
Essi erano soliti razziare i villaggi dei reietti. Attraversavano il deserto radioattivo in sella ai mezzi a motore che riuscivano a requisire. Forse al di là dei villaggi potevano usufruire di maggiori provviste di benzina. Ormai rara nel mondo più dell'oro.

Kaioh e lo Shura senza nome partirono alla volta del Monte Kai. Il primo giorno tutto filò liscio fino a che non dovettero affrontare una leggera tempesta di sabbia. O almeno questo sembrava. Kaioh sentì le forze venir meno e dovette richiamare il proprio spirito combattivo per proteggersi. Lo Shura osservava preoccupato il rilevatore di radiazioni.
Riuscirono a dormire sotto una roccia un tempo appartenente al fondale del fiume centrale. Era un buon punto poiché stranamente meno pericoloso secondo il rilevatore.

I due osservarono il cielo sapendo di avere poco tempo. Kaioh delicatamente rimosse la maschera dello Shura. “Sicura che in questo punto non ce ne siano poi tante?” Lei gli sorrise di rimando e lo abbracciò. Finalmente convinta di poter abbracciare quello che riteneva il suo uomo “Certo. Qui e solo qui...”
I due si abbandonarono ad una notte di passione. Non era la prima volta ma senza dirselo entrambi pensarono potesse essere l'ultima. Come Han aveva intuito anche Kaioh conosceva il segreto dello Shura senza nome più dedito ed efficiente del loro esercito. Nabiki era un vero guerriero come neanche certi uomini. Ad uno Shura come Han la cosa non andava del tutto giù ma per quanto Kaioh fosse più spietato del proprio compagno di allenamenti sul campo di battaglia, a sua differenza era tutt'altro che sessista. A lui importava solo del valore delle persone. Importavano solo gli obbiettivi. Le sue vendette, specie quella personale.

Nabiki sapeva di non poter essere amata da quell'uomo né di poterlo avere tutto per lei. Era l'eroe che avrebbe ridato le terre al suo popolo. Aveva da tempo imparato a godere dei momenti in cui potevano lasciarsi andare. Nulla più. Ma il suo cuore di donna chiedeva di più... Sempre di più... Ormai era arrivata a seguirlo ovunque andasse o fosse diretto.

La mattina dopo si rimisero in cammino e dopo alcune ore di sole cocente Kaioh osservò Nabiki non tenere il passo. Oltre la maschera si poteva sentire ansimare e quasi non reggere alle potenti radiazioni. Nabiki aveva bevuto e consumato tutta l'acqua destinata alla soluzione chimica. Le radiazioni stavano avendo l'effetto temuto.

Kaioh le tese una mano, lei per un momento non volle accettare ma lui espanse la sua aura. Il suo potentissimo ki combattivo li stava proteggendo. Dovendolo espandere per lo Shura senza nome Kaoh si sarebbe trovato al cospetto dell'Eremita con poche energie ma lui era tutt'altro che un codardo o un calcolatore.
Nabiki avrebbe voluto evitarlo, la sua caparbietà era seconda sola al fortissimo istinto di sopravvivenza. Ora lo stava toccando di nuovo con mano! La vita supera qualsiasi ideale... Accettò l'aiuto di Kaioh suo malgrado. Desiderava ardentemente vivere.

Al terzo giorno i due furono costretti a combattere contro alcuni Shura che si vantavano di aver superato le lande desolate. Predoni in sella a moto e mezzi di ogni tipo che ridacchiavano accerchiandoli.
I Cavalieri Shura storsero il naso di fronte allo Shura senza nome ma dovettero arrendersi davanti al pugno possente di Kaioh. Esplosero come solo l'Hokuto sapeva fare. Altri vennero affettati dalle spade di Nabiki. <<predoni che hanno smarrito la via!>> Osservò Kaioh. Nabiki era abile con le spade ma un vero guerriero Shura le avrebbe dato di sicuro qualche noia in più.

A questo punto si trovarono davanti un gruppo più folto di Shura. Uno su tutti svettava su di loro. Erano ben armati e in gran numero. Forse trecento o quattrocento guerrieri. Troppi perché Kaioh non si mettesse in guardia.
L'uomo con l'elmo incoronato dalle corna di un bue parlò per primo:

“Tu devi essere l'allievo del Maestro Jukei giusto? Io sono Kaiser CAVALIERE SHURA!”
Kaioh evitò i convenevoli.

“Lasciateci il passo ora e subito o ve ne pentirete...” Poi con l'indice fece un mezzo giro indicandoli tutti “Chiunque creda di potersi battere con me troverà morte certa!”

Kaiser sghignazzò e sorrise di rimando “Eh! Eh! Di sicuro sai come farti dei nemici ragazzo! Sai noi cavalieri shura siamo al servizio dell'Eremita. Ha pochi amici...” Poi fece spallucce con fare quasi come comico e alzò le mani “...Ma del resto lui è un Eremita! Di certo ci offre tanti nemici e tanti combattimenti. Noi Shura amiamo combattere. Noi cavalieri seguiamo chi ci porta più nemici...”

Kaioh allentò i suoi muscoli “Vi state quindi proponendo? Io non vi ho chiesto di combattere con me... Ve lo avrei ordinato al ritorno!”

Kaiser e i cavalieri più possenti ridacchiarono di nuovo “Beh sappiamo della guerra che combatti per tutti gli Shura e vorremmo unirci ma...” E con il pollice versò una goccia del sangue di Nabiki a terra “...se sarai in grado di sconfiggere l'Eremita ci servirà un nuovo capo da seguire... Ha! Ha! Ha!”

Nabiki si portò le mani al collo. Qualcuno le aveva sottratto il sangue dalle vene senza sfiorarla. Ma certo! Era la tecnica di quell'uomo. Quel maledetto Cavaliere Shura possedeva una tecnica capace di fargli attraversare il corpo dei suoi nemici.

“Vedi questo sangue? E' quello del tuo servo! Ha! Ha! La vostra tecnica Arcana non è nulla contro la mia tecnica delle Origini! Figuriamoci se riuscirai contro l'Eremita...” Gli altri Cavalieri iniziarono ad incitare Kaiser alla battaglia picchiando le loro lance sugli scudi e gli schinieri delle loro scarne armature.

Kaioh non si mostrò affatto stupito e rispose “Mph! E' solo un trucchetto da niente! Ora prova a muoverti per colpire me!”

Kaiser divenne gonfio d'ira e provò “Maledetto insolente come puoi fingere che... Mah che cavolo... Non riesco a muoverm... Ma come è possibile? Come può la mia tecnica assassina non meravigliarti?”

Nello sgomento generale a Kaiser riuscì un solo passo forzato prima che Kaioh spiegasse il perché
“Tsk! Mentre ti sei mosso ho colpito uno tsubo che ti priva dei movimenti... Indicatemi il sentiero più breve per scalare questa montagna o il vostro amico esploderà al mio prossimo attacco!”

Uno shura del tutto sbalordito e impaurito indicò balbettando il sentiero: “E'... è... E' quello laggiù. Prima delle cima quando gli alberi finiscono... C' è un tempio buddista...”

Kaioh scorse di nuovo le facce di tutti loro e osservò compiaciuto che ora nessuno osava guardarlo dritto negli occhi. I suoi occhi gelidi pieni di odio avevano visto quegli uomini per quello che erano davvero.

“Quando ritornerò mi seguirete e combatterete per me... Ma se l'Eremita è forte come credete voi, dirò lui di venire a liberare quest'uomo. Posto che non lo uccida lui!”

Kaioh e Nabiki salirono oltre e fecero scorte di acqua nei vari ruscelli. Il viaggio di ritorno preoccupava più degli Shura a valle. Proseguirono la scalata quasi senza parlare. In cima al monte si trovarono davanti un tempio buddista. Vi entrarono e nella penombra videro un uomo che indossava uno spolverino, una specie di saio con la cappa. Impolverato e più malconcio del Maestro Jukei ma dagli occhi fissi e penetranti. Seppur più rugoso e vecchio sul volto presentava un fisico più alto e più massiccio del Maestro di Kaioh. Al collo portava la classica collana da monaco buddista, ma non levigata, di quel legno lavorato artigianalmente come si usava un tempo.
Erano finalmente al cospetto dell'Eremita del Monte Kai.

Fu Kaioh a prendere la parola e indicarlo con l'indice quasi minaccioso. “Bene! Bene! Tu devi essere Zong Wu Liu!”


5. Rivelazioni



L'eremita si ergeva davanti a loro, col viso profondamente scavato dalle rughe, dalla sua vecchiaia fissava i due avventurieri con occhi gelidi e allo stesso tempo brillanti. La statura non dissimile a quella dell'allievo di Jukei veniva tradita da un leggero incurvamento della schiena. Teneva il pomo di un bastone di legno con la mano destra e armeggiava con la sua collana di legno. Una collana buddista come la religione del tempio scavato nella roccia a cui era dedicato.
Il volto dell'eremita era in penombra, indossava uno spolverino dotato di una cappa dai bordi tagliuzzati per coprire la testa pelata. Era pelato come un monaco ma non viveva come uno di loro. Osservava regole anche più ferree dando l'impressione di un uomo a cui non importasse più se vivere o morire.
Studiò i due avventurieri ancora un po'... Poi si degnò di rispondere al giovane Kaioh che evidentemente non aveva dimenticato il suo nome.

“Quindi non hai perso la memoria?” Indicò il volto di Kaioh che riportava la grande ferita a freccia procuratagli dalla tecnica del Maestro.

Kaioh si portò una mano sul volto e fu come rivivere lo scontro con Jukei. Una ferita che gli bruciava più di qualsiasi altra si fosse mai procurato da solo. Nei suoi tormenti, nel suo masochismo dovuto al trauma per la perdita della madre. Ricordò perfino l'incendio divampato a Palazzo che diede inizio al suo male interiore.
Questa ferita era il simbolo di una sconfitta. Non era riuscito ad aver ragione del suo anziano Maestro. Un Maestro che remava contro quanto professato fino ad allora. Contro di lui e i suoi alleati. Non era manco fedele alle genti che vivevano in quelle terre. L'esercito dei gerarchi ancora in piedi grazie ai Kazan, la chiamata di Jukei verso l'Impero Celeste... Troppi guai da affrontare tutti insieme.
Tuttavia Jukei non era affatto riuscito a cancellare la sua memoria. Per riuscire a battere lui e qualsiasi FORZA IMPERIALE stesse per minacciare le sue terre era disposto a diventare ancora più spietato, era disposto ad entrare nel regno del male. Nell'Hokuto Ryuuken c'era un modo per poterlo fare. Kaioh aveva bisogno di quel potere.
Quel potere che un tempo aveva sedotto anche il suo Maestro e lo aveva reso in grado di affrontare il Maestro di Raoul. Il Grande Maestro dell'Hokuto Shinken. Dell'odiato Hokuto Shinken.

Prese tempo poi replicò asciutto

“Mi serve solo il segreto per accedere al MATOUKI vecchio!” poi sempre meno cordiale prese una posizione quasi minacciosa “Sarà combattendo con te che acquisirò quel segreto e finalmente ammazzerò Jukei!”

Il vecchio eremita, reso burbero da una vita di stenti fece un rapido giro con i suoi occhi e inquadrò di nuovo lo Shura. Nabiki si trovò a disagio per la prima volta dietro alla sua maschera. Peggio che essere nuda. Quegli occhi erano certo in grado di vedere anche oltre.

“Eppure ti sei portato dietro la materia prima! Ti ho già detto l'altra volta come si acquisisce il Matouki!”

Kaioh fece finta di non capire, Nabiki si accigliò cercando di capire ma scelse bene di non muoversi. Era evidente che quel vecchissimo bonzo avesse già intuito tutto.
Ora era ovvio che Kaioh e quell'uomo si erano già incontrati.
Nabiki seguiva il suo Rasho ovunque tranne che in alcune occasioni in cui voleva stare da solo e ritornava sempre con una nuova ferita. Quasi sempre auto-inflitta ma lei si limitava a medicarlo senza chiedere mai. Sapeva del dolore di Kaioh per la perdita della madre... Del pessimo trattamento a lui riservato nei ranghi di Hokuto e di tutta la sua triste adolescenza, ma sapeva anche che era ormai la sola speranza del popolo Shura.

Il vecchio si girò di tre quarti e fece cenno con la testa di seguirlo. Indicò a Kaioh l'arcata che portava alla grande terrazza sulla montagna che guardava ed era rivolta verso la più grande insenatura di quelle terre.

“Non è combattendo contro gli altri che si acquisisce il MATOUKI ragazzo! Seguimi pure...”

Quando ebbe l'attenzione di Kaioh lo convinse a sporgersi verso la scogliera e guardare più giù. Le navi dell'Impero Celeste si davano un gran da fare qualche chilometro più sotto. Di sicuro i Gento avevano risposto alla “chiamata” di Jukei in numero sempre maggiore. “Dannazione!” Pensò Kaioh. Avrebbe dovuto misurarsi anche con loro troppo presto. Lui detestava i predestinati, la Famiglia Principale di Hokuto e altrettanto quei leccapiedi dell'Impero.


“Vedi ragazzo? Il Grande Generale Gento e i suoi soldati sono già arrivati... Se non sei stato in grado nemmeno di sbarazzarti di Jukei... Beh non hai molte speranze.”

Kaioh osservò poi rispose “Neanch'io sono del tutto solo...”

“Tsk! I tuoi compagni d'allenamento? Ti riferisci a loro? Eh eh eh... No. Nessuno di voi allo stato attuale può fermare il successore Gento, ma anche se non fosse presente fra quelle navi avete davvero troppi nemici e pochi Shura d'èlite dalla vostra... Ci vuole un potere che non puoi avere senza...”

Il giovane si affrettò a zittirlo. I due si erano incontrati mesi prima. In quell'occasione Kaioh incontrò l'eremita del Monte Kai nello stesso luogo dove aveva sepolto sua madre.

“No! Mostrami il tuo Matouki e potrò replicarlo!”

Zong Wu prese il bastone e iniziò a segnarsi il passo, quindi fece per rientrare nella sala d'ingresso dove lo Shura senza nome era rimasto. Kaioh lo seguiva con fare circospetto. Nabiki notò che nonostante l'andatura leggermente claudicante dell'eremita i due sembravano camminare in modo simile. Lenti e misurati. Qualcosa li accomunava.

L'eremita alzò il bastone e con fare quasi amichevole batté leggermente sul petto del giovane guerriero. “Se non sei pronto non devi procedere...” poi lo stuzzicò di nuovo “La guerra è persa senza Generali impavidi... I gerarchi che hanno incendiato il mondo. Loro sì...”

Kaioh si affrettò a rispondere “Zong Wu Liu predecessore di Jukei eh? Ecco perché conosci i segreti dell'Arcana Arte di Hokuto...” Poi soggiunse “Il mio Maestro ha sempre raccontato del giorno in cui è entrato in possesso di quel potere ma non ci ha mai insegnato come raggiungerlo... ”

Zong Wu parve disturbato da quanto sentì riferito su Jukei e scosse il capo
“ Ti ho già indicato la via per il Matouki...”

Poi sentenziò “Jukei desiderava ardentemente quel potere ed è per raggiungerlo che uccise suo figlio e sua moglie! Ma ovviamente ha preferito rimuovere...” Fatta una pausa concluse “Io stesso non avevo mai raggiunto tale abilità. Fu il giorno disgraziato in cui mi resi responsabile della morte di mia figlia!”

Kaioh trasalì “Non ha mai detto di averli uccisi per entrare nel regno del male!” poi dopo aver guardato per terra con disdegno concluse stringendo il pugno quasi a ripromettersi di punirlo “Quel vecchio ha così tante morti sulla coscienza! Ma non...”

“Quindi giovane Kaioh non hai modo di raggiungere il Matouki... “ Poi si mise a sorridere in maniera sinistra.

Allo stesso momento Nabiki portò le mai verso la bocca e fu travolta da un conato di vomito. La giovane poggiò le ginocchia a terra prima di cercare di ricomporsi.
Kaioh quasi la soccorse chiamandola col suo nome femminile
“Nabiki?! Tutto bene!”


L'eremita si girò verso Kaioh e soggiunse “Nelle sue condizioni non è consigliato farle fare il viaggio nel deserto radioattivo...”

L'eremita aveva capito tutto da subito. Quello non era uno Shura senza nome, non un uomo comunque e fra lei e Kaioh c'era qualcosa. Quasi infastidito dall'ipocrisia del giovane Kaioh, dal suo contrasto interiori lo mise a nudo e lo trafisse con le parole“Lo sapevi anche tu! Prendi la sua vita e diverrai il Demonio!”

Nabiki comprese tutto e le gambe le tremavano. Per la prima volta non sapeva riconoscere il vero nemico. Era la nausea? La sala le girava attorno. Era paura... Avrebbe difeso la vita nel suo grembo da chiunque ma...

Kaioh inveì contro l'eremita

“Sporco Bastardo! Pensi che io ti somigli così tanto? Preparati vecchio!” Prese posizione prima di sferrare i suoi mille pugni danzanti dell'Hokuto Ryuuken “Se ti ammazzo i CAVALIERI SHURA verranno con me! Apprenderò il Matouki uccidendo te! WA-TA-TA-TA-TA-TA!”

Il vecchio attivò un'aura strana, dal colore grigio scuro, quasi un fumo palpabile. Sì! Era quello che voleva Kaioh. Sembrava fluttuare e i suoi movimenti schivavano i colpi che gli venivano sferrati con una facilità disarmante. Poi la mano del vecchio si poggiò sulla spalla del giovane. A questo punto un pugno del Rasho colpì il bersaglio ma senza potenza. Kaioh si sentì spossato. Quasi senza energie.

Il vecchio lo apostrofò con voce rauca, oltre che profonda come al solito “Ingenuo! Ti dimeni come un idiota perché dentro di te non sai accettare il Male!” poi fiero della sua superiorità passò alle spiegazioni mentre il giovane provava a riprendersi “L'assorbimento del ki avversario è l'ultimo segreto del Matouki. Il suo potere più impressionante! Fisicamente non potrei mai tenerti testa...”

Kaioh provò a reagire ma si ritrovò in ginocchio del tutto inerme. Le ginocchia toccarono di nuovo terra. Il tonfo echeggiò nella sala. I suoi muscoli gonfi e tonici non potevano nulla contro l'aura maestosa di quell'uomo. Di certo quest'aura aveva qualcosa di magico, qualcosa di terribilmente forte. Zong Wu Liu era stato uno dei Maestri Ryuuken più forti di sempre eppure a quest'età non avrebbe dovuto poterlo contrastare. Il MATOUKI e l'ASSORBIMENTO DEL KI. Due segreti connessi che non poteva farsi sfuggire.
Fece crescere la sua rabbia e il suo rancore anche contro l'eremita ma avvolto dall'aura del vecchio non riusciva nell'intento.

Si alzò sfruttando tutte le forze residue ma Zong Wu lo colpì col suo bastone ripetutamente. Gli trapassò le vesti e quelle bastonate gli ferivano la pelle peggio delle frustate ricevute per punizione da Jukei.

“Hai un solo modo per battermi Kaioh! Uccidi la donna che porta in grembo tuo figlio con le tue stesse mani e potrai accedere al MATOUKI! “

Nabiki ebbe quasi un mancamento poi si mise sulla difensiva. Kaioh pianse lacrime calde. Sapeva dello gravidanza della giovane. Nel suo intimo non era affatto d'accordo, specie di non esserne stato messo al corrente ma capiva ancora l'amore di una madre. Ahilui capiva ancora di più il dolore che avrebbe provato un figlio di fronte alla morte di un genitore. Non avrebbe mai permesso che la storia si ripetesse.
Provò un rabbia immensa per non riuscire a reagire alle tecniche del vecchio.

Si alzò e con lo sguardo di un demonio entrò nel regno del Male. Si girò verso Nabiki che buttata la maschera e dismessi i panni dello Shura senza nome pensò di volersi difendere. Amava troppo Kaioh ma non avrebbe permesso neanche a lui di uccidere il loro figlio. Era un'abile spadaccina ma prima ancora che riuscisse a brandire la spada la mano di Kaioh la trafisse “ZACK! FSHHHHH!!!”

Kaioh le trapassò l'addome. Lei portò le mani sul braccio di lui che grondava il suo sangue e quello del loro figlio. Sgranò gli occhi e lo guardò in un misto di odio e incredulità. Notò che il giovane guerriero teneva ora gli occhi chiusi.

“Mi... Mi hai portato qui per questo?!” Balbettò la giovane un attimo prima di accasciarsi esanime.

Kaioh non rispose e guardò il suo corpo sfilarsi dal suo braccio. Abbondanti fiotti si sangue cosparsero il pavimento e il muro alle spalle della giovane guerriera caduta.
Non gli erano rimaste parole ma aveva agito con convinzione.


L'eremita alle spalle del giovane confermò : “Era l'unico modo!”

Kaioh si sentì vuoto dentro ma col cuore pesante prima di essere avvolto da un fumo grigio quasi nero. La sua rabbia e il suo rancore crebbero anche verso sé stesso al punto da non poter provar perdono mai più. Il Matouki lo avvolse, divenne una nube intensa ed estesa oltre la grande sala.
Il bianco dei suoi occhi divenne rosso fuoco, urlò contro il cielo ed espanse ulteriormente la sua aura. “WAAAAAAAAARGHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!”

Zong Wu dopo un momento di meraviglia per il picco di potere raggiunto dal giovane sorrise sornione “BENVENUTO NEL REGNO DEL MALE!”





6. Kaioh il demonio!



Il giovane Kaioh aveva ora un sorriso quasi satanico dipinto sul volto. Osservava con insistenza il suo corpo notando un rinnovato e intenso vigore. Ora guardava con aria minacciosa il suo mentore. Colui che lo aveva spinto definitivamente nel Regno del Male.
Zong Wu gli restituì uno sguardo cupo e freddo ma iniziò a indietreggiare.
Kaioh raccolse da terra una statuetta di Buddha e la considerò buona all'uso. Era una statuetta incisa nella pietra. Forse un manufatto dello stesso eremita.

“Quando ci siamo incontrati davanti ai fanghi bollenti, davanti alla tomba di mia madre non ero certo di quanto mi dicesti vecchio! Ho sperato di poter raggiungere il Matouki diversamente ma...”

Zong Wu comprese le intenzioni di Kaioh e non solo. Il giovane aveva capito tutto. Si mise in guardia per testarne le capacità o evitare il peggio...
Fece un cenno di assenso con la testa “ Sapevo dell'odio che nutri verso la dinastia principale di Hokuto... L'odio che io stesso ho provato per primo!”

Il vecchio conquistò lo spazio necessario per sferrare il suo attacco. “Anryu Tenha!!!”

Kaioh venne avvolto dal Matouki del vecchio e dopo un attimo di smarrimento osservò “... Interessante... Il mio Matouki sta annullando il tuo!”

Zong Wu osservò strabiliato. In effetti non aveva mai combattuto contro un altro indemoniato e non poteva sapere che la tecnica principale dell'Hokuto Ryuuken non avesse effetto.
Poi comprese meglio. Certo non funzionava. Non aveva mai visto un'aura così intensa, così potente. Proiettava a terra un'ombra sinistra. Ah, se solo avesse avuto trent'anni di meno! Glie la avrebbe fatta vedere lui!
Ma perché lo stava attaccando?
Il Male era tale in Kaioh che non era più cosciente? No. Kaioh aveva davvero capito tutto.

Ora avanzava con l'incidere del carnefice, del predatore che sa di poter azzannare facilmente la sua preda.

“Non lo volevo accettare ma... Se Nabiki era qui ed è morta è perché ho capito come hai raggiunto tu questo potere...” Fece una pausa e poi a denti stretti rivelò la sua scoperta a Zong Wu “...Nonno.”

L'eremita del monte Kai trasalì. Sbarrò gli occhi. Ma Kaioh proseguì prima che potesse rispondergli

“Ti ho incontrato dove hai scoperto essere sepolta tua figlia!” richiamò per un momento la sua aura e poi proseguì solo per togliersi la soddisfazione “Ho studiato tutti i tuoi combattimenti, sapevo della tua leggenda ma non vi era traccia del Matouki... Neanche durante il tuo scontro col predecessore di Ryuken. Lo hai raggiunto quando non eri più il Maestro dell'arte maledetta!”

Zong Wu messo a nudo dalle parole di Kaioh lo aiutò a concludere ammettendo il suo crimine.

“Ho incendiato io il palazzo per uccidere il mio unico legame col mondo: tua madre! Anche Jukei raggiunse il Matouki uccidendo moglie e figlio” poi soggiunse “ ...monaco o no, ho avuto una figlia. Quando seppi che la mia donna morì per difendere la casata di Hokuto la rabbia mi avvolse e decisi di vendicarmi. In quell'incendio avrei potuto uccidere anche i discendenti della famiglia principale per poi finire il lavoro contro il successore Shinken...”


Kaioh completò le frasi del nonno “ E fu così che entrasti nel mondo del MALE... Ma ne creasti uno molto più grande: IL MIO!”

Zong Wu tentò disperatamente un nuovo attacco verso Kaioh che schivò facilmente e lo colpì con una tecnica della famiglia principale: “Jouma Kosho!” FSHHHH Un taglio profondo sul ventre del vecchio eremita fece sprizzare sangue scarlatto.
L'eremita non riuscì a vedere il colpo ma grazie al suo fluttuare nell'aura demoniaca salvò la pelle per miracolo. Non era una tecnica Ryuuken quanto poteva essere ideata da Kaioh. Non le prestò attenzione.
Si portò le mani sulla ferita. Era grave e le sue gambe traballarono... Sentì le forze abbandonarlo. In qualche modo Kaioh era riuscito ad attivare l'assorbimento del ki su di lui. Imparava in fretta. In verità era un talento innato. Ma lui si era certamente distratto dall'essere stato scoperto.

“Warghhh...” Sputò un fiotto di sangue dalla bocca “ E sia! Ho ucciso la mia adorata figlia per potermi vendicare del successore di Hokuto ma quando ne ebbi il potere il fato lo aveva già ucciso...”

Kaioh lo interruppe “...sono quasi d'accordo con tutto ma hai ucciso mia MADRE!” poi non riuscì più a trattenersi e lo colpì violentemente “Muori Bastardo assassino! WA-TA-TA-TA-TA-TA-TA-TA- WA CHA'”

Una selva di pugni raggiunse il vecchio con violenza inaudita. L'ultimo di quei pugni gli raggiunse un punto vitale sullo sterno. “SBAAAAAAAMMMMM!!!”

Il vecchio e debole corpo di Zong Wu crollò a terra. Sdraiato sulla schiena comprese di dover lasciare questo mondo. L'ira di Kaioh era funesta, era giusta. Ma cosa era mai stato giusto nella loro vita? Suo nipote lo aveva sconfitto come desiderava. Sapeva che questo gli avrebbe consentito di abbattere tutti i nemici e avere al seguito i Cavalieri Shura. Pensò che in fondo era giusto. Kaioh troneggiante su di lui brandiva ancora la statuetta del buddha nella mano destra e si avvicinava fissandolo ancora con un odio malcelato.
Lo richiamò a sé per avvicinarsi.

“Ora sei pronto a difendere queste terre Kaioh” fece finta di non capire le intenzioni del Rasho e soggiunse ciò che per lui era importante “Ricorda della Sepoltura Capovolta... La grotta vicino alla tomba di tua madre che ho costruito per vendicarmi dei Kasumi. E' la chiave per battere il successore Shinken!”

Kaioh lo guardò intensamente. Non riusciva a guardarlo senza provare schifo e aveva in serbo il colpo di grazia ma prima di eseguirlo provò a chiedergli : “Cosa sai del segreto dell'Hokuto Shinken?”

“ E' sepolto nelle nostre terre da qualche parte...ma l'unico Shinken in grado di leggerlo è morto da tempo. Tu... Tu ora non devi temere più nessuno!”

Kaioh lo fissò di nuovo e chino verso di lui gli conficcò la statuetta nel petto con una forza inaudita perforandolo “ZACK!!!” Zong Wu strabuzzò gli occhi e fissò il firmamento prima di lasciare questo mondo.

Kaioh gli diede le spalle e si allontanò lasciandosi dietro una scia di sangue.

“Non devo temere né perdonare mai più nessuno!”



7. In sella a Re Demone



Ancora stordito dagli eventi e forse dal suo stesso spirito combattivo Kaioh si affrettò a scendere lungo il sentiero. Pensò prima di dover portare una prova ai Cavalieri Shura a valle. Gli venne così stranamente facile decapitare l'eremita e infilarlo in una delle sacche raffazzonate che portava Nabiki.
Scese a valle e prima ancora di arrivare nel punto in cui aveva lasciato Kaiser e gli altri cavalieri lanciò la sacca in avanti facendola rotolare fino ai piedi dei primi Shura. Uno di loro incuriosito aprì la sacca, vi trovò la testa dell'eremita e inorridì. Cavoli! L'allievo del vecchio Jukei aveva davvero ucciso il bonzo. Quel bonzo era rispettato e temuto da quegli Shura, perfino Kaiser lo temeva in cuor suo, eppure era certamente stato sconfitto.
Dopo che atri Shura ebbero modo di capire quanto fosse accaduto, Kaioh arrivò sul posto. Nessuno osava guardarlo dritto negli occhi ma lui notò che Kaiser si era spostato.
Quello Shura era davvero in gamba! Si era liberato dal blocco dello tsubo ikibo?

“Dov'è quello sbruffone?” Tuonò sui primi cavalieri Shura Kaioh.
Per quanto non fossero facilmente impressionabili alcuni di loro risposero...
“...Laggiù! Poco più a valle, voleva mostrarvi...”

Kaioh espanse la sua aura ora sempre più minacciosa fino a che non scorse la figura di Kaiser che a piedi guidava uno strano cavallo. Lo teneva per delle briglie “arrangiate” alla meglio. L'uomo dal copricapo particolare fissò a sua volta Kaioh.

“La tua meraviglia nel vedermi muovere supera quella che provo io nel ritrovarti vincitore...” Poi soggiunse mentre accarezzò quel cavallo che emanava una strana aura “Certi esseri possono fare cose incredibili. Eh già... Guarda questo stallone! Ha superato la zona radioattiva da solo, lo abbiamo trovato mentre si abbeverava giù al ruscello.”
Infine gli porse le briglie con gesto di sottomissione

“E' tuo! Sarà il dono per il Sommo Capo dei Cavalieri Shura!”

Kaioh valutò la situazione. Nessuno di loro osò chiedergli dello Shura senza nome. Fu riconosciuto come primo Rasho dai più feroci fra gli Shura e quel Kaiser era pure riuscito a liberarsi dallo tsubo.
Come aveva fatto? Ma certo, qualche trucco appreso dall'eremita stesso.
Kaioh non diede peso alla cosa e salì sul cavallo dandogli una pacca poco sotto la criniera. Era segno di apprezzamento per il dono ricevuto.

Kaioh guardò Kaiser dall'alto della sua cavalcatura verso il basso e con un cenno del capo lo invitò a seguirlo. “Salite sulle vostre moto! Andremo a liberare casa nostra!”

Kaiser restituiì il gesto di consenso e brandì il suo pugnale verso il cielo, un rapido sguardo verso tutti gli altri Cavalieri e un urlo di guerra “ANDIAMO A PRENDERCI LA NOSTRA TERRA! LA TERRA DEGLI SHURAAAAAAA!!!!!”

Ottenne un boato come risposta da tutti gli altri Cavalieri che incitati non esitarono a salire sulle loro moto per attraversare il deserto radioattivo.


Durante il viaggio Kaiser rimase indietro su una strana macchina dal tetto scoperto. Non osava andargli avanti e notò che Kaioh questa volta non si era nemmeno degnato di cospargersi la soluzione antiradiazioni. Addirittura proiettava un'ombra che non seguiva i suoi contorni ma forse quelli della sua aura. Era certo che l'allievo di Jukei stesse manifestando un qualche nuovo potere. Certo! Era così che aveva sconfitto l'eremita del Monte Kai.
In piedi sul suo mezzo guidato da due subalterni, a braccia conserte il grande Kaiser si rivolse nuovamente verso Kaioh e si lasciò andare ad una vanteria.

“Sai PRIMO RASHO? Mi piaci perché sei tanto pazzo da voler eliminare i gerarchi... E sei anche molto potente, ma devi ammettere che io sono lo Shura più forte che tu abbia mai incontrato!”

Kaioh lo scrutò per un qualche passo poi severo lo riprese

“No! Non sei lo Shura più potente che conosca. Il mio compagno d'armi Han, il mio terzo in comando è uno Shura come te...”

Kaiser trasalì e quasi sognò il suo scontro col Terzo Rasho

“Han? L'altro allievo di Jukei! Certo ne ho sentito parlare. Un onore combattere al suo fianco!”
Poi fiero disegnò un ghigno sornione sul suo volto sorridendo con l'angolo della bocca

“Secondo le regole Shura lo uccidessi in duello otterrei tutto quello che è suo!”

Kaioh apparve divertito dall'ambizione del Cavaliere Shura...

“Eh... Eh... No. Non potresti batterlo neanche fra cento anni!”

Kaiser comprese di non poter pretendere oltre e cambiò discorso. “Hai scelto un nome per questo magnifico destriero degno di un Re?”

Kaioh si fermò un attimo a pensare a quando aveva visto Raoul poi rispose fiero della scelta e con un tocco di malizia sul sgnificato.

“...Come dici tu... Il suo nome sarà RE DEMONE!”


8. L'inizio di un incubo



Kaioh arrivò al suo palazzo, passò il resto della serata a preparare la battaglia finale, ricevette Han ed Hyou che non osarono contraddirlo e lo aggiornarono su tutto il fronte. Kaioh lasciò molte decisioni a loro sullo scontro con i Gerarchi militari ormai rintanati nel loro “Palazzo del potere”. Han non osò chiederlo ma conoscendo il segreto di Nabiki pensò che il primo Rasho fosse rimasto turbato dalla sua dipartita. Il terzo Rasho aveva appreso questo dettaglio dai Cavalieri Shura rientrati in pompa magna con il loro capo. Sia Han che Hyou compresero bene che finalmente il loro senpai aveva raggiunto il matouki ma lasciarono i dettagli ad un altro giorno.
Quando finalmente Kaioh fu solo si concesse di dormire. Si adagiò sul grande letto della sua stanza migliore e tirò su le lenzuola fresche di seta. La stanchezza per i combattimenti si fece sentire. I pensieri si susseguivano nella sua mente ma l'ultima cosa che vide nella sua mente prima di abbandonarsi al sonno profondo fu il volto tradito di Nabiki mentre le diede il colpo di grazia.
Durante la notte i demoni tornarono a galla. Vide l'eremita che lo ammoniva, immaginò uno spirito di energia grigia, poi azzurra che lo avvolgeva mentre lui sprofondava negli inferi.
Emerse Raoul a cavallo che lo invitava a combattere.
Come osava? Nella confusione del sogno Toki malato tossiva e lo ammoniva sul suo futuro.

“Hai venduto l'anima!” “Non dovevi vendere la tua anima!”

Perfino la figura di Jukei osò tormentare il suo sonno e di nuovo lo sguardo di stupore di Nabiki, i suoi occhi che si spegnevano senza vita. Il figlio che portava in grembo ora diventava adulto.

Un uomo nell'oscurità, ora illuminata dalle sette stelle di Hokuto. Quest'uomo combatteva ora con Zong Wu poi compariva alle spalle di Raoul. Suo fratello lo sfidava a duello e la sorella Sayaka scuoteva la testa in segno di disprezzo.

“No Sayaka! Dove vai!” Urlò nel sonno Kaioh.

Vide poi la madre, anche lei si allontanava da lui e andava ad abbracciare Raoul, poi quella figura oscura dai tratti sconosciuti. La madre di Kaioh abbracciò quell'uomo poi scomparve avvolta dalle fiamme.

“Maaaaaaa....” Urlò di nuovo tormentato.

Provò inutilmente con la mano protesa a inseguire sua madre ma fra lui, la figura oscura di un uomo dai contorni illuminati dalle sette stelle e lei si frappose il possente Dominatore del cielo. Ora con indosso il suo elmo da conquistatore.

“Non raggiungerai mai il cielo!” Tuonò il prode fratello mentre caricava il suo pugno, lui sgranò gli occhi incredulo di poter essere colpito.

SBAAAAAAAMMMMM!!! Raoul potenziato dalla figura alle sue spalle che eseguiva lo stesso colpo all'unisono lo colpì sul petto.


“ARGHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!”

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Kaioh si svegliò di colpo “NOOOOOOOOOOOOOOOOO!”, era a letto col busto sollevato. Il fiato corto e il corpo sudato. Poi si guardò sulla sa destra e vide una breccia sul muro.
Aveva lanciato un raggio di energia durante il sonno poiché preso dal suo combattimento interiore.

Sgranò gli occhi e si chiese

“Che cosa ho fatto?” Disperato si colpì una coscia. Dalla sua ferita sgorgò sangue scarlatto come al solito.
“Devo cancellare ogni ricordo dell'amore! Io sono il male!”

La mattina dopo scese giù nelle segrete del castello e decise di indossare una delle armature conservate dai suoi avi. Scelse l'armatura di un Samurai, conquista dei suoi antenati cinesi che avevano sconfitto un glorioso guerriero.
“Questa dovrebbe contenere il mio matouki!”

Più tardi, la bionda e giovane sorella Sayaka riuscì a raggiungerlo nella regione dei fanghi bollenti, dove Kaioh tanti anni prima aveva seppellito la loro madre. Kaioh era laggiù dal mattino, ci era andato col suo nuovo destriero per scoprire il segreto della sepoltura capovolta. Quando arrivò Sayaka alle sue spalle era genuflesso e quasi assorto in preghiera verso il monumento che custodiva la lapide della madre.

Fu comunque facile per un Maestro come lui percepire la presenza della sorella alle sue spalle e senza voltarsi le chiese.

“Cosa ci fai qui Sayaka?”

Lei non si stupì. Conosceva le immense abilità del fratello e in parte ne aveva paura ma provò lo stesso a dirgli la sua.

“Sono preoccupata per te fratello mio! So che ti aspetta una battaglia difficile ma Jukei dice che...”

Kaioh si alzò e fece per girarsi. Osservò la sorella da dietro il suo elmo da Samurai. Lo sguardo e la nuova aura che emanava lasciavano intuire a Sayaka che per quanto fosse sempre stato tormentato qualcosa era cambiato in lui. Sicuramente in peggio.

Le sollevò il mento con i soli pollice ed indice della mano destra per costringerla a guardarla in quegli occhi perversi e pieni di odio.

“Devi smetterla di sentire quel vecchio, Toki e chiunque altro parlando di me!”

Sayaka si voltò quasi con sdegno.

“Sono molto preoccupata Kaioh. Non mi hai mai fatto mancare niente ma... Ti sei perso nell'odio! Vorrei rivederti sorridere! Ho scritto a Toki per questo! Lui è preoccupato per Raoul e io per te!”

“Mph... Lasciali perdere. Solo io non ti ho abbandonato! E sai perchè? Lo sai perchè?”

Sayaka puntò lo sguardo a terra. Il rimprovero del fratello le parve quasi giusto.

“Lo so... Lo so... Ti ricordo lei...”

Kaioh si riferiva al fatto che Raoul e Toki avevano abbandonato la loro terra natia pur di apprendere l'Hokuto Shiken, la tecnica più potente del mondo. La tecnica di quella maledetta dinastia principale di Hokuto ma lui non avrebbe mai potuto abbandonare il luogo in cui era nata e morta la madre come la sorella che più cresceva e più somigliava a lei.
Ma questa volta mentre faceva per salire in sella a Re Demone finì per minacciare pure l'amata sorella e quasi non riconobbe sé stesso...

“Non osare mai più tradirmi o anche tu dovrai pagarne il prezzo!”

Sayaka pianse e provò a scuoterlo urlando

“Cos'hai? Cosa ti è successo? Ho visto il muro nella tua stanza! Non sei più tu!”


Con un cenno della mano scaraventò la sorella a terra. Abbastanza forte da farle male e far uscire sangue da un braccio per via dell'atterraggio sulle rocce.
“Grrr...”

Andò via lasciandosela alle spalle grugnendo e Sayaka provò a chiedersi cosa avesse sbagliato.
Di sicuro il fratello si stava perdendo. Era sempre stato fortissimo e non aveva dubbi che avrebbe vinto pure la battaglia per la terra degli Shura ma in qualche modo aveva perso la sua battaglia interiore. Sayaka si rialzò e ora intenta a pregare per lui davanti alla lapide della loro madre fu travolta da una verità profonda. Il fratello avrebbe potuto combattere anche mille guerre e vincerle tutte ma non avrebbe mai trovato la pace.



9. Shura per sempre!



Kaioh cavalcò e attraversò il suo paese percorrendo il tragitto più lungo verso il palazzo del potere. Era come ubriaco di potere ma intontito dall'incubo della notte prima. Doveva sbrigarsi eppure sentiva la necessità di schiarirsi le idee. Ora l'armatura da Samurai pareva non pesare quanto il rimpianto di una vita passata nel dolore, nel male. Tutto aveva un prezzo pensò. Il dominio assoluto lo valeva ma ancora di più la vendetta verso la famiglia principale di Hokuto. Sì... Presto o tardi l'avrebbe fatta pagare anche ad Hyou. Gli Shinken non avevano avuto eredi ma Hyou era imparentato con quella famiglia... Anche se non era mai stato un suo nemico, avrebbe dovuto pagare quanto successo alla madre durante quell'incendio. Tempo al tempo! Ora il secondo Rasho era una pedina troppo importante nel suo scacchiere di guerra. Avrebbe potuto ucciderlo in qualsiasi momento senza neanche bisogno di sforzarsi, tanto era la fiducia di Hyou nei suoi confronti.

Kaioh notò di villaggio in villaggio che la guerra fra le due fazioni aveva tolto quanto e forse più della guerra mondiale a quelle terre. Non erano rimaste poi molte risorse dalle quali attingere. Avrebbe dovuto “governare” seriamente quanto stava per conquistare alla faccia del Maestro Jukei.
Già Jukei. Dov'era finito il vecchio menagramo? Sicuramente si era rintanato intanto che gli uomini dell'Imperatore Celeste non avessero incrociato le armi con gli shura.
Jukei non era più la priorità.

Arrivò quindi ai piedi del Palazzo del potere e muovendosi fra i cadaveri di uomini anacronisticamente vestiti in uniforme militare, si fece strada schiacciando i feriti e i moribondi col suo cavallo. Da un lato vide i prodi cavalieri shura e sentì il clangore delle loro armi mentre alcuni sparuti colpi di polvere da sparo cantavano per l'ultima volta. In mezzo a quello scontro gli parve di scorgere anche Han. Ne percepiva l'aura ma era a lato del palazzo, quella parte dell'armata aveva finito per scontrarsi lontano dal palazzo.

Più avanti incrociò il luogotenente di Hyou, Nagato uno shura da che aveva memoria al servizio del secondo rasho.
Notò per l'ennesima volta una sorta di rifiuto da parte di questi e del suo sparuto gruppo di “uomini scelti” di chinare il capo davanti a lui, ma non se ne curò e osservò:

“Bene! Noto che avete già sfondato la loro linea di difesa...” poi volse lo sguardo verso la cima del palazzo dove sapeva trovarsi il Gerarca più potente. Il Capo assoluto.
Così chiese... “Hyou è lassù?”

Nagato annuì pensieroso “...Il sommo Hyou sta combattendo da un po'. Ho l'ordine di non avanzare oltre ma...”

Kaioh quasi gli sorrise con ghigno malefico di rimando. Trovò stucchevole la preoccupazione nelle parole di Nagato e decise in quel momento che prima o poi sarebbe stato meglio sbarazzarsi anche di lui ma lì per lì lo rincuorò proprio per non mostrare i suoi veri intenti.

“Hyou non ha bisogno di nessuno per finirli ma salirò anch'io...”

Nagato ebbe come un tuffo al cuore. Sapeva che in quella grande stanza del comando il Gerarca conservava ancora delle armi capaci di mettere in difficoltà perfino uomini dalla tecnica assassina potente come quella di Hokuto, ma con l'aiuto di Kaioh il suo capo non avrebbe più rischiato niente.
Così con altrettanta ipocrisia replicò battendo la sua lancia a terra e avvisando tutti gli shura
“ONORE AL GRANDE KAIOH! IL PRIMO RASHO E' CON NOI!!!”

Un boato si alzò fra gli shura che combattevano più indietro. Chi ancora non lo aveva visto ebbe di che rallegrarsi. Kaioh era sempre stato determinante in tutte le battaglie fino ad allora combattute. Era il rinforzo che le truppe volevano sentire di avere.

Kaioh lasciò il cavallo nel chiostro e salì per le scale fino alla sala Maestra. Lungo la scalinata vi trovò alcuni militari di grado elevato colpiti a morte, altri erano uomini dall'aspetto primitivo. Alcuni corpi esplosi per via di uno tsubo premuto. Certo fra questi vi erano anche i KAZAN che avevano giurato fedeltà al dittatore. Chi più chi meno fatto fuori in poco tempo dal suo alleato. Prima della Sala Maestra notò un grosso cancello in acciaio divelto da un colpo energetico. Forse era stato lo stesso Hyou a conciarlo così. I gerarchi si erano rinchiusi convinti di potersi salvare.
In fondo alla sala raggiunse il secondo rasho che si teneva la spalla sinistra visibilmente ferita.

“Grr” Digrignava i denti Hyou mentre riprendeva fiato “Anf!Anf! Sei finalmente arrivato anche tu Kaioh!”

Hyou combatteva da un bel po' ormai quasi senza vestiti a petto nudo e riportava alcune evidenti ferite. Davanti a loro un uomo molto robusto alto più di Kaioh poiché infilato in un affare di metallo che ne seguiva la schiena e gli arti. Qualche arma da taglio e forse due bocche di fuoco. Era un esoscheletro dalla tecnologia ormai superata. Un rimasuglio degli ultimi anni della guerra nucleare.

Kaioh espanse la sua aura demoniaca ma Hyou gli fece cenno di fermarsi “E' mio! Non puoi togliermi la gloria così...” Kaioh osservò i due e poi notò la porta alle spalle del Maestro Kazan che si adoperava a sistemare il suo esoscheletro dopo l'ultimo scontro “Sì ma sbrigati a far fuori questo relitto! Voglio la testa del Dittatore!”

L'uomo che aveva ferito Hyou era intento ad aggiustare parte del suo armamentario danneggiato dai colpi del secondo rasho ma sentito Kaioh rispose

“Venite avanti pure tutti e due maledetti shura! Conoscerete la morte per mano mia!”

Hyou questa volta prese una posizione d'attacco che Kaioh conosceva bene. Da lì scatenò una tecnica dell'Hokuto Ryuuken che puntava a tutti i 1109 tsubo vitali e si fiondò sul Maestro Kazan con una furia micidiale “WA-TA-TA-TA-TA-TA-TA-TA-TA, WA CHA'!!!”

L'uomo pur protetto dal suo armamentario venne travolto dai potentissimi colpi del secondo rasho e si accasciò, provò a schivare e contrattaccare anche con tecniche marziali ma la protezione si rivelò un impedimento KLING, SBAMM, THUD! Perse i pezzi qua e là mentre si portava le mani sul petto strabuzzando gli occhi. Un colpo dal piccolo calibro tuttavia partì dall'estremità del braccio meccanico “BANG!” Il colpo raggiunse Hyou.

“Arghhhhhhhh” Hyou venne ferito di striscio all'addome mentre l'ultimo uomo posto a difesa dell'ufficio del Gerarca pronunciò le sue ultime parole prima di esplodere.

“Maledetti assassini! Bluarghhhhh....!!!” Pezzi di ossa e cervelletto colpirono e sporcarono perfino l'elmo di Kaioh. Una grande macchia di sangue comparve sulla porta massiccia che li separava dalla conquista del Paese.

Kaioh si voltò verso Hyou sfinito da un nemico tutto sommato mediocre. Anche il migliore dei Kazan non avrebbe dovuto mettere in difficoltà un collaudato Maestro di Hokuto. Hyou inginocchiato ferito all'addome e alla spalla aveva dovuto dare il massimo per vincere uno scontro scontato. Kaioh lo osservò ancora e comprese che ora che aveva appreso le tecniche arcane la distanza fra loro era cresciuta troppo.

Poco prima di varcare la soglia e raggiungere il Dittatore rimarcò la sua superiorità con disprezzo.

“Riposati pure Hyou! Ora spetta ai capi parlare!”

Kaioh entrò senza bussare. Sfondò la porta con una semplice manata. La sua aura nera ne sottolineava i contorni. BANG! BANG! BANG! Un omino dalla barba incolta stava sparando con la sua pistola calibro 48. I proiettili si infrangevano sull'armatura di Kaioh. Il terzo proeittile venne afferrato dal Rasho fra due dita e rispedito al mittente. Lo ferì ad una gamba. Di proposito.

Il dittatore si portò le mani sulla gamba ferita. Osservò il suo sangue defluire e con uno sguardo pieno d'odio inquadrò Kaioh mentre troneggiante camminava verso di lui.

“Maledetto bastardo! Ti riconosco anche se ti nascondi dietro all'armatura! Ti sei unito a quella feccia... Quella razza inferiore!”

Kaioh avanzò con l'intento di chiudere per sempre la bocca al dittatore. Aveva bisogno del simbolo del trionfo da mostrare dalla terrazza del palazzo sulla quale dava quell'ufficio che in verità conosceva già.
Si chinò verso l'uomo che stranamente un tempo aveva visto come un gigante onnipotente e con una mano gli chiuse la bocca intento a non far sentire nient'altro ad Hyou e con fare da vero assassino gli sussurrò all'orecchio

“Ho svolto parecchi lavori per voi in passato. Eravate un male necessario...Ma ora IL MALE SONO IO!”

Il dittatore strabuzzò gli occhi e provò a divincolarsi ma la mano di Kaioh lo falciò. La testa mozzata del Dittatore comparve nella mano di Kaioh che si affacciò dalla terrazza del Palazzo del potere e la mostrò agli Shura là sotto. Quel gesto trionfale sanciva la definitiva vittoria degli Shura.
Un boato festante interruppe le ultime schermaglie fra i soldati e poco dopo gli ultimi militari si arresero.
Gli shura per loro usanza ne fecero dei prigionieri tagliando i loro tendini e rendendoli dei bori e dei reietti.

“GLORIA AL POPOLO SHURAAAAAAAAAAAAAAA!!!” Gridarono festanti Han e Kaiser assieme a tutti i cavalieri più potenti. Ora sentivano davvero che quelle terre gli appartenessero.


Quando Hyou e Kaioh scesero nella piazza antistante il palazzo, questultimo diede i suoi ordini ad Han e gli altri.
“Difendete la spiaggia contro l'armata Imperiale! Andate a rinforzare le linee già predisposte. Io vi raggiungerò presto...”

Poi restò solo con Hyou e notò che Nagato e i suoi non seguirono gli altri shura. Aspettavano gli ordini del secondo Rasho e non quelli di Kaioh. Il primo rasho passò un piccolo foglietto ad Hyou.

“Tu non seguirai l'esercito in questa battaglia fino a che non avrai sgominato i paesi dei traditori. Venendo fin quaggiù ho visto che c'è gente che ancora fiancheggia il vecchio Stato!”

Era un biglietto di propaganda che inneggiava alla resistenza contro gli Shura. Proveniva dal villaggio dei genitori adottivi di Hyou. Non ancora ripresosi dalle ferite scrutò meglio Kaioh cercando di capire cosa volesse esattamente da lui.
Kaioh si aspettava tale obiezione e non aspettò nemmeno che Hyou gli domandasse niente.

“Devi uccidere pure loro!”

“Sarà fatto!” Hyou rispose asciutto e fece come per dare ordine a Nagato e i suoi di seguirlo. Kaioh rimarcò nuovamente il suo ordine e fermò Nagato.

“Niente affatto! Dovrai farlo da solo, moriranno tutti per mano tua!” Hyou notò il divertimento di Kaioh nell'affrontarlo. C'era qualcosa che non capiva ma si limitò ad accettare gli ordini e con un cenno del capo convinse Nagato e gli altri a fare altrettanto.

Kaioh in sella al suo cavallo osservò Hyou allontanarsi e fra sé e sé commentò << Entrerai anche tu nel REGNO DEL MALE! Questa è la punizione che ho scelto per te MALEDETTO KASUMI!>>




10. Arrivano i GENTO!



Jukei vagabondò solo e sconsolato in quelle terre. Dallo scontro con Kaioh finì per rintanarsi nelle paludi, poi nei vari tempi presenti e infine in uno di questi alla ricerca di un vecchio amico del passato. Una sorta di Ninja guerriero di bassa statura ma abile nelle arti assassine al punto da fluttuare nell'aria come se danzasse. Yaksha nero il suo nome. Si consultò con lui e sfruttandone le capacità di occultamento gli chiese di seguire le vicende della guerra, di riferigli i particolari fino a che il giorno dopo la vittoria degli Shura Yaksha non gli portò la notizia che Kaioh era avvolto da un'aura nera e fiammeggiante. Portava pure un'armatura quasi per contenerla.
Il vecchio maestro si grattò il mento pensieroso, Yaksha Nero aspettava il suo responso

“Presumo sia entrato definitivamente nel REGNO DEL MALE! Non sono riuscito a finirlo prima, ora non potrò di certo...”

“Tuttavia non trovo corretto che i GENTO vengano fin qui... Sono contrario. Per quanto Kaioh sia in errore e malvagio questa terra è degli shura da millenni...” obiettò Yaksha

“Tanto neanche i Gento potranno fermarlo ora che è diventato così potente. Neanche il successore Shinken potrebbe mai fermarlo se non fosse Raoul suo fratello!”

“Raoul può fermarlo? Come puoi credere che sia più potente del fratello maggiore? Spiegati meglio!”

Jukei replicò pur dovendo liberare i propri fantasmi del passato e dovendo ammettere a sé stesso di essere una vola di più il carnefice di sua moglie e suo figlio in quel passato così tormentato.
“E' uccidendo chi gli è caro al mondo che un Maestro di Hokuto entra nel regno del male... La rabbia e il male assoluto lo rendono invincibile e capace di tutto.” Prese fiato e aggiunse “... Raoul può scuoterlo perché forse è l'ultimo affetto che ha!”

Yaksha si ricordò di Sayaka “Anche la sorella potrebbe riportarlo fra noi...”

Jukei fece cenno di no con la testa “Lei gli ricorda troppo il volto della madre defunta. KAIOH è il male perché vuole esserlo... Raoul potrà solo scuoterlo ma dovrà colpirlo! Solo il pugno può scalfire il cuore di un demone!”

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Più tardi sulla spiaggia gli uomini di Han facevano fatica a tenere a bada lo sparuto esercito imperiale. Per loro fortuna il grande Shogun DAIKI non aveva mobilitato tutte le forze imperiali per quella sortita ma i Gento avevano formato un piccolo gruppo di marzialisti capaci di sferrare attacchi d'aura. “Gli immortali” in verità perivano sotto i colpi di spada degli Shura ma non prima di averne uccisi due o tre a loro volta.
Anche in questa battaglia l'apporto dei generali sarebbe stato determinante.

Kaiser e i Cavalieri Shura avanzarono col loro grido di battaglia fino a che un muro di energia rossa non gli sbarrò la strada. “Arghhhhhhhhhhhhh!!!” finirono quasi tutti a terra rimbalzati dal potente colpo di Riku il braccio destro del Reggente Daiki.
Han notò lo scontro in fondo allo schieramento e subito raggiunse Kaiser e i suoi interessato al dover affrontare un nemico tanto potente. Il futuro governatore dolorante lo avvisò “Attento prode Han! Quell'uomo dispone di un'aura potentissima!”

Han si voltò e quasi con un gesto di scherno rispose “Tsk! Lo eliminerò prima che possa vedere i miei colpi!”

Riku prese una posizione di difesa tipica dei Maestri Gento. Affrontato da Han indietreggiò per ristabilire la distanza. Una distanza che lo favoriva visto che i suoi colpi di energia erano il clou della sua sublime tecnica.
Due anelli di energia rossa vennerso lanciati verso Han mentre il Maestro della luce dorata di Gento Daiki combatteva contro tutti gli altri Shura e cercava di ordinare il resto del suo esercito.

“Fshhhhhhhhhhhhhhhhh! Fshhhhhhhhhhh!!!” Han schivò entrambi i colpi e in un attimo fu davanti a Riku. Un uomo dai capelli neri ma lo sguardo infuocato. Portava una strana armatura ed un mantello con sopra il simbolo a croce dell'Imperatore.

“Ci attaccate senza nessun motivo assassini Imperiali!” “WA-TA-TA-TA-TA-TA-TA- WA CHA'!”

Han tempestò di colpi il generale Riku che finì spalle a terra sulla sabbia della spiaggia ma l'ultimo colpo che avrebbe dovuto premere il suo tsubo vitale si infranse sull'armatura. Han notò subito il mancato centro e sputò per terra divertito.
“Sput! Fortunato Bastardo!”

Riku in netta posizione di vantaggio compì un formidabile balzo e si trovò in aria sopra la testa del suo avversario. Han riuscì a notare l'incredibile agilità del suo avversario ma non riuscì a scansare del tutto la “LAMA DI LUCE SCARLATTA!”

Zack! Una lama di luce, di pura energia gli trafisse una spalla. Avrebbe dovuto colpirlo al cuore. Diamine! Questi Gento non erano per niente come i Kazan, pensò il terzo Rasho.

Riku atterrò sulla sabbia e quasi perse l'equilibrio poi rifiatando ammise “Anf! Anf! Sei solo un giovane eppure sei riuscito a schivare pure la LAMA SCARLATTA!?”

Han imbestialito replicò “Come osi anche solo pensare di potermi fermare con così poco io sono HAN il terzo RASHO!”

“Eppure ero convinto fossi solo uno Shura!”

Per quanto vera l'ultima affermazione di Riku scosse Han che si scatenò di nuovo contro il generale della luce rossa di Gento.
“WA-TA-TA-TA-TA-TA-TA-WA CHA'!” Riku comprese il pericolo e provò a spostarsi ma qualcosa lo trattenne, diamine questa volta uno tsubo vitale era esposto ai colpi del suo avversario.

Benché lontano Daiki provò ad avvertirlo “ATTENTO RIKUUUUUUUUUU! SULLA DESTRA...”

Zack! Han centrò lo tsubo e Riku venne come svuotato dalle sue forze di fronte ai suoi uomini che ora combattevano increduli. Aveva abbinato i suoi colpi alla sua potentissima telecinesi per venire a capo di un avversario davvero degno.
Han festante lo avvertì “Ha! Ha! Ho colpito il tuo tsubo ikibu!” Riku si portò la mano sul fianco colpito a morte e Han soggiunse la sua sentenza “Hai un'ora di vita!”

Tige e Borz maestri cadetti della luce verde e della luce blu di Gento osservando dalle retrovie e ben attenti a non farsi scoprire compresero il pericolo. Tige in particolare si voltò verso il compagno d'armi. I due non erano stati reclutati da Daiki per questa battaglia.
“Hai sentito? Riku è stato abbattuto!”

Borz impaurito quanto lui fece cenno di sì con la testa “Salpiamo adesso o saremo costretti a morire anche noi per gli ordini di quel pazzoide!”
Il generale verde rincarò la dose “Daremo la buona notizia a Jako! Daiki qui finisce la tua reggenza!”


Riku sul campo di battaglia sorrise di rimando al suo avversario e alla morte. “Hai solo colpito uno tsubo guerriero di Hokuto!”
Han lo osservò come curioso di capire il perché di quelle parole. Riku si colpì a sua volta con le dita nello stesso punto e dando fondo alle sue energie si cauterizzò lo tsubo.

“La sublime arte del Gento esiste da duemila anni e le contromosse all'Hokuto sono note da tempo...”

Han rimase colpito da tale contromossa e replicò “Ah bene! Il mio sangue Shura non vedeva l'ora di battersi con un avversario degno!”

I due contendenti ricominciarono a colpirsi con tutte le tecniche possibili. Han prevaleva sempre ma senza riuscire più a sorprendere l'avversario mentre i suoi uomini soffrivano le tecniche degli immortali nelle file dei Gento. Kaiser e i suoi facevano fatica ad aiutare il resto degli shura decisamente in difficoltà. Le fila del loro esercito erano state fiaccate dalla battaglia finale contro i gerarchi.

In quel momento, mentre i Gento parvero avanzare sul fronte Shura, apparve la figura di kaioh dall'aura nera e fiammeggiante. Una figura che tutti scorsero con terrore, perfino gli stessi shura non erano poi così contenti di vederselo arrivare alle spalle pronto ad uccidere chiunque ne intralciasse il passo.


Daiki il generale della luce d'oro di Gento osservò il capo degli shura sullo sfondo e comprese con sgomento “L'ENERGIA NERA!?” poi riflettè mentre infilzò con la mano il morbido collo di uno Shura senza nome che osò assaltarlo senza paura “HOKUTO e GENTO hanno radici comuni!”

Edited by Raoul - 3/2/2019, 17:42
 
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view post Posted on 3/1/2019, 22:08     +1   -1

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L'eremita è Zong Wu! Non lo avrei mai immaginato... Bella storia, si lascia leggere. Mi piace il fatto che non hai voluto mettere dentro molti personaggi nuovi, come nelle precedenti fan fic... in fondo è più bello approfondire quelli già esistenti.
 
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TOPIC_ICON10  view post Posted on 4/1/2019, 14:32     +1   -1
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Grazie. E' una fiction che approfondisce la scalata al potere di Kaioh e compagnia bella quindi non ci saranno molti personaggi inediti.
A dire il vero del tutto inedito uno solo fra i più importanti.
 
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view post Posted on 12/1/2019, 19:30     +1   -1
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Aggiunti due nuovi capitoli. :wink.gif: Buona lettura a chi volesse...
 
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view post Posted on 13/1/2019, 11:34     +1   -1

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Così si rivaluta io ryuken da scuola degli emo che soffrono perché si tagliano a scuola di gente che si arrabbia perché ammazza. Però se è lui stesso ad ammazzare come alimenta l'odio?
 
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view post Posted on 13/1/2019, 12:43     +1   -1
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Il MATOUKI si raggiunge con questa particolare condizione. Rabbia e risentimento al massimo ma devi arrivare ad odiare anche te stesso.
Devi aver fatto qualcosa per la quale non ti perdoneresti mai.
Devi arrivare a non provare più sentimenti positivi per niente e nessuno.

Quello che l'eremita rivela a Kaioh davanti alla tomba di sua madre, non è che una conferma.
Kaioh nel suo subconscio ha sempre saputo come raggiungere il MALE.

Lo sa perché è lo stesso principio e sentimento per il quale uccise RYU, il suo cagnolino.

P.S: Questo almeno secondo la logica di questo film che ho visto nella mia mente. :laugh.gif: :biggrin.gif:
 
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view post Posted on 13/1/2019, 13:27     +1   -1
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...utente Raoul veramente complimenti,...originalità e sceneggiatura da oscar,...mi stai appassionando come leggere un libro;...attendo con ansia il continuo dalla fanfiction! :smile.gif:
 
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view post Posted on 13/1/2019, 13:49     +1   -1
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Grazie, contento che vi piaccia ^_^:-->:<img src=:">
 
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view post Posted on 27/1/2019, 20:06     +1   -1
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Aggiunti altri due capitoli.
Al capitolo 8 scopriamo ulteriori particolari sulle vicende di Kaioh. :wink.gif:
 
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view post Posted on 28/1/2019, 18:46     +1   -1
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Complimenti!!!
 
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view post Posted on 29/1/2019, 13:52     +1   -1
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Grazie Messor.
Scritto non è come lo vedo io purtroppo... Io lo vedo come un film pure disegnato bene :biggrin.gif:

Lo scontro finale con i gerarchi non promette chissà cosa ma in fondo non sono loro i nemici finali.
L'eremita lo ha detto: I GENTO e le milizie imperiali chiamati da JUKEI stanno sbarcando sulle terre degli Shura!
 
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view post Posted on 29/1/2019, 16:37     +1   -1

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Io pensavo avessero affrontato gente con armi moderne, in fin dei conti è per quello che Jukei aveva paura. E infatti se ci sono i Gento di mezzo c'è già nel manga originale una bomba trafugata dai Falchi di Nanto!
 
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view post Posted on 30/1/2019, 12:13     +1   -1
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Jukei in fondo vuole quello che vogliono gli Shura, sovvertire questo GOVERNO non molto dissimile dall'esercito dei GOLAN. Un esercito che non dispone dell'arsenale di un tempo ma conta fra le sue fila anche qualche Kazan.
Gli Shura non devono che essere uno strumento secondo le prime intenzioni di Jukei. Grazie alla morte della civiltà questa antica casta guerriera si è rifatta sotto ma non sono uniti e senza una vera guida non possono farcela.
I tre rasho, ciascuno per motivi diversi, si mettono a capo degli Shura e li riuniscono per mettere a segno il loro colpo di stato.

Jukei ha intuito che i suoi allievi non intendono affatto "liberare il popolo" ma sostituire una dittatura con un'altra.
Non disponendo di un suo esercito e non essendo seguito manco dai suoi allievi JUKEI ha chiamato chi ne possiede uno: l'imperatore celeste o chi ne fa le veci.


Più tardi disperato, chiamerà Raoul... (CI RIALLACCIAMO QUINDI AL FLASHBACK IN CUI RAOUL RIMPROVERA KAIOH PER LA SUA CONDOTTA) :wink.gif:
 
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TOPIC_ICON11  view post Posted on 3/2/2019, 17:45     +1   -1
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Daiki e Riku non sono miei personaggi ma di DAVE.
Li ho presi in prestito perché fanno parte dell'UNIVERSO ESPANSO DI HNK di questo forum.
 
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view post Posted on 3/2/2019, 18:39     +1   -1

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Daiki e Riku sono una mia invenzione esatto... non li ricordo neanche molto bene, ma grazie per averli ripescati. Daiki è il predecessore di Falco, un uomo giusto e corretto, però non fanaticamente dedicato come il successore. Come livello combattivo Daiki lo avevo pensato un po' inferiore a Falco zoppo. Riku era il precedente maestro della luce rossa. Il maestro della luce viola invece era deceduto, e mi pare fosse il vero padre di Falco...
 
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17 replies since 28/12/2018, 14:23   648 views
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