Mal d'Egitto

Info Generali Berenice

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my melody
icon1  view post Posted on 15/4/2006, 16:47




Altro che mal d'Africa!
:OOO:
A Sharm avevo una casa splendida, a cui ero molto legata e che abbiamo dovuto lasciare nostro malgrado per problemi famigliari in Italia.
Tornare e vederla abitata da altri sarebbe troppo doloroso e non ci resta che trovare altre mete degne di un ricordo così bello.
Perciò chiedo a chi abbia notizie su Berenice se stanno costruendo appartamenti o ville per chi volesse andare a vivere là!
 
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Minea 313
view post Posted on 3/2/2008, 17:51




Hamata/Berenice

Conosciuta come una remota ed intatta destinazione subacquea, la zona tra Hamata e Berenice è l'ultima destinazione di vacanze del Mar Rosso.
Lo sviluppo turistico è molto limitato, con solo un paio di hotel di categoria che vanno dalla media all'alta, rivolti ad un turista internazionale che vuole spendere il suo tempo soprattutto dedicandosi all'esplorazione ed alla contemplazione delle bellezze naturali.
Gli alberghi e villaggi sorgono direttamente sulla spiaggia, ed offrono una vasta gamma di servizi all'insegna della tranquillità.
Lungo i 100 km di costa del Parco Nazionale di Wadi el Gemal, tra Hamata e Marsa Alam, sono presenti soltanto eco-lodge forniti di comodi bungalows o tende per chi sona una vacanza a pieno contatto con la natura.
Tutti gli hotel, i villaggi e le eco-lodge di Hamata/Berenice ospitano centri subacquei ben attrezzati. Alcuni alberghi e campi, proprio sulla spiaggia, sono la scelta ideale per chi ama il kite-surf.
A sud del parco nazionale di Wadi el Gemal, senza dubbio uno dei luoghi più belli del Mar Rosso, si trova la località di Hamata/Berenice, l'ultima zona turistica del profondo sud. Patria di tribù nomadi di origini amite, è il punto di passaggio dall'Egitto all'Africa: un luogo affascinate intriso di mistero, dove il deserto si trasforma lentamente in una pre-savana, e il litorale è costellato di palme, mangrovie, baie incontaminate, spiagge sabbiose e barriere coralline. Una località molto speciale per una vacanza insolita nel Mar Rosso.
Hamata è l'ultimo punto di imbarco consentito per le crociere sub che si recano ai siti sub più remoti, come le favolose isole di Zabargad e Rocky, dimora di un'enorme quantità di vita sottomarina e tra le più popolari tra gli amanti delle vacanze sub in Mar Rosso.
Berenice è una cittadina di piccola dimensioni, costruita sui resti di un'antica città che si chiamava Ptolemy II, che divenne un porto di scambio nel 275 a.C. Vicino alla città odierna si trovano le rovine del Tempio di Semiramis eretto sotto l'ordine di Traino e Tiberio e nell'entroterra ci sono ancora i resti delle miniere di smeraldo di Wadi Sakait, che rimasero operative dai tempi dei faraoni fino ai tempi dei romani.
Il lungo tratto di costa che divide queste due località è molto popolare tra gli amanti del kitesurf; Wadi Lahmi (o Wadi Lahami) è un'ampia baia dalla singolare bellezza e una delle destinazioni più amate dagli appassionati di kitesurf che si recano in vacanza in Egitto.
La zona che va da Hamata a Berenice è l' ultima porzione di territorio egiziano prima della zona di confine con il Sudan. Questa terra offre le spiagge più remote e selvagge di tutto il Mar Rosso.

Attività via terra:

Il Deserto Orientale, grazie ai suoi paesaggi mozzafiato, è la destinazione perfetta per praticare una serie di attività, escursioni con soste nei tipici villaggi beduini e spedizioni.
La destinazioni perfetta per conoscere tutte le sfaccettature del “deserto" è il Parco Nazionale di Wadi el Gemal, (circa 40 km dopo Marsa Alam).
Il Parco è una zona protetta che copre circa 100 km di coste ricche di palme tropicali, baie di mangrovie e spiagge bianche, e 60 km di wadi in profondità, che si addentrano nel Deserto Orientale. Nel cuore del parco, è collocata anche l'eco-lodge, il primo campo di tende installato in un Parco Nazionale in Egitto. Il Fustat Wadi el Gemal Eco-lodge è un campeggio a circa 6 km all’interno degli uffici EEAA di Wadi el Gemal National Park. Il Parco organizza escursioni guidate di differente durata e tipo, condotte da guide professionali Beja.

Attività nautiche:

Il litorale che va da Hamata a Berenice, nonostante sia l’ultima e più remota destinazione turistica nel Mar Rosso, vanta circa 100 km di coste intatte, appartenenti al Parco Nazionale di Wadi el Gemal.
Qui, gli accampamenti ed i pochissimi alberghi, ospitano chi ama stare lontano dal mondo e godersi momenti di relax. La costa alterna spiagge sabbiose a reef, offrendo un vero paradiso per chi fa snorkeling o kitesurf. I centri surf delle più importanti città costiere organizzano avventurosi safari kitesurf, dove i surfisti cercano grandi emozioni circondati da una natura che offre sempre paesaggi mozzafiato. Spiagge bianche e dalle acque poco profonde, venti costanti tutto l’anno, attraggono un numero sempre crescente di turisti.
Hamata/Berenice è il paradiso ideale anche per gli appasionati di maschera, boccaglio e pinne. Il Reef di Samadai, il più famoso della zona, è parzialmente accessibile grazie ad un programma di conservazione della zona a salvaguardia dei suoi abitanti: una comunità di delfini Stenella.
Un altro posto famoso è la baia di Abu Dabab, dimora del dugongo, che si ciba delle alghe sul fondo di questa baia.
Fare snorkeling in queste acque è facile perchè la salinità dell’acqua vi aiuterà a stare a galla quasi senza sforzo.

Alcuni punti per fare dello snorkeling ad Hamata/Berenice:
1) Abu Dabab Bay, cioè la spiaggia del dugongo, un protetto mammifero marino che si nutre di alghe. La scarsa profondità e l'accesso facile, ne fanno un punto ideale per lo snorkeling
2) Samadai Reef è una barriera a mezzaluna, al largo di Marsa Alam, con accesso limitato grazie ad un programma di conservazione marina atto a proteggere la comunità di delfini Stenella residenti nella laguna
Presso tutte le strutture turistiche troverete centri sub e centri di sport acquatici in grado di affittare attrezzature per lo snorkeling, ed organizzare escursioni snorkeling guidate nei migliori punti della zona.

Inmersioni:

Hamata e Berenice sono destinzione obbligatorie per il subacqueo.
Iniziando dai dintorni del Parco Nazionale di Wadi el Gemal, la zona di Hamata/Berenice è un posto lontano dal resto del mondo ed una porta aperta sull’Africa.Questa zona è adatta a coloro che fanno volentieri a meno di vita notturna, discoteche e shopping, e che amano il contatto diretto con la natura.
L’area marina di Hamata/Berenice è protetta, ed i suoi centri sub hanno adottato delle procedure dirette alla conservazione della vita marina della regione. Hamata negli ultimi anni è diventata il porto di partenza per crociere subacquee verso reef lontani ed il sud del Mar Rosso in Egitto.
Particolarmente invitanti per il sub sono tre isole famosissime: Daedalus, Rocky Island e Zabargad; e due remoti sistemi di reef: il Fury Shoal e St John Reef. La zona offre alcune tra le più grandi immersioni del Mar Rosso come le Isole Qulan, Sha’ab Makhsour, Sha’ab Ossama, Sattaya e Sha’ab Claudio.

Le più rinomate immersioni di Hamata/Berenice sono:
1) Sattaya è un reef a forma di falce di luna che ospita un branco di delfini Stenelle (Stenella longirostris)
2) Sha’ab Makhsour, un'immersione per subacquei esperti, è un torrione dalle pareti a strapiombo, con costante passaggio di grossi pelagici, dove si possono incontrare anche specie di squali
3) Sha’ab Claudio è un parco giochi per subacquei, coi suoi labirinti di corallo, canyon e grotte.
Hamata/Berenice è una zona ancora in piena via di sviluppo.

Edited by Minea 313 - 3/2/2008, 18:22
 
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falak
view post Posted on 11/6/2008, 12:47




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L'ultimo mare d'Egitto

Berenice, nel profondo Sud al confine con il Sudan, è un'oasi di tranquillità, una perla non ancora raggiunta dal turismo di massa, dove non sembra essere esistito il passato ma solo mare e deserto

Quando G.B. Belzoni la scoprì nel 1818 non doveva essere poi molto diversa da oggi: mare e deserto, un luogo praticamente disabitato ma che stando alle testimonianze antiche doveva aver conosciuto un periodo di vita frenetica, per le miniere, i commerci e il porto. Quasi tutto sembrava essere stato inghiottito dalla sabbia portata dal vento. Scavando Belzoni portò alla luce una cittadina, forse per circa 2mila persone, dalla pianta piccola e ben ordinata, con vie perpendicolari, una grande strada principale e un porto dal fondale basso. Nelle carte del Belzoni era Sinus Immundus, il golfo immondo, per gli scogli e le pietre, da cui si salpava per la mitica terra di Punt e che oggi è meta di appassionati di immersioni e viaggiatori in cerca di tranquillità.

Sede di una base militare e navale egiziana, con un piccolo aeroporto, solo fino a pochissimi anni fa era interdetta ai turisti. Le due ore di strada da Marsa Alam sono un viaggio nel tempo, come se la sabbia e non l'uomo di fosse ripresa tutto. Non c'è traccia della Berenice di Belzoni, del tempio di Serapide e delle necropoli che aveva scoperto. Solo spiagge cristalline, mangrovie, fondali vergini, baie incontaminate. Deserto e mare. L'Egitto di Sharm el-Sheik, Hurgada e della stessa Marsa Alam è davvero lontano.

Il passato glorioso è solo nei testi antichi, dove un'inconsuetà vitalità la fa comparire con innumerevoli nomi. Infine non Pancrisia, la città d'oro in Sudan, o Cirenaica in Libia, ma, una e unica, Berenice Trogloditica: fondata sulla più antica Hemtithit intorno al 275 a.c. da Tolomeo Filadelfo che regnò in Egitto tra il 285 e il 247 a.C., col nome della madre, Berenice I. Alle spalle c'è il deserto orientale fatto di rilievi montuosi spesso impervi ma frequentati, come testimoniano migliaia di iscrizioni semitiche preislamiche, in epoca faraonica e romana perché ricchi di oro, smeraldi e minerali rari.

Davanti il mare. Centinaia di chilometri di costa intatta, davanti alla quale si apre una barriera immersa in acque trasparenti e calde, con coralli popolati da migliaia di pesci. Tartarughe, delfini, murene, pesci pagliaccio, pesci napoleone, pesci palla e barracuda. Un paradiso per appassionati di snorkeling e diving, ma non solo perché venti costanti tutto l'anno la rendono una meta ideale anche per fare surf e kitesurf. Pochissime le strutture ricettive, per lo più eco-lodge.

Oltre il promontorio di Ras Manas i fondali di Zabargad e Rocky Island offrono immersioni indimenticabili. A Zabargad c'è un'ampia laguna dalla spiaggia bianchissima e dalle verdi acque: qui gli antichi estraevano olivine pensando che fossero topazi. Rocky Island è una piccola isola calcarea, si erge di poco sopra il mare ma basta spingersi qualche metro più in là e il fondale si inabissa rapidamente. A Sud-Ovest c'è St. John, un'altra meta ambita per le immersioni, un reef di affioramenti corallini in cui non è infrequente avvistare squali longimano.

Verso Nord e Marsa Alam, il tratto che collega Berenice ad Hamata è parte del parco nazionale di Wadi el Gemal e della riserva marina che include l'isola omonima. Nato nel 2003 ospita una grande diversità di habitat e rappresenta un ecosistema terrestre e marino unico e caratteristico della costa del Mar Rosso, abitata dai pastori nomadi Ababd, uno dei quattro gruppi dei Beja.
Da Nord-Ovest finiva a Berenice la via carovaniera dei 12 giorni: partiva dall'antica Coptos, oggi Qena (poco più a nord di Luxor) e attraversava il deserto in diagonale per portare coi cammelli le merci che poi sarebbero partite per Alessandria, la costa araba e le antiche Indie. Oggi i cammelli più fortunati portano a spasso i pochi turisti nei safari verso l'interno. Il destino degli altri viene deciso al mercato di Shalatin, l'ultimo avamposto meridionale. Le case verdi e azzurre, sono basse a qualche chilometro: basta salire sopra un camioncino che il deserto diventa orizzonte. Su questi camioncini i cammelli partono per il triangolo d'oro, arrivano ad Asswan, quindi a Berkash e da lì raggiungono Libia o Marocco. È la tribù dei Rashayda a controllarne l'assai redditizio commercio, appaltato ai Bishaira. Sono gli unici che possono andare avanti e indietro attraversare la frontiera senza necessità di visti o documenti. Il Sudan è subito lì.

11-06-2008

Libero Viaggi

 
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Minea 313
view post Posted on 11/6/2008, 16:04




Ristoranti

Hamata/Berenice è l’ultima aggiunta alle numerose destinazioni del Mar Rosso. Remota ed isolata, questa località è un mix di hotel di categoria medio alta e di una zona riservata esclusivamente agli ecolodge nel Parco Nazionale di Wadi el Gemal.
L’esperienza culinaria di Hamata/Berenice si limita ai ristoranti degli hotel e degli ecolodge. I buffet e i ristoranti degli alberghi offrono una buona varietà di cibi. I pasti degli ecolodge possono essere sorprendentemente buoni, se si pensa alla loro distanza dai luoghi abitati e la mancanza di rifornimenti regolari in questa regione. Il pesce appena pescato è solitamente disponibile sia presso gli hotel sia presso gli ecolodge.
La mancanza di varietà di opzioni culinarie è largamente superata dalla bellezza della natura e dell’ambiente di questo luogo senza tempo!

Ristorante del Zabarghad Dive resort

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Al Wadi Gimal ecolodge

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Pranzo al Wadi Lahami ecolodge

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Divertimenti

Questa lunga, divina linea costiera e’ una delle più lontane, remote destinazioni nel Mar Rosso e dell’ Egitto. Con solo un paio di alberghi ed alcuni campeggi attrezzati nel bel mezzo del Parco Nazionale, la vera attrazione qui è sopratutto la contemplazione del suono del mare e delle stelle.

Piccole distrazioni sono offerte da alberghi e campeggi, che si rivolgono sopratutto a subacquei e kite-surfers. Feste e barbecue sulla spiaggia, con musica chill-out sono il massimo della vita notturna - la vita qui si svolge nel rilassamento in mezzo alla natura!

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Surf e Kitesurf

I più grandi centri surf nelle più importanti città costiere organizzano avventurosi safari kitesurf, dove i surfisti dormono in tenda e balzano di spiaggia in spiaggia cercando la grande emozione in kitesurf, circondati da una natura che offre sempre paesaggi mozzafiato. Spiagge bianche e dalle acque poco profonde, e venti costanti tutto l’anno, attraggono un numero sempre crescente di appassionati.

Edited by Minea 313 - 11/6/2008, 21:58
 
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Mohamedina
view post Posted on 12/6/2008, 13:32




Berenice Pancrisia, in greco Berenike Panchrysos, è un antico insediamento urbano, situato nel deserto nord-orientale del Sudan, poco al di sotto del ventiduesimo parallelo, vicino alle miniere d'oro del Uadi Allaqi nella Nubia dei faraoni.

Fu scoperta il 12 febbraio del 1989 da una spedizione italiana, composta dai fratelli Castiglioni, Luigi Balbo, Giancarlo Negro e Manlio Sozzani, utilizzando una mappa araba del IX secolo che riportava una miniera.


La scoperta è stata considerata così importante da creare una nuova branca dell'archeologia: la Nubiologia.


Berenice Pancrisia significa "tutta d'oro" dal greco panchrysos e avrebbe avuto il nome da Tolomeo II Filadelfo che, nel 271 a.C. circa, in onore della madre Berenice I, consorte di Tolomeo I Sotere, ribattezzò la località dopo averla completamente ristrutturata e ampliata, anche con un porto. Ma una seconda ipotesi farebbe derivare il nome dal dio Pan, nome greco di Min divinità egizia del deserto.

Quindi, in sintesi, il significato di Berenice Pancrisia sarebbe Berenice città d'oro del dio Pan.

In realtà, il sito nubiano risale a moltissimo tempo prima della dinastia tolemaica ed era conosciuto come la città dei Beja. Durante il Medio Regno, ebbe quasi sicuramente il nome egizio di Tjeb ed iniziò la produzione industriale, durante il Nuovo Regno, del metallo che prima veniva raccolto nei ruscelli montani in superficie come oro alluvionale.


Berenice Pancrisia fu indicata da:


* Seti I, su una mappa del deserto di Wawat dove fece approntare, con grande dispendio di uomini e mezzi, dei pozzi di acqua;
* Ramesse II che fece incidere nel granito di una stele a Kubban, la via delle miniere. Questa stele si rese necessaria perché molti uomini che dovevano andare a dilavare l'oro, morivano di sete, persi nel deserto o sulla via del ritorno, non portando quindi più il prezioso carico nelle casse del faraone. Inoltre ripristinò i pozzi d'acqua scavati da Seti I che nel frattempo si erano prosciugati per diminuzione della portata della falda idrica legata alla desertificazione già in atto. Il pozzo, di cui parla la stele di Kubban, è molto probabilmente quello scoperto da una spedizione russa a cinquantacinque chilometri dalla foce del Uadi Allaqi;
* Thutmose III che nel tempio di Karnak, a Luxor, illustrò, sulla parete del VI pilone, gli Annali che recitavano lunghi e minuziosi conteggi dei tributi in oro provenienti dalla regione di Wawat. I geroglifici ci dicono che da quella zona, in soli quattro anni, furono importati circa 11.000 deben di oro puro e cioè quasi una tonnellata;



* Plinio il Vecchio che la citò nella Naturalis Historia libro VI "... Berenicen alteram, quae Panchrysos cognominata est...";
* Diodoro Siculo che, circa 30 anni a.C., descriveva le zone di quarzo aurifero della Nubia tolemaica, nel suo libro III della Biblioteca Storica. Questi ci informava che a sud dell'Egitto, tra Arabia ed Etiopia, c'era un luogo pieno di minerali e di miniere d'oro e dove con immani fatiche veniva estratto l'oro.

Anche numerosi esploratori arabi conoscevano Berenice Pancrisia ma, all'inizio del IX secolo, le mutarono il nome in Allaqi (o Allaki o Alachi) e in Ma'din ad-dahab ossia miniera d'oro.

Restò conosciuta fino al XII secolo quando iniziò il declino, poiché estrarre oro, nel deserto, divenne eccessivamente costoso principalmente per carenza di acqua.

Poi, nel 1600 circa si perse l'ubicazione precisa e Berenice fu cancellata dalle carte geografiche e dalla toponomastica. Si incominciò a cercarla, in tempi successivi, tra il Uadi Hammamat e il Uadi Allaqi ove le carte arabe segnavano il nome Derahejb (o Alachi), fino a restituirla alla storia nel 1989.

Tanto oro, questo era ciò che Pancrisia doveva al faraone che ne era l'unico proprietario. Oro, la carne degli dei e la luce di Ra. Oro, il metallo nobile e il più desiderato.

Sarcofagi, statue, monili, punte di obelischi, pavimentazioni di regge: tutto splendeva, in Egitto, nella luce aurea del simbolo dell'eterno.

Il sarcofago di Tutankhamon, che pesa più di 100 chilogrammi, è tutto in oro massiccio e anche gli arredi sono in oro, laminato. Quasi l'ottanta percento del metallo arrivava dalla zona mineraria di Berenice Pancrisia ed a cercare nuove miniere i faraoni mandavano i Sementi, ricercatori che contrassegnavano, con la propria firma, le rocce di quarzo che scoprivano. Tra tanti nomi si trovano anche quelli di semplici viaggiatori e di funzionari governativi come Hekanefer.

Dei minatori, della gente che lì viveva poco si conosce perché le tracce di attività umana sono veramente tenui: pietre rozze e semplici cocci parlano solo della dura fatica quotidiana dei minatori, la cui unica speranza era "di morire il più presto possibile" come scrive Diodoro.

Ma tutta la zona limitrofa è ricca di reperti come macine a rotazione e a sfregamento, pestelli, piani per lavaggio della polvere aurifera con ingegnosa raccolta della preziosa acqua ed altri utensili.

Forse donne e bambini vivevano altrove come spesso accade nei siti minerari, ma nulla è provato.

Intorno alla città resti di edifici, imponenti tombe, vaste necropoli e soprattutto un centinaio di miniere per l'estrazione dell'oro che, con i loro pozzi di aerazione, rendono ancor più aliena la superficie di questa terra.

Gli uomini, al chiuso delle gallerie, scavavano con strumenti di pietra alla fioca luce di lampade ad olio, per trovare le piccole inclusioni di quarzo e in cunicoli così stretti da far pensare che vi lavorassero i pigmei o i bambini. Poi il quarzo veniva frantumato con pesi di pietra, polverizzato nelle macine e dilavato per ricavare l'oro. Da una tonnellata, di materiale grezzo, si ottenevano solo quattro, cinque grammi d'oro.

La raccolta della quarzite era effettuata sia dai depositi alluvionali che da scavi in superficie, a trincea, a galleria e a pozzo. Questi ultimi seguivano le vene di quarzo ed arrivavano fino a 50 metri circa di profondità.

In superficie si trova, tra tanti, un antico fiume in secca, il Uadi Allaqi, in mezzo ad un cocente deserto, tra basse colline di rocce sfaldate e imponenti montagne di granito. Questo fiume, in tempi molto remoti, era il maggior tributario del Nilo ed era lungo più di quattrocento chilometri ma, con lo sconvolgimento ecologico del Sahara, si prosciugò regalando, però, oro e pietre preziose, come gli smeraldi.

L'Allaqi, in quel tratto, scorreva a circa seicento metri di altitudine: intorno, niente oasi, niente acque superficiali ma il greto del fiume è cosparso di imponenti acacie e lì, nel mezzo al Uadi, due anacronistiche roccaforti, alte almeno sei metri, a pianta quadrata, dall'aspetto imponente e con muratura in scisto metamorfico.


La prima è larga circa 30 metri. Ha un torrione e numerosi archi in pietra, tutto legato da malta. I muri, spessi quasi un metro, sono perfettamente a piombo. La seconda roccaforte ha dimensioni simili e presenta un vasto cortile con pozzo, e numerose stanze che vi si aprono intorno. Una scala porta ai camminamenti. Questi edifici dovevano servire come deposito dell'oro estratto ed in mezzo, ad essi, resti di arcaiche costruzioni semicoperti dalla sabbia che dell'oro ha solo il colore.

La zona più ricca di metallo era sul lato ovest del fiume, sulle adiacenti rossastre colline, come indicato dal Papiro delle miniere d'oro.

Attraversando il Uadi Allaqi, sul margine destro, in posizione soprelevata, c'è la città vera e propria che, con i suoi 60.000 metri quadrati circa e 2 chilometri di estensione, poteva ospitare più di 10.000 persone e la rendeva, per quei tempi, una grande città, nonostante fosse ubicata in mezzo al deserto.

L'abitato è attraversato da una strada lunga circa 500 metri e larga quasi 5, rettilinea e lastricata similmente ad un decumano. Parallele e regolari le vie traverse. Lungo questa strada, le case costruite sono simili, nella disposizione, ad un accampamento militare. Le abitazioni hanno impianti semplici, sono ad un piano ed edificate con pietre a secco ben assemblate.

Nel centro urbano si trovano i resti di un edificio molto grande con finestre ad arco e adibito molto probabilmente a luogo di culto. Infatti, vi sono ancora tracce di uso come moschea anche se l'insieme richiami molto la basilica romana mentre all'estremità nord della città, una costruzione con un basso muro di cinta farebbe pensare ad un mercato.

Nel complesso, una città arida come il deserto che la circonda, spartana e geometrica, in stile greco-romano con qualche variazione araba.

La terra di Kemet, con il suo sfarzo, appare molto, molto lontana nel tempo e nello spazio.

Edited by Mohamedina - 13/6/2008, 17:34
 
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Minea 313
view post Posted on 18/6/2008, 19:35





Eco-lodge

Questo nuovo tipo di alloggi rispecchia la filosofia di dell’ecoturismo, un modo responsabile di viaggiare in aree naturali, conservando l’ambiente e sostenendo il benessere delle popolazioni locali.



Il perchè degli Ecolodge:

Una vacanza a bordo di una crociera sub ha i suoi pro e i suoi contro: un punto a favore è sicuramente quello di dare la possibilità di immergersi in siti d’incredibile bellezza ma fuori dal raggio d’azione delle normali immersioni giornaliere; ma se fate parte di quel gruppo di subacquei che adora andare sott’acqua ma non si sente pronto ad affrontare una settimana a bordo di una crociera senza mai toccar terra, gli Ecolodge sono un buon compromesso che unisce la comodità della terra ferma alle famose immersioni del profondo sud.

La compagnia Red sea Dive Safaris dispone di tre ecolodge situati lungo la costa, da Marsa Alam a Wadi Lahmi. Tutti e tre si trovano davanti a baie dalle acque cristalline e in prossimità dei miglior siti d’immersione. Hisham, il direttore degli ecolodge, vive da queste parti da più di 17 anni ed è quindi un esperto della zona.

Al momento di decidere l’ubicazione degli ecolodge, la compagnia ha scelto luoghi riparati dal vento e con facile accesso per le immersioni. Lungo la costa esistono solo una manciata di punti dove la barriera si interrompe e lascia un’apertura verso il mare aperto, e in esattamente questi luoghi sono sorti gli ecolodge.
Il concetto degli ecolodge è molto simile a quello delle crociere sub: una volta prenotata la sistemazione è possibile alloggiare alternativamente in tutti e tre gli ecolodge.

Shagra, il primo dei tre ecolodge ad essere costruito, è il camp più attrezzato, ma quando vi recate in questi luoghi dimenticatevi il turismo di massa: l’atmosfera è quella di una festa tra amici, dove è facile fare amicizia con gli altri subacquei, proprio come durante una crociera sub.

L’ecolodge possiede tre tipi di sistemazione: i bungalow e le capanne sono costruiti in tipico stile indigeno, con solidi muti di mattoni, il soffitto a cupola e una terrazza esterna. I bungalow hanno il bagno privato mentre le capanne hanno i bagni in comune. I servizi igienici sono puliti, con acqua corrente, docce calde e sistema idraulico funzionante. L’altro tipo di sistemazione è la tenda completa di luce elettrica, letti veri e propri, lenzuola, coperte, cuscini e ad altezza d’uomo.

A 38km a sud di Shagra si trova Nakari, il secondo ecolodge, di dimensioni leggermente inferiori di Sagra e con sistemazione in capanne e tende.

Spingendosi altri 102km verso sud si raggiunge il bellissimo Wadi Lahmi, uno dei siti più meridionali dell’Egitto dove è permesso immergersi. L’ecolodge possiede una veranda ristorante con vista sul mare, sistemazione in tenda, una laguna riparata e mangrovie.

E’ una fantastica alternativa alle normali crociere sub, adatta sia agli amanti del mare sia agli amanti della terra.

( di Moira Tune)


Dive Camp Eco Lodge

Avvicinandoci al sud Egitto, scopriremo coste e mare incontaminati trovando sul nostro cammino paesaggi e colori incomparabili.
Questa è una delle aree non ancora conosciute dove si scoprirà l’antica emozione dell’avventura e della libertà, è proprio in questo contesto che sono sorti gli Eco Lodge nati con questo spirito che unito alla passione per la subacquea, vi permetterà di vivere una esperienza unica. Alzarsi la mattina, alle prime luci dell’alba per affrontare un giornata improntata su relax e divertimento. Ogni giorno itinerari diversi e divertenti che vi permetteranno di visitare punti d’immersione come Elphinstone reef, uno dei siti più famosi in Sud Egitto.
La sera, tutti riuniti intorno al fuoco, tra racconti e sogni che chiuderanno una giornata che vi regalerà l’ultimo pensiero romantico…….. la notte del deserto Egiziano con il suggestivo tramonto e l’affascinante stellata.
 
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khnumhotep
view post Posted on 28/7/2008, 13:19




nuovo aereoporto in costruzione.

le guide che ho conosciuto mi hanno detto che a Berenice stanno costruendo l'aereoporto e che quindi sono in progetto la costruzione di alcuni hotel in modo da spingere questa nuova meta turistica.
mi hanno detto che l'aereoporto in costruzione è stato fatto costruire dallo stesso sceicco che ha finanziato quello di Marsa Alam e che sta costruendo l'obbrobrio di Port Ghalib.
ne sapere di più?
 
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Mohamedina
view post Posted on 21/9/2008, 10:11




Berenice: immersioni nel reef del Mar Rosso

All'estremità sud delle coste orientali egiziane si trovano le arre più selvegge ed incontaminate del Mar Rosso, con tratti di costa aridi e rocciosi che via via si trasformano in aree di transizione dove lembi di vegetazione cominciamo ad inserirsi nel paesaggio, preludio delle zone tropicali dove la vegetazione nasce più rigogliosa trasformandosi gradualmente nella savana africana.
In questo paesaggio che muta si trovano due località emergenti del turismo egiziano Hamata e Berenice, dove il Mar Rosso acquista un fascino ancora più intenso ed emozionante.

Molti appassionati di immersioni vengono fino a queste remote aree per poter visitare alcune isole esclusive, che forniscono forti emozioni ai subacquei: Rocky e Zabargad (o St. John island) sono dei gioelli pullulanti di vita sottomarina, e meta di numerose escursioni dai resort di Berenice e da Hamata, rispettivamente a 80 e 120 km dalle isole.

Le due località sono separate da un tratto di costa selvaggio, chiamato Wadi Lahami che culmina nella penisola di Ras Banas (l'aeroporto di Berenice porta questo nome) che per oltre 30 km si prontende nel Mar Rosso fino a quasi congiungersi con l'isola di Mukawwa.
Il cambiamento di paesaggio rispetto alle località più famose come Hurghada e Marsa Alam è testimoniato dalla presenza delle mangrovie che specie a sud di Berenice conferiscono un aspetto diverso al paesaggio.

Berenice ha origini antichissime si pensa che in origine fosse un porto che Tolomeo II (circa 250 anni prima di Cristo) trasformò in una cittadina che chiamò come sua madre , e cioè la regina Berenice d'Egitto, detta la trogloditica. Il villaggio si sviluppò rapidamente, grazie alla sua posizione strategica che s'affaccia sull'attuale Foul Bay.

Cosa fare a Berenice? Resort come il Lahami Bay ma anche altri pochi hotel di questa remota regione possono organizzare escursioni al Parco Nazionale di Wadi el Gemal, oppure a Luxor per vedere i tempi dell'antica Tebe.
Altre escursioni hanno come obiettivo i resti delle antiche miniere di smeraldo, anche se le distanze da coprire sono considerevoli.

 
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Penny18
view post Posted on 28/9/2008, 20:54




CITAZIONE (khnumhotep @ 28/7/2008, 14:19)
nuovo aereoporto in costruzione.

le guide che ho conosciuto mi hanno detto che a Berenice stanno costruendo l'aereoporto e che quindi sono in progetto la costruzione di alcuni hotel in modo da spingere questa nuova meta turistica.
mi hanno detto che l'aereoporto in costruzione è stato fatto costruire dallo stesso sceicco che ha finanziato quello di Marsa Alam e che sta costruendo l'obbrobrio di Port Ghalib.
ne sapere di più?

Anch'io cercavo notizie di questo aeroporto in costruzione che ho "scoperto" su Google Earth guardando la costa a sud di Marsa. Ho solo le coordinate 23°58'39.51" 35°27'32.27"
 
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degla
view post Posted on 18/6/2009, 14:22




l'aereoporto c'è ma è militare,berenice bella ma noi siamo stati derubati in hotel 5stelle di 1000,00€ rubati dalla cassaforte
 
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Minea 313
view post Posted on 18/6/2009, 16:46




Credo che se riusciranno ad aumentare l'afflusso di turisti nella zona, l'aeroporto militare potrebbe essere aperto anche ai voli charter, ad esempio l'aeroporto di Sharm el Sheikh è militare e prima della costruzione di quello nuovo, per anni e anni i turisti son entrati di lì (e molti continuano ad entrarci)

Spero che per il furto tu tu sia rivolto/a a chi di dovere.

Edited by Minea 313 - 29/1/2012, 23:41
 
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Minea 313
view post Posted on 21/6/2009, 12:27




Alquanto pare si sta veramente parlando di costruire un aeroporto per i voli charter...al momento sono solo voci, che però si sussegguono già da tempo, vedremo come andrà a finire!
 
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beamimo
view post Posted on 9/10/2009, 08:04




ciao....scusa ma io di berenice non sono molto pratica...sapete se x caso la linea telefonica è attiva xè mi hanno detto che i cellulari non prendono....grazie mille
 
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marrossoforever
view post Posted on 9/10/2009, 11:13




Per quanto ricordo..(ci sono stata nel 2005) i cellulari funzionavano benissimo..(tieni presente che per motivi famigliari siamo costretti a chiamare casa tutti i giorni!) alla peggio comunque si può sempre chiamare dalla reception spendendo anche meno che col cell italiano.
 
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Minea 313
view post Posted on 10/12/2009, 23:19




Wadi Lahami – Porto Berenice

(di Alessia Comini e Cristian Umili)

TRA SABBIA E MARE

Gli avamposti meridionali dell’Egitto sono ancora quasi sconosciuti, almeno nella regione costiera: fino a poco tempo fa difficili da raggiungere e privi di strutture turistiche, hanno mantenuto intatte le loro bellezze naturalistiche e subacquee ed il grande patrimonio culturale ed archeologico.

Il Mar Rosso è ormai da tempo entrato di buon diritto nella classifica delle mete preferite dai subacquei europei ed in particolare italiani, grazie soprattutto alla sua vicinanza al nostro paese ed ai prezzi decisamente abbordabili.

Località come Hurghada o Sharm El Sheikh sono conosciute fino nei più remoti angolo, ed altri posti, in Egitto come in Arabia Saudita o in Gibuti si stanno imponendo all’attenzione di tour operator e pubblico in generale.

Una regione ancora poco proposta si trova proprio in Egitto, le cui coste meridionali si conservano tutt’ora praticamente intatte: sono infatti ancora pochi i visitatori che si avventurano nelle regioni più meridionali di Marsa Alam.

Solo di recente si inizia a sentir parlare della regione di Porto Berenice, finora appannaggio di pochi: fino a poco tempo fa l’accesso a questa zona era piuttosto difficile, dal momento che, essendo situata nei pressi del confine con il Sudan, la città di Berenice e le aree limitrofe sono infatti sotto controllo militare. Inoltre, l’aeroporto di Marsa Alam, distante dalla regione 170 Km, è stato inaugurato solo nel 2001: fino ad allora era possibile accedervi unicamente dagli scali di Hurgada e Luxor, distanti entrambi più di 300 Km.

Oltre a questo, la mancanza quasi totale di strutture alberghiere ha fatto sì che le prime esplorazioni dei Fury Shoals, barriere coralline antistanti l’area in questione, siano state effettuate quasi solo da crociere subacquee.
Questa regione è, tuttavia, molto interessante dal punto di vista naturalistico, culturale e subacqueo, cosa che ha spinto persone come Hossan Helmi, avvocato noto come il “sindaco del Mar Rosso” per le sue attività tese alla salvaguardia del mare e del patrimonio ambientale e culturale della regione costiera, ad interessarsi allo sviluppo della regione.

Da sempre attento alle esigenze del territorio (negli anni ‘80 si è dedicato alla scoperta ed alla cartografia della Barriera Corallina Egiziana nella regione compresa tra Safaga e Ras Banas) Helmi è uno dei più accesi promotori della realizzazione di strutture turistiche che si integrino con l’ambiente rispettandolo, ed in questa ottica si è impegnato nella realizzazione di strutture originali nel panorama degli alberghi della costa, gli “Ecolodge villages” di Red Sea Diving Safari.

Il fatto che gli “ecolodge village” siano progettati per integrarsi con la realtà locale non significa però che in essi venga trascurata la ricerca del benessere e della sicurezza degli ospiti; in particolare, essi sono pensati in particolare per soddisfare le esigenze dei subacquei offrendo immersioni di altissima qualità praticate in modo da non danneggiare le preziose formazioni coralline, che costituiscono la principale risorsa di questa zona.

In tutto sono 3 gli ecolodges attualmente operativi, due nella zona di Marsa Alam, rispettivamente a Marsa Shagra (punto preferenziale per il raggiungimento di Elphinstone Reef) e a Marsa Nakari (di fronte a Shaab Shamadai, nota anche come Dolphin House), ed uno, l’ultimo nato, decisamente più a sud, nella regione chiamata Wadi Lahami, adiacente Porto Berenice, a cui si rivolge in particolare la nostra attenzione.

Tutti i lodges presentano la stessa struttura, che prevede 3 diversi tipi di sistemazione: gli chalet “Madyafah”, spaziose villette con soffitto a volta e due grandi terrazze , una con vista mare e una sul deserto; dotate di servizi interni, prevedono la presenza standard di due letti, ma possono essere adattate alle esigenze del cliente.

Più spartani, i bungalows “Mandarah” sono in muratura ma non dispongono di servizi privati, mentre destinate ai più avventurosi sono le tende, contenenti due letti e sistemate direttamente sulla spiaggia.

All’interno di ciascuna struttura opera un ristorante e una o più caffetterie, in cui è possibile reperire bevande analcooliche calde e fredde, e, previo pagamento di un extra, birra di produzione egiziana. Totalmente assenti, come imposto dalla legge, i superalcoolici.

L’Ecolodge Wadi Lahami Village, il più meridionale dei tre, occupa una baia protetta di fronte agli splendidi Fury Shoals: accanto all’ingresso del villaggio si trova una spettacolare zona di mangrovie, dichiarata area di tutela ambientale, un vero paradiso per gli amanti del birdwatching e della fotografia naturalistica, dal momento che offre riparo a numerose specie di uccelli e di altri animali, anche marini: le mangrovie offrono infatti riparo a molti nidi grandi e piccoli, in cui è possibile osservare la vita quotidiana di famiglie di garzette, aironi, e falchi pescatori che nidificano in zona e che, trovandosi in area protetta, sono particolarmente fiduciosi e facili da avvicinare.

La regione di marea in cui crescono le mangrovie offre però incontri inaspettati anche sotto la superficie dell’acqua: questo bassofondo sabbioso in cui l’acqua non supera i 30 centimetri fornisce le condizioni ideali per la vita di alcune razze quali la Pastinaca reticolata, una specie di notevoli dimensioni che trova nel mangrovieto il suo habitat naturale o la Pastinaca a macchie blu, sicuramente nota a chi si sia immerso almeno una volta nelle regioni tropicali: di entrambe le specie si possono incontrare un gran numero di esemplari, per la maggior parte giovani a cui le radici aeree delle mangrovie offrono riparo.

Ancora, le sorprese della laguna non sono esaurite: attendendo che la marea si abbassi completamente fino a lasciare scoperte alcune aree sabbiose si vedranno comparire di colpo dalla sabbia i tentacoli di innumerevoli ofiure che approfittano del movimento dell’acqua per trovare cibo, ed insieme una moltitudine di granchi scatola, simili ai nostri granchi melograno, velocissimi nell’insabbiarsi grazie alle loro particolari chele.

E, se la zona di marea è così ricca di vita, i fondali non sono da meno: il diving center operante nel Wadi Lahami Village offre agli ospiti la possibilità di visitare moltissimi dei Fury Shoals, un arcipelago di reef affioranti raggiungibili con il gommone, molto diversi tra loro per difficoltà ed aspetto.

Benchè la legge egiziana limiti la profondità massima raggiungibile a 30m, la maggior parte immersioni sui Fury Shoals, richiede una certa esperienza, dal momento che si tratta di reef esterni in cui è frequente la presenza di corrente e talvolta di mare grosso: per questo motivo il diving center richiede come minimo un brevetto AOWD ed almeno 30 immersioni certificate.

Tutti i subacquei in possesso di questi requisiti, che devono essere garantiti tramite il brevetto ed un’autocertificazione, hanno accesso alle immersioni sui Fury Shoals: ogni sera all’ora di cena viene reso noto il programma delle immersioni del giorno successivo, con la descrizione dettagliata dei percorsi.
I punti di immersione sono molteplici, tutti molto belli ed alcuni, come Sha’ab Lahami e Sha’ab Claudia, anche piuttosto noti, in quanto da tempo meta di crociere subacquee.


le immersioni

La descrizione che segue non riguarderà questi ultimi, ma alcuni altri che, per la loro suggestione, ci hanno colpito particolarmente.

Sha’ab Maksour

Si tratta di un reef molto esteso e di forma allungata che precipita nel blu dalla superficie fino a oltre 50 m con uno spettacolare drop off.

L’immersione comincia su un piano sabbioso alla profondità di circa 25m: da qui il fondale degrada verso il blu inizialmente in modo graduale, tra enormi ventagli di corallo duro, grandi alcionari variopinti, e nuvole di pesci farfalla, chirurgo, pappagallo, platax, oltre ai classici pesci pagliaccio e grandi pelagici.

L’immersione prosegue in senso orario, e ad un tratto il pendio si trasforma in una splendida parete verticale, in cui è facile trovare corrente: è importante seguire le indicazioni della guida, che conosce la direzione da tenere in base all’orario e alle condizioni.

Sospinti dalla corrente, si prosegue lungo la parete, che brulica di di vita e di colore anche a basse profondità; la durata prevista per l’immersione, come per tutte le altre organizzate dal diving, è al massimo di 60 minuti, al termine dei quali si emerge vicino alla barriera per venire poi raccolti dal gommone.

Iron Garden

Il nome di “Giardino di ferro” caratterizza bene questa immersione, il cui reef è stato teatro, tempo fa, di uno dei tanti naufragi che hanno funestato il Mar Rosso: una nave di grandi dimensioni il cui nome è ormai dimenticato, infatti, vi si incagliò finendo con l’affondare.

Il passare del tempo ed i marosi hanno reso lo scafo praticamente irriconoscibile: solo un ammasso di rottami sparsi sul fondo che sono diventati in pratica un reef artificiale, la base per la crescita di un vero giardino di coralli duri e molli, anemoni, piccoli alcionari, tra cui nuotano nutriti branchi di pesci farfalla e altri pesci di barriera, razze a macchie blu, murene giganti.

Il reef è costituito da un blocco principale e da altri satelliti: l’immersione si svolge nuotando tra di essi senza un preciso itinerario, avendo solo l’accortezza di seguire le indicazioni della guida circa la direzione da tenere in base alla corrente, ed è molto bella e varia con suggestivi passaggi tra le rocce, piccole grotte e sifoni, affatto difficile col la sua profondità massima di 25m.

Le lamiere tra i coralli formano in alcuni punti scenari assai suggestivi, perfetti per fotografi e cineoperatori: la profondità limitata e la totale assenza di corrente la rendono un’immersione facile e rilassante, e per questo estremamente godibile.

Abu Galawa “Small”

Altra immersione molto gradevole che, per la struttura del reef e per la presenza di un relitto ricorda molto la precedente.

La differenza sta nel fatto che in questo caso il relitto è minuscolo ma ancora intero e perfettamente riconoscibile, adagiato sulla fiancata di dritta, con la prua rivolta verso il cielo: tutto lo scafo è fortemente incrostato di coralli ed alcionari, mentre da uno squarcio presente nella regione poppiera (la più danneggiata) è possibile guardare all’interno, densamente popolato di “glass fishes”.

La struttura della nave offre riparo a numerosi pesci, tra cui alcune grosse pastinache e a nuvole di anthias tropicali.

La parte più bella della nave rimane comunque la prua, che offre, con la sua battagliola ancora intera, interessanti scorci fotografici.

Anche se forse non è così suggestivo come i reef più esterni vale la pena di non trascurare l’House Reef che si sviluppa lungo la costa proprio di fronte al lodge.

Essendo sotto costa l’acqua non è cristallina come nelle strutture più esterne, ma proprio per questo motivo vi si incontrano gli animali di dimensioni maggiori, come le timide cernie giganti che si trovano adagiate sul fondo sabbioso o i pesci coccodrillo, anche loro mimetizzati. L’abbondanza di nutrimento fa sì che i pesci vi si concentrino in grande quantità, rendendo tra l’altro possibile l’incontro con grandi gruppi di pesci scorpione e, con un po’ di fortuna, con le belle tartarughe o, ma di fortuna ce ne vuole tanta, con il raro squalo chitarra.
Anche il dugongo visita spesso questo reef: esso termina infatti in un pianoro sabbioso denso di alghe, in cui il simpatico animale trova l’ambiente giusto ed il cibo ideale.

Appena all’esterno dell’House Reef, raggiungibili con pochi minuti di gommone, vi sono alcune propaggini isolate, anch’esse molto belle e con acqua decisamente più limpida, sedi ideali per un’indimenticabile immersione notturna.

I fondali marini, per quanto splendidi, non sono però l’unica meraviglia di questa regione: in essa, infatti, il deserto si tuffa direttamente in mare e da questo confine netto tra due ambienti così diversi si originano ecosistemi unici.

Anche se orientato prevalentemente all’attività subacquea, il Wadi Lahami Village fornisce una serie di servizi ed escursioni destinate a chi subacqueo non è o voglia alternare immersioni e relax: da non perdere quella nel Parco Naturale di Wadi El Gimal, in cui si possono ammirare le rovine di una città romana immerse nel deserto, o al mercato di cammelli di El Shalatin, città di confine con il Sudan; molto richieste quelle in gommone alle isolette che si trovano di fronte alla costa.

La spiaggia è ovviamente libera e a disposizione di tutti i clienti; inoltre, la struttura dispone di un attrezzato centro per il kite surfing, con annessa scuola internazionale, per chi volesse provare qualche emozione diversa da quelle esclusivamente subacquee.

Struttura: Ecolodge Wadi Lahami Village

Località: Wadi Lahami – 40Km a nord di Porto Berenice

Edited by Minea 313 - 11/12/2009, 15:48
 
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