| Wadi Lahami – Porto Berenice
(di Alessia Comini e Cristian Umili)
TRA SABBIA E MARE
Gli avamposti meridionali dell’Egitto sono ancora quasi sconosciuti, almeno nella regione costiera: fino a poco tempo fa difficili da raggiungere e privi di strutture turistiche, hanno mantenuto intatte le loro bellezze naturalistiche e subacquee ed il grande patrimonio culturale ed archeologico.
Il Mar Rosso è ormai da tempo entrato di buon diritto nella classifica delle mete preferite dai subacquei europei ed in particolare italiani, grazie soprattutto alla sua vicinanza al nostro paese ed ai prezzi decisamente abbordabili.
Località come Hurghada o Sharm El Sheikh sono conosciute fino nei più remoti angolo, ed altri posti, in Egitto come in Arabia Saudita o in Gibuti si stanno imponendo all’attenzione di tour operator e pubblico in generale.
Una regione ancora poco proposta si trova proprio in Egitto, le cui coste meridionali si conservano tutt’ora praticamente intatte: sono infatti ancora pochi i visitatori che si avventurano nelle regioni più meridionali di Marsa Alam.
Solo di recente si inizia a sentir parlare della regione di Porto Berenice, finora appannaggio di pochi: fino a poco tempo fa l’accesso a questa zona era piuttosto difficile, dal momento che, essendo situata nei pressi del confine con il Sudan, la città di Berenice e le aree limitrofe sono infatti sotto controllo militare. Inoltre, l’aeroporto di Marsa Alam, distante dalla regione 170 Km, è stato inaugurato solo nel 2001: fino ad allora era possibile accedervi unicamente dagli scali di Hurgada e Luxor, distanti entrambi più di 300 Km.
Oltre a questo, la mancanza quasi totale di strutture alberghiere ha fatto sì che le prime esplorazioni dei Fury Shoals, barriere coralline antistanti l’area in questione, siano state effettuate quasi solo da crociere subacquee. Questa regione è, tuttavia, molto interessante dal punto di vista naturalistico, culturale e subacqueo, cosa che ha spinto persone come Hossan Helmi, avvocato noto come il “sindaco del Mar Rosso” per le sue attività tese alla salvaguardia del mare e del patrimonio ambientale e culturale della regione costiera, ad interessarsi allo sviluppo della regione.
Da sempre attento alle esigenze del territorio (negli anni ‘80 si è dedicato alla scoperta ed alla cartografia della Barriera Corallina Egiziana nella regione compresa tra Safaga e Ras Banas) Helmi è uno dei più accesi promotori della realizzazione di strutture turistiche che si integrino con l’ambiente rispettandolo, ed in questa ottica si è impegnato nella realizzazione di strutture originali nel panorama degli alberghi della costa, gli “Ecolodge villages” di Red Sea Diving Safari.
Il fatto che gli “ecolodge village” siano progettati per integrarsi con la realtà locale non significa però che in essi venga trascurata la ricerca del benessere e della sicurezza degli ospiti; in particolare, essi sono pensati in particolare per soddisfare le esigenze dei subacquei offrendo immersioni di altissima qualità praticate in modo da non danneggiare le preziose formazioni coralline, che costituiscono la principale risorsa di questa zona.
In tutto sono 3 gli ecolodges attualmente operativi, due nella zona di Marsa Alam, rispettivamente a Marsa Shagra (punto preferenziale per il raggiungimento di Elphinstone Reef) e a Marsa Nakari (di fronte a Shaab Shamadai, nota anche come Dolphin House), ed uno, l’ultimo nato, decisamente più a sud, nella regione chiamata Wadi Lahami, adiacente Porto Berenice, a cui si rivolge in particolare la nostra attenzione.
Tutti i lodges presentano la stessa struttura, che prevede 3 diversi tipi di sistemazione: gli chalet “Madyafah”, spaziose villette con soffitto a volta e due grandi terrazze , una con vista mare e una sul deserto; dotate di servizi interni, prevedono la presenza standard di due letti, ma possono essere adattate alle esigenze del cliente.
Più spartani, i bungalows “Mandarah” sono in muratura ma non dispongono di servizi privati, mentre destinate ai più avventurosi sono le tende, contenenti due letti e sistemate direttamente sulla spiaggia.
All’interno di ciascuna struttura opera un ristorante e una o più caffetterie, in cui è possibile reperire bevande analcooliche calde e fredde, e, previo pagamento di un extra, birra di produzione egiziana. Totalmente assenti, come imposto dalla legge, i superalcoolici.
L’Ecolodge Wadi Lahami Village, il più meridionale dei tre, occupa una baia protetta di fronte agli splendidi Fury Shoals: accanto all’ingresso del villaggio si trova una spettacolare zona di mangrovie, dichiarata area di tutela ambientale, un vero paradiso per gli amanti del birdwatching e della fotografia naturalistica, dal momento che offre riparo a numerose specie di uccelli e di altri animali, anche marini: le mangrovie offrono infatti riparo a molti nidi grandi e piccoli, in cui è possibile osservare la vita quotidiana di famiglie di garzette, aironi, e falchi pescatori che nidificano in zona e che, trovandosi in area protetta, sono particolarmente fiduciosi e facili da avvicinare.
La regione di marea in cui crescono le mangrovie offre però incontri inaspettati anche sotto la superficie dell’acqua: questo bassofondo sabbioso in cui l’acqua non supera i 30 centimetri fornisce le condizioni ideali per la vita di alcune razze quali la Pastinaca reticolata, una specie di notevoli dimensioni che trova nel mangrovieto il suo habitat naturale o la Pastinaca a macchie blu, sicuramente nota a chi si sia immerso almeno una volta nelle regioni tropicali: di entrambe le specie si possono incontrare un gran numero di esemplari, per la maggior parte giovani a cui le radici aeree delle mangrovie offrono riparo.
Ancora, le sorprese della laguna non sono esaurite: attendendo che la marea si abbassi completamente fino a lasciare scoperte alcune aree sabbiose si vedranno comparire di colpo dalla sabbia i tentacoli di innumerevoli ofiure che approfittano del movimento dell’acqua per trovare cibo, ed insieme una moltitudine di granchi scatola, simili ai nostri granchi melograno, velocissimi nell’insabbiarsi grazie alle loro particolari chele.
E, se la zona di marea è così ricca di vita, i fondali non sono da meno: il diving center operante nel Wadi Lahami Village offre agli ospiti la possibilità di visitare moltissimi dei Fury Shoals, un arcipelago di reef affioranti raggiungibili con il gommone, molto diversi tra loro per difficoltà ed aspetto.
Benchè la legge egiziana limiti la profondità massima raggiungibile a 30m, la maggior parte immersioni sui Fury Shoals, richiede una certa esperienza, dal momento che si tratta di reef esterni in cui è frequente la presenza di corrente e talvolta di mare grosso: per questo motivo il diving center richiede come minimo un brevetto AOWD ed almeno 30 immersioni certificate.
Tutti i subacquei in possesso di questi requisiti, che devono essere garantiti tramite il brevetto ed un’autocertificazione, hanno accesso alle immersioni sui Fury Shoals: ogni sera all’ora di cena viene reso noto il programma delle immersioni del giorno successivo, con la descrizione dettagliata dei percorsi. I punti di immersione sono molteplici, tutti molto belli ed alcuni, come Sha’ab Lahami e Sha’ab Claudia, anche piuttosto noti, in quanto da tempo meta di crociere subacquee.
le immersioni
La descrizione che segue non riguarderà questi ultimi, ma alcuni altri che, per la loro suggestione, ci hanno colpito particolarmente.
Sha’ab Maksour
Si tratta di un reef molto esteso e di forma allungata che precipita nel blu dalla superficie fino a oltre 50 m con uno spettacolare drop off.
L’immersione comincia su un piano sabbioso alla profondità di circa 25m: da qui il fondale degrada verso il blu inizialmente in modo graduale, tra enormi ventagli di corallo duro, grandi alcionari variopinti, e nuvole di pesci farfalla, chirurgo, pappagallo, platax, oltre ai classici pesci pagliaccio e grandi pelagici.
L’immersione prosegue in senso orario, e ad un tratto il pendio si trasforma in una splendida parete verticale, in cui è facile trovare corrente: è importante seguire le indicazioni della guida, che conosce la direzione da tenere in base all’orario e alle condizioni.
Sospinti dalla corrente, si prosegue lungo la parete, che brulica di di vita e di colore anche a basse profondità; la durata prevista per l’immersione, come per tutte le altre organizzate dal diving, è al massimo di 60 minuti, al termine dei quali si emerge vicino alla barriera per venire poi raccolti dal gommone.
Iron Garden
Il nome di “Giardino di ferro” caratterizza bene questa immersione, il cui reef è stato teatro, tempo fa, di uno dei tanti naufragi che hanno funestato il Mar Rosso: una nave di grandi dimensioni il cui nome è ormai dimenticato, infatti, vi si incagliò finendo con l’affondare.
Il passare del tempo ed i marosi hanno reso lo scafo praticamente irriconoscibile: solo un ammasso di rottami sparsi sul fondo che sono diventati in pratica un reef artificiale, la base per la crescita di un vero giardino di coralli duri e molli, anemoni, piccoli alcionari, tra cui nuotano nutriti branchi di pesci farfalla e altri pesci di barriera, razze a macchie blu, murene giganti.
Il reef è costituito da un blocco principale e da altri satelliti: l’immersione si svolge nuotando tra di essi senza un preciso itinerario, avendo solo l’accortezza di seguire le indicazioni della guida circa la direzione da tenere in base alla corrente, ed è molto bella e varia con suggestivi passaggi tra le rocce, piccole grotte e sifoni, affatto difficile col la sua profondità massima di 25m.
Le lamiere tra i coralli formano in alcuni punti scenari assai suggestivi, perfetti per fotografi e cineoperatori: la profondità limitata e la totale assenza di corrente la rendono un’immersione facile e rilassante, e per questo estremamente godibile.
Abu Galawa “Small”
Altra immersione molto gradevole che, per la struttura del reef e per la presenza di un relitto ricorda molto la precedente.
La differenza sta nel fatto che in questo caso il relitto è minuscolo ma ancora intero e perfettamente riconoscibile, adagiato sulla fiancata di dritta, con la prua rivolta verso il cielo: tutto lo scafo è fortemente incrostato di coralli ed alcionari, mentre da uno squarcio presente nella regione poppiera (la più danneggiata) è possibile guardare all’interno, densamente popolato di “glass fishes”.
La struttura della nave offre riparo a numerosi pesci, tra cui alcune grosse pastinache e a nuvole di anthias tropicali.
La parte più bella della nave rimane comunque la prua, che offre, con la sua battagliola ancora intera, interessanti scorci fotografici.
Anche se forse non è così suggestivo come i reef più esterni vale la pena di non trascurare l’House Reef che si sviluppa lungo la costa proprio di fronte al lodge.
Essendo sotto costa l’acqua non è cristallina come nelle strutture più esterne, ma proprio per questo motivo vi si incontrano gli animali di dimensioni maggiori, come le timide cernie giganti che si trovano adagiate sul fondo sabbioso o i pesci coccodrillo, anche loro mimetizzati. L’abbondanza di nutrimento fa sì che i pesci vi si concentrino in grande quantità, rendendo tra l’altro possibile l’incontro con grandi gruppi di pesci scorpione e, con un po’ di fortuna, con le belle tartarughe o, ma di fortuna ce ne vuole tanta, con il raro squalo chitarra. Anche il dugongo visita spesso questo reef: esso termina infatti in un pianoro sabbioso denso di alghe, in cui il simpatico animale trova l’ambiente giusto ed il cibo ideale.
Appena all’esterno dell’House Reef, raggiungibili con pochi minuti di gommone, vi sono alcune propaggini isolate, anch’esse molto belle e con acqua decisamente più limpida, sedi ideali per un’indimenticabile immersione notturna.
I fondali marini, per quanto splendidi, non sono però l’unica meraviglia di questa regione: in essa, infatti, il deserto si tuffa direttamente in mare e da questo confine netto tra due ambienti così diversi si originano ecosistemi unici.
Anche se orientato prevalentemente all’attività subacquea, il Wadi Lahami Village fornisce una serie di servizi ed escursioni destinate a chi subacqueo non è o voglia alternare immersioni e relax: da non perdere quella nel Parco Naturale di Wadi El Gimal, in cui si possono ammirare le rovine di una città romana immerse nel deserto, o al mercato di cammelli di El Shalatin, città di confine con il Sudan; molto richieste quelle in gommone alle isolette che si trovano di fronte alla costa.
La spiaggia è ovviamente libera e a disposizione di tutti i clienti; inoltre, la struttura dispone di un attrezzato centro per il kite surfing, con annessa scuola internazionale, per chi volesse provare qualche emozione diversa da quelle esclusivamente subacquee.
Struttura: Ecolodge Wadi Lahami Village
Località: Wadi Lahami – 40Km a nord di Porto Berenice
Edited by Minea 313 - 11/12/2009, 15:48
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