De Libertate

Lo schiavo

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Bluemint
view post Posted on 14/4/2006, 10:30




Lo schiavo giaceva sul suo letto da ore, immobile. La sola idea di muovere anche soltanto una mano lo terrorizzava. Sentiva il suo respiro tremare lievemente e il suo cuore battere con violenza. Ciò che stava per fare gli sarebbe costato caro, qualunque fosse stato l'esito.
Ma doveva tentare.
Nella mano destra teneva una piccola asticella metallica. L'aveva rubata da un mercante quando aveva scoperto cosa era in grado di fare. Avvicinò l'asticella alla catena argentata che aveva al collo e pensò apriti. Non accadde nulla. Il mercante aveva mentito? Era tutto inutile, lui non sarebbe mai stato libero. In fondo forse neanche lo voleva. Era così abituato a servire la Serena Matrona che non riusciva ad immaginare la sua vita in modo differente. Ne aveva bisogno, aveva bisogno di obbedirle nonostante il dolore che ciò gli causava. Ma allo stesso tempo sentiva la necessità di tornare libero come era prima di conoscere la sua padrona. Ripensò per un istante a ciò che lei gli aveva fatto. Da tempo la Serena Matrona gli prometteva che l'avrebbe liberato non appena fosse stato pronto. Ma ora gli aveva detto che non credeva che lo sarebbe mai stato. <devi volerlo veramente> aveva detto lei. E quella notte lui avrebbe finalmente dimostrato di volerlo, di essere pronto, per quanto questo avrebbe fatto male.
Doveva riuscire.
Apriti, ordinò mentalmente alla catena. L'anello toccato con l'asticella svanì e il suo collo fu libero. Poteva alzarsi, poteva finalmente allontanarsi da quel luogo di schiavitù e raggiungere il mondo esterno. Esitò per un istante. Le sarebbe dispiaciuto... Come poteva lui causarle dispiacere? Non ne aveva il diritto. Si, ne hai il diritto, lei è falsa, è malvagia, non merita la tua fedeltà, disse a sè stesso.
Avrebbe voluto restare lì tutta la notte, per mostrarle che aveva aperto la catena la mattina seguente, e vedere la reazione di lei.
No, vai. Si disse.
Si alzò dal letto ed indossò i suoi morbidi sandali di cuoio, che la sua padrona gli aveva regalato molto tempo prima, poi si avviò lungo il corridoio della casa. Questo era lungo e basso. Il pavimento era un mosaico di motivi floreali e arboricoli. Le piante disegnate raggiungevano le pareti e da lì prendevano forma in sculture di marmo che andavano ad intrecciare poi i loro candidi rami sul soffitto.
Uscì sul porticato illuminato dal flebile splendore emesso da due vasche circolari, poste ai lati dell'uscita. Sopra al liquido fosforescente fluttuavano ora freneticamente ora lentamente piccole sfere luminose. Pochi metri più avanti lo schiavo potè vedere la soglia dell'oscurità. Avrebbe dovuto attraversarla e restare avvolto in essa lungo il viottolo che conduceva per il giardino fino al cancello. Giunto a meno di un metro dalla soglia dell'oscurità rallentò il passo e si voltò a controllare che nessuno lo stesse seguendo. Una volta certo di ciò prese a correre più in fretta che poteva. Il buio più fitto e impenetrabile lo avvolgeva e lo stordiva, portandolo ad uno stato di semicoscienza. Gli sembrò di vedere la sua padrona sul lato del viottolo, stranamente illuminata in contrasto con il resto dell'ambiente. Sorrideva, ed era identica a quando l'aveva incontrata per la prima volta.
L'immagine parlò tendendogli una mano: <resta con me>
<non posso> risposte lui mentre smetteva di correre <io... io vorrei restare, ma non ci riesco. Soffro troppo>
L'immagine cominciò a piangere <ti perderò per sempre?>
<non... non lo so> esitò <devo andare>
<ti prego> disse l'immagine con la voce spezzata <no...>
Ma lo schiavo aveva già ripreso a correre verso il cancello, piangendo anch'egli. Una volta arrivato appoggiò l'asticella sulla serratura. Apriti, pensò. E il cancello si aprì. Un passo, mancava solo un passo.
Si voltò, l'immagine della sua padrona lo fissava ancora piangendo. Una luce si accese nella casa e l'immagine svanì. La Serena Matrona aveva scoperto la sua fuga, e sarebbe presto arrivata a fermarlo. Fece quel passo.
E fu fuori.
Restò pietrificato dal terrore; al contrario del giardino, avvolto dalle tenebre notturne, l'esterno era illuminato da una luce arancione soffusa. E, soprattutto, era una sconfinata landa deserta.
Com'era possibile? Quando era uscito con la sua padrona aveva visto un mondo pieno di vita, una città fitta di case e negozi. Dov'erano? Poi ad un tratto capì.
<ce l'hai fatta alla fine, sei libero> disse una voce dietro di lui. Si voltò, e vide la Serena Matrona che lo fissava dal giardino. Emanava sempre perfezione, ispirando soggezione allo schiavo, ma sembrava spaventata.
<io...> disse lui <io voglio tornare>
<perchè?> chiese lei.
<perchè il mondo non esiste per me senza di te, sei tutto ciò di cui mi importa> rispose lo schiavo.
Lei non disse nulla, restò semplicemente ferma a fissarlo. Lui le si avvicinò, tornando nuovamente nel giardino, e la abbracciò. Lei rispose all'abbraccio con dolcezza. <ti amo> disse lui.
Al suo collo comparve nuovamente la catena argentata. E tutto tornò come prima.


















Grazie grazie, per fischi e pomodori marci l'ufficio fallimenti è sulla mia faccia :D

Edited by Bluemint - 14/4/2006, 11:33
 
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Liam_Jargo
view post Posted on 14/4/2006, 10:38




niente male image
 
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Bluemint
view post Posted on 14/4/2006, 10:50




thx ^^
 
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Liam_Jargo
view post Posted on 14/4/2006, 11:32




rimetti di nuovo quella faccina e ti ammazzo
 
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simone...
view post Posted on 18/4/2006, 13:27




azz complimenti è veramente bello!

mi sono venuti i brividi!
 
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Bluemint
view post Posted on 18/4/2006, 16:47




wow O.O questo non me lo aspettavo...
 
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Bad Intentioned
view post Posted on 18/4/2006, 16:54




bello!


e anche triste e vero... :zizi:
 
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9 replies since 14/4/2006, 10:30   82 views
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