Ken il Guerriero - Hokuto No Ken.it

Better of two evils

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view post Posted on 19/11/2019, 13:12     +2   +1   -1
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Simpatizzante Hokuto

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Trama breve: Quando per salvare il mondo gli eroi non bastano, rimangono sempre i cattivi. O anche: Hokuto no Ken incontra Suicide Squad.

FINALMENTE ho deciso di scrivere qualcosa. Se seguite i miei modellini, saprete (l'ho ripetuto fino alla nausea...) che ho un universo scopiazzato da quello DC. Ebbene, tutto era partito dall'ennesima visione di Suicide Squad (non chiedetemi perché, ma quel film mi piace.), e dall'idea "Che succederebbe, a fare un mashup tra questo e HnK?". Si sono aperte le gabbie, e ho utilizzato quell'idea come trampolino di lancio per la pioggia di prequel incentrati su Jagi, e roba varia.
Insomma...stringendo stringendo, questa era la mia idea originaria. Che San Raoh da Hokuto e San Kaioh da Shura mi assistano, e rendano questa storia, se non decente, almeno leggibile. XD
AH, P.S. Tutti i personaggi parlano in modo abbastanza educato...tranne Jagi. Ha il linguaggio di un marinaio ubriaco, e purtroppo ne va fiero. Posso avere una esenzione dalla censura solo per lui?
P.P.S. Titolo e sottotitolo ispirati dalla canzone "Better of two Evils" di Marilyn Manson.



"Pranzo! Faccia al muro, e braccia tese ai lati!"
"Come un martire." replicò, con tono beffardo, la voce profonda dell'uomo all'interno della camera di sicurezza.
"Abbiamo un prigioniero modesto, qui." la guardia aprì la finestrella della porta blindata, e lasciò scivolare all'interno un piatto con una specie di frittata "...comunque, eccoti il tuo pranzo, prigioniero. Ci ho sputato dentro...e non è la cosa peggiore."
"Ma certo, signore."
La guardia sghignazzò contro la finestrella, e fece per chiuderla.
Una mano la bloccò. Al prigioniero era bastato meno di un secondo per balzare dall'angolo della cella, fino alla porta.
Un occhio azzurro fece capolino dalle sbarre.
"Guardia, ricorda: è suadente sottovalutare un nemico, ma è anche spesso fatale."
La guardia richiuse la finestrella, e si allontanò insieme al resto della squadra.
L'uomo all'interno della cella si mise a sedere, un indizio di sorriso sulle sue labbra. Pensavano di averlo sconfitto, solo perché gli avevano portato via il suo impero. Ma era giusto così. Dovevano crederlo in rovina, e sarebbe sceso su di loro come lo spirito santo, per reclamare ciò che gli era dovuto.

"Ti stiamo portando il pranzo. Mani bene in vista."
La donna all'interno della gabbia alzò le mani, e abbassò la testa. Il suo corpo atletico era coperto solo da un camice di carta, simile a quelli da sala operatoria. I suoi capelli neri erano molto corti, cortesia delle guardie che "per non rischiare" l'avevano rasata a zero dopo l'arresto, qualche mese prima.
Un soldato fece scivolare il piatto dentro la gabbia, mentre altri due continuavano a tenere i mitra puntati su di lei.
"Habaki, perdonami l'insolenza...dopo un mese di silenzio, deduco che la mia richiesta di avere dei libri sia stata ignorata. Corretto?" la donna alzò lo sguardo, e fissò la guardia, senza degnare il pranzo della minima attenzione.
"Osservazione molto intelligente. Non mi aspettavo niente di meno, da una come te." l'uomo di nome Habaki annuì.
Lei sospirò, e abbassò le braccia. Si avvicinò alle sbarre della gabbia, completamente incurante di essere sotto tiro.
Le guardie si prepararono a sparare.
"Parliamo seriamente...sai perfettamente che neanche io riuscirei a uccidere qualcuno con un libro." incrociò le braccia.
"Sei stata in grado di uccidere un uomo con delle mutandine, Sakuya. Perché rischiare?" l'uomo si avvicinò, e incrociò le braccia a sua volta.
Sakuya alzò le spalle, con aria quasi divertita "Quella è stata legittima difesa. Ma va bene, ho recepito il messaggio. Niente libri." omise volontariamente il fatto che quella non era stata neanche la prima volta che lo faceva. Non era colpa sua, se gli uomini erano tutti uguali.
Habaki guardò la donna, soddisfatto, e fece per andarsene.
Mentre le tre guardie si allontanavano, uno dei due armati di mitra diede una gomitata al collega.
"E' davvero così pericolosa? Tutte queste misure mi sembrano eccessive..."
L'altro lo guardò con compassione. Era entrato solo da poco, era comprensibile che ancora non avesse idea di quello che lo aspettava "Beh...Habaki è stato promosso dopo che Gaoh, il suo predecessore, è stato ucciso da lei."
"...mentre era in gabbia?"
"Sì. Il cretino le ha promesso dei favori in cambio di sesso. Lei ha finto di accettare, e poi l'ha strangolato con le mutande che aveva. Cioè, lui era armato di tutto punto, e lei neanche ha avuto bisogno di rubargli le armi, per farlo fuori. Secondo te, perché adesso ha un vestito di carta?"

L'uomo incatenato aprì gli occhi grigi, disturbato da un rumore metallico. Di fronte a lui, il mondo oscillava e tremava, quasi fosse un miraggio. Come ogni giorno, la guardia gli stava cambiando il secchio che fungeva da gabinetto, e stava lasciando lì accanto un piatto con della roba dall'aspetto decisamente poco appetitoso.
Aveva la nausea, come al solito. Cercò di focalizzare l'attenzione su qualcosa, per riprendersi, ma si rese conto di non esserne in grado. Male. Male. Fino a qualche giorno prima, ci riusciva...
Richiuse gli occhi, e cercò di posizionarsi in modo più comodo sul materasso. Impresa vana, in quanto aveva i polsi, le caviglie, e persino la vita incatenati alla gabbia dentro la quale viveva ormai da mesi.
Nausea, ancora. Ci aveva impiegato pochissimo a rendersi conto che drogavano il cibo che gli portavano. Era rimasto a digiuno per parecchio tempo, ma poi si era reso conto che quella situazione non era sostenibile. Il suo corpo gli aveva mandato segnali di pericolo, ed era stato costretto ad arrendersi, e a mangiare. Che vergogna.
Un'ombra attraversò il camminatoio rialzato che correva tutt'intorno allo stanzone dove si trovava la sua gabbia. Un'ombra che non conosceva.
Non parlò, nonostante la curiosità lo stesse divorando. Non capitava spesso, di vedere gente. Di solito, cercavano di stargli il più possibile alla larga.
Per un po', rimasero entrambi in silenzio. Poi, non riuscì più a trattenersi.
"...che vuoi?" biascicò, con voce roca. Mentre parlava, si rese conto che erano passati giorni, parecchi giorni, dall'ultima volta che aveva utilizzato le corde vocali.
"Sono venuto per te." dalla voce...dalla voce non sembrava troppo giovane. Aveva un leggero tono gracchiante, abbastanza sgradevole.
"Nessuno...nessuno viene per me." mentre finiva di pronunciare quelle parole, sentì la nausea aumentare. Persino parlare gli faceva venire il vomito.
"Allora è il caso di cambiare le cose, Kaioh." non appena ebbe finito di parlare, la sagoma scomparve dietro la stessa porta da cui era entrata.
Kaioh. Da quanto non pronunciavano il suo nome? Le guardie lo chiamavano solo "ehi, tu".
Cercò di respirare, ma sentì la familiare e sgradevole sensazione di avere del liquido freddo che gli trasudava dalla parte più interna delle guance.
Aprì la bocca, cercando di prendere aria.
No. I suoi polmoni si rifiutavano di collaborare.
Si gettò addosso al secchio di metallo, mentre un fiotto di bile gli risaliva l'esofago, bruciandogli la bocca, e portando con sé il cibo che aveva ingerito nell'ultimo pasto.
Vomitò nel secchio, per un tempo che gli sembrò infinito. Si sentiva come se gli avessero versato dell'acido nella gola.
Cambiare le cose, aveva detto l'uomo.
Dovevano solo farlo uscire. Al resto avrebbe pensato lui. A quel bastardo con la cicatrice sulla fronte che lo aveva venduto alla polizia.


xx. Prologo totalmente inutile, ma mi piaceva. Proseguiamo senza indugio verso la storia vera e propria.



La pioggia era violenta, e il ragazzo che uscì dal grosso fuoristrada dai vetri oscurati aprì un ombrello.
"Prego, la accompagno all'ingresso." aprì la portiera posteriore, e con un gesto educato indicò l'entrata del ristorante all'uomo con una valigetta nera accomodato sui sedili in pelle.
"Ovvio." l'uomo uscì dal fuoristrada, e lasciò che il ragazzo lo accompagnasse.
Con metodo, si pulì le scarpe eleganti sull'enorme tappeto dell'ingresso, entrò nel ristorante, e si diresse verso un tavolo, senza bisogno di chiedere informazioni alla ragazza dalla manicure perfetta che sedeva dietro un computer e continuava a digitare sulla tastiera.
Al suo tavolo, c'erano un uomo e una donna, entrambi in uniforme, che lo stavano aspettando. Lui era un uomo di mezza età, con i baffi; lei aveva dei lunghi capelli argentei raccolti in una treccia.
"Buonasera, Jakoh. Sei in ritardo." l'uomo con i baffi giunse le punte delle dita, senza preoccuparsi di mascherare la sua impazienza.
"Lo so, Rihaku. Toh." non si preoccupò di rivolgergli alcun cenno di saluto, e si mise a sedere.
"Ci hai convocati per discutere nuovamente del tuo progetto, immagino." Toh si versò un po' d'acqua, senza distogliere lo sguardo da Jakoh.
"Sì. Ma prima, preferirei cenare." prese in mano il menù, e cominciò a studiarlo.

Quando il cameriere portò i piatti con la carne, Rihaku non si trattenne più.
"Se questa era semplicemente una scusa per cenare insieme, avremmo potuto trovare un altro pretesto. Siamo fin troppo impegnati, per permetterci di perdere tempo."
Jakoh sghignazzò internamente. Adesso erano loro, a pregarlo di parlare. Dopo avergli ripetuto più volte che la sua idea era folle, ora erano curiosi di conoscere i dettagli del progetto. Ah, beh...aveva in serbo qualcosa di veramente speciale.
"E va bene. Ti accontenterò." si inchinò per inserire il codice per aprire la valigetta, e tirò fuori un raccoglitore di dimensioni mastodontiche.
"Vorrei premettere che questo non significa che la tua idea verrà approvata. Questa task force di criminali è..." Rihaku alzò un dito, ma Jakoh non lo lasciò terminare.
"E' un'idea geniale, in un mondo che non risponde più a nessuna legge. Ho messo assieme una squadra di gente senza scrupoli che possiamo costringere a fare il lavoro sporco al nostro posto, se dovesse essere necessario. Se ti dà fastidio che l'idea sia stata mia, e non tua..."
"Jakoh, non è questo il punto. Gira voce che alcuni di loro siano...imprevedibili." Toh inclinò leggermente la testa. Certo...e il pazzo più imprevedibile di tutti era lui, che li fissava con lo sguardo di un pescecane. Ma, in quanto pezzo grosso delle forze speciali, di quei reparti che scherzosamente venivano chiamati "Innominabili", era anche un loro pari grado, e in quanto tale non poteva essere semplicemente zittito.
"Nessuno di loro è imprevedibile. Hanno delle debolezze sulle quali è possibile far leva...e quella è la parte che preferisco."
Rihaku sospirò. Era inutile, cercare di ragionare con lui "...avanti, allora. Parlaci di questa task force."
Con studiata lentezza, l'uomo aprì il raccoglitore, e si fermò sul primo dossier, che mostrava la foto di una donna dai capelli neri e gli occhi color ambra, stranamente simili a quelli di un felino.
"Sakuya. Killer professionista. Le si riconoscono un centinaio di omicidi, ma potrebbe averne commessi anche tre volte di più. Non lascia mai tracce, neppure l'avvocato più abile riuscirebbe ad incastrarla.

"Ti ho detto di sbrigarti. Ne va della mia carriera politica."
"Ragionevole. Avrei già provveduto alla disinfestazione, ma lei non ha ancora saldato il conto."
"Io pago solo a lavoro ultimato."
"Giustamente...però, temo che i topi stiano per arrivare alla dispensa...lei ha venti secondi per saldare, o dovrà cercarsi un'altra carriera."
"Senti, brutta s..."
"Tredici secondi. E ora voglio il doppio di quanto pattuito, o lascerò che i topi arrivino e facciano il loro comodo..."
"...e va bene. Abbiamo provveduto."
*BANG*
"E' un piacere fare affari con lei. A presto."


"Se è così geniale, come avete fatto a prenderla?" Rihaku guardò Jakoh, e bevve un sorso di vino.
"Diciamo che si è lasciata trascinare dalla sete di denaro. Le era stato proposto di uccidere un terrorista molto particolare...un certo Ken-Oh."
Toh rimase immobile per un secondo, poi riprese a tagliare la carne "Lo conosciamo bene. Il gruppo dei Cobra Alati ci ha dato parecchi grattacapi."
"Esatto. E infatti...la spietata killer si è trovata davanti qualcuno più spietato di lei."

Sta per sparare, ma il tempo necessario per premere il grilletto è troppo.
Il pugno la colpisce in pieno stomaco, facendola volare dalla finestra.


"Kenshiro l'ha trovata ancora priva di sensi. Avreste dovuto vedere la sua cartella clinica...non credevo neanche di vederla sopravvivere." Jakoh pronunciò quelle ultime parole senza un briciolo di compassione, anzi, forse con un indizio di piacere sadico sul volto. Girò pagina, e aprì un altro dossier.
"...e questa?" Rihaku indicò la foto di una ragazza magra, con degli enormi occhi azzurri cerchiati di trucco nero sbavato ovunque, e i capelli tinti di rosa gomma da masticare. Aveva un aspetto familiare, ma era impossibile da riconoscere, conciata così.
"Questa qui...con lei c'è stato da divertirsi, è la sorella di Rei."
Toh inspirò. Ecco spiegata la ragione per cui il viso gli era familiare. La sorella di Rei era Airi, astro nascente nell'universo delle supermodel. Aveva sfilato per Victoria's Secret, Dolce & Gabbana, Prada, de la Renta, e una marea di altri stilisti. Era bionda, all'epoca. Era diversa, all'epoca.
"Quella storia...quella storia è stata drammatica. Se solo fosse andata diversamente..." la ragazza abbassò lo sguardo.
Jakoh annuì, sospirando con finta empatia "Eh, già..."

"Promettimi che sarai alla sfilata. Niente scuse, niente salvataggi del mondo all'ultimo momento. Sarà la mia prima chiusura, e voglio che tu sia con me." la ragazza bionda sorride.
"Promesso. Tu non preoccuparti di niente, pensa solo ad essere la più bella di tutte. La stella della serata."
"...va bene." annuisce, e bacia il fratello sulla guancia.
"Brava. Sarò in prima fila, ad assicurarmi che non succeda niente." l'uomo sorride un'ultima volta prima di uscire dalla porta.

Ricorderete perfettamente che, quella sera, un misterioso gruppo di criminali aveva organizzato un attentato alla banca più importante della città. Rei e Kenshiro si precipitano lì, perché hanno capito che dietro tutto c'è la banda di Jagi, l' "uomo senza volto". Nel frattempo, la sfilata a cui sta prendendo parte Airi viene interrotta da un'altra banda sconosciuta. La ragazza viene rapita e tenuta in ostaggio, e i rapitori minacciano di seviziarla e ucciderla se la polizia, o chiunque altro, proverà a muoversi contro di loro. Ovviamente, tutti sanno che la mente dietro al finto attentato e al rapimento è Jagi, ma non ci sono prove contro di lui. Rei, a quel punto, decide di fare il sentimentale, e ostacola le indagini, per paura che facciano del male ad Airi...e lei, nel frattempo, si innamora della vita criminale.

"Airi...Airi, ti prego, torna in te!"
"Jagi mi ama! E io amo lui! Perché ti ostini a non capirlo?"

Airi e Jagi uccidono Rei, senza un filo di rimorso. Da quel momento, il re dei bassifondi ha ufficialmente trovato la sua regina. Sono pazzi e pericolosi, e trattano la città come il loro personale parco giochi.

"S-signore, non ce la faccio a pagarvi...il mio locale non guadagna abbastanza..."
"E io dovrei crederti?" Jagi si lascia cadere su un divanetto e appoggia gli scarponi sul tavolino di fronte a lui.
"La prego..."
"Due mesi, stronzo. La mia pazienza è finita."
"Non ce li ho!"
"Ohh...e va bene. Potrei anche crederti."
"Grazie! Grazie!"
"Secondo me il tipo mente. Ha la faccia da bugiardo." Airi stappa una bottiglia di whisky e fa un paio di sorsi.
Il proprietario del locale si gira, con gli occhi spalancati.
"...brutta puttana, come ti..."
"EHI. E' con me che stai parlando, stronzo." Jagi schiocca le dita.
"...io...lei..."
"Tu stai parlando con me. Se pure lei decidesse di restare nuda e metterti le tette in faccia, è con me che stai parlando."
"S-signore..."
Un rumore metallico attira l'attenzione dei due uomini. Con la sua mazza da baseball, Airi ha sfondato lo sportello di un frigorifero, rivelando delle mazzette di banconote.
"Ehi, cucciolo, guarda cosa c'è qui...il mister ci stava prendendo in giro..." sorride, come una bambina a Natale.
Il proprietario del locale si guarda intorno, terrorizzato.
"Ehi, mister...di' il suo nome." Airi guarda l'uomo, senza smettere di sorridere, e indica Jagi.
"C-cosa?"
"Di' il mio nome, stronzo." Jagi si apre la giacca, mostrando il tatuaggio "Say my name" sul petto.
*BANG*
L'uomo si accascia a terra, con la faccia maciullata dal colpo di fucile.

Purtroppo per lei, si sono imbattuti in Kenshiro proprio la sera in cui stavano facendo un giretto in moto...contromano, sull'autostrada. Jagi è riuscito a scappare, ma lei è finita dritta dritta in prigione. Perché, se Jagi è abbastanza furbo da nascondere o cancellare le prove contro di lui, per quanto riguarda la piccola Airi, di prove ne avevamo un bel po', altroché."
Toh lanciò un'ultima occhiata alla fotografia. Nessuno sapeva cosa fosse successo realmente, durante il periodo in cui Airi era stata ostaggio di Jagi. Nessuno. Ci sarebbe stato da chiederlo a lei, ma durante gli interrogatori la ragazza si limitava ad alzare le spalle, e a ridere in faccia ai poliziotti.
Altro boccone, altra pagina girata. Il terzo era un uomo con i capelli corvini, con la frangetta. I suoi occhi taglienti, contornati di matita nera, fissavano il nulla.
"Sunagumo. Vero nome, sconosciuto. Si diverte a uccidere la gente perché è convinto che se lo meritino."
"...un altro psicopatico, quindi."
"E' un trovatello, ed è stato adottato da una famiglia di circensi. Bambino prodigio, perde la testa quando, durante un numero, il padre adottivo viene sbranato dai cani. Tragico incidente, e nessuno ha potuto farci nulla...

"QUALCUNO FACCIA QUALCOSA! PER FAVORE!" il ragazzo si guarda intorno. Corre di qua e di là, frenetico. Attorno a lui c'è il panico.
"FATE QUALCOSA! FATE QUALCOSA, VI PREGO! Vi prego..." cade a terra, in lacrime.

...da allora, odia sia le persone, che i cani, perché ritiene entrambi colpevoli della morte del padre. Tuttavia, questo non gli impedisce di essere un abilissimo acrobata, e di sapersi arrampicare ovunque."
Padre e figlia si mossero nervosamente sulle sedie, inquieti. Quella storia stava lentamente scivolando nel surreale.
"Andando avanti, Reina." Jakoh batté due volte il dito sulla fotografia, per attirare l'attenzione dei due. La donna che indicava aveva capelli castani e occhi verdi. Di bell'aspetto, ma senza alcun segno di riconoscimento particolare.
"Sin da bambina, si allena per diventare un'atleta professionista, ma poi decide di seguire il fratello nell'esercito di Ken-Oh. Entrambi scalano i gradi dell'organizzazione in pochissimo tempo, ma, improvvisamente e senza alcun motivo, il fratello decide di tradire la loro causa. Per una curiosa coincidenza, è proprio Reina a smascherarlo e a ucciderlo.

"Non tollero i traditori. Anche se sei tu, fratello."
"Aspetta...Reina, aspetta..."
"No. E' troppo tardi per te." la katana trapassa il torace dell'uomo.
Il volto di Reina è una maschera, mentre lascia cadere l'arma ed esce dalla sala.

Da quel momento, è diventata il braccio destro di Ken-Oh. Lui si fida ciecamente di lei, le affida la gestione di tutto quello che è troppo occupato per organizzare personalmente. Tra l'altro, si mormora che tra i due ci sia stato qualcosa di un po' più intimo dei normali rapporti professionali."
Toh strinse con violenza la forchetta, ma rimase in silenzio. Sembrava quasi che Jakoh stesse dicendo quelle cose con l'intenzione di irritarla...ma non...non poteva sapere anche quello, no?
"Secondo te ha ucciso il fratello, ed è diventata l'amante di Ken-Oh, per arrivare in cima all'organizzazione?" Rihaku alzò un sopracciglio.
"Nessuno conosce la verità. In ogni caso...abbiamo anche il suo capo, qui dentro." Jakoh aprì il dossier, parecchio più alto degli altri, di un uomo dai capelli color avorio, con i lineamenti che sembravano scolpiti nella pietra. Mentre lo faceva, sul suo viso si era dipinta un'espressione di malcelato godimento.
"Cosa?" Toh raggelò.
"Il suo capo, Ken-Oh. Il suo vero nome è Raoh, ed è il primo dei metaumani che fanno parte del progetto. La sua particolarità sta nei muscoli...o meglio, nella sua incredibile forza, e nell'altrettanto incredibile resistenza. Non mi dilungherò, in quanto presumo conosciate abbastanza bene le sue imprese, e perché ha una fedina penale lunga quanto la Divina Commedia. Ricorderò solamente che i suoi Cobra Alati sono infiltrati persino in banche e uffici, e a tutt'oggi voi cervelloni non siete ancora in grado di stabilire il numero preciso dei loro adepti." sorrise beffardo, guardando Rihaku.
Toh bevve un sorso di vino, e scosse la testa. Non aveva bisogno che le ripetessero quello che già sapeva a memoria. L'aveva conosciuto di persona, quando ancora faceva parte delle teste di cuoio, prima che decidesse di cambiare sponda. Era dotato di un carisma senza pari...non c'era da stupirsi che così tanti colleghi lo avessero seguito, quando aveva abbandonato i corpi speciali. Era il genere di uomo che, se avesse deciso di scendere a compromessi, probabilmente sarebbe diventato presidente. Ma aveva i suoi principi, il suo credo...e su quello aveva fondato i Cobra Alati.
"Come sei riuscito a catturarlo?"
"Diciamo che ho in pugno il suo punto debole. Un angioletto di otto anni, un bambino di nome Ryu, che avrebbe dovuto nascondere meglio..."

"Di' ai tuoi cani di abbassare le armi." gli uomini dei corpi speciali si dividono, e tra di loro compare Jakoh in persona.
"Dammi una buona ragione."
Jakoh si volta verso il soldato che comanda l'operazione, un uomo alto dai capelli biondi, e schiocca le dita.
Il soldato esita.
"Falco. Ti ho dato un ordine." sibila.
Falco lentamente annuisce, e accende il tablet che ha tra le mani. Lo solleva, e mostra a Raoh un filmato. Due mani guantate mostrano un giornale, indicando la data, e poi la ripresa si sposta su un bambino che dorme.
Ken-Oh spalanca gli occhi, sconvolto. Suo figlio...
"Ci sono tre cecchini appostati intorno al rifugio. Tuo figlio è sotto tiro, e la sua vita è nelle tue mani. Insomma, penso tu conosca la procedura, non ho bisogno di sprecare fiato." sghignazza Jakoh.
"Siete degli ignobili vermi."
"Sì, sì, come dici tu. Però ti consiglio di fare il bravo. Non vorrai vedertelo morire davanti agli occhi, crivellato di proiettili, mentre si dispera e chiama il tuo nome...e tu non potrai farci niente."
Dopo un tempo che sembra interminabile, in cui Ken-Oh non smette per un secondo di fissare Jakoh con sguardo omicida, lentamente, come se gli costasse uno sforzo incredibile, abbassa la testa.
"Avete vinto."


"Dove si trova adesso?"
"Diciamo che l'abbiamo gettato in un buco troppo profondo persino per lui. Idea mia. Si trova in una fossa blindata, e viene imbottito di calmanti. E poi, c'è in gioco la vita di suo figlio...i cecchini non lo lasciano solo un secondo."
Padre e figlia rimasero in silenzio. Alla fine, si trattava del capo di un'organizzazione sovversiva altamente militarizzata. L'unica cosa che realmente li disturbava, era con quanta nonchalance Jakoh parlasse della vita di un bambino.
"Il secondo metaumano che abbiamo in squadra, è questo angelo biondo." l'uomo indicò la foto di un maschio bianco di età indefinibile, con un sorriso insopportabilmente strafottente, e gli occhi azzurri come zaffiri. Sembrava più un attore, che un criminale.
"Anche lui è un povero orfanello, cresciuto da un padre adottivo. Un padre che lo incoraggia a utilizzare i suoi poteri e a migliorarsi, senza preoccuparsi del fatto che questo adorabile ragazzino fosse in grado di generare lame di vuoto con le mani, e che a dieci anni o giù di lì, fosse già in grado di uccidere un adulto senza troppa difficoltà."
"...ho capito. Stai parlando di Souther." Rihaku annuì. Sì, ricordava perfettamente la storia di quel tipo...
"Allora hai ancora qualche neurone che funziona...a beneficio di tua figlia, riassumerò la storia. Il ragazzo cresce da solo, o quasi. Il suo unico amico, l'unico che lo accetta completamente, è un ragazzo più grande di nome Shuu. Purtroppo, la cosa non dura a lungo."

"Shuu, tu non capisci!"
"Souther, aspetta...non farlo."
"No. Devo...provare che hanno torto. Devo provare a tutti che si sbagliano."

"Per farla breve, Souther uccide accidentalmente suo padre. Ovviamente, dà la colpa al suo amico...e uccide anche lui. In quel momento, si accorge che fare del male è più divertente di avere amici, e decide di costruirsi un impero, spartendosi i traffici illegali con Jagi. E' stato arrestato di recente, e, paradossalmente, è l'unico di questi gentiluomini con cui si riesca a parlare da persone civili."
Chiuse il dossier, e aprì l'ultima cartellina. Rimase in silenzio, allargando con calma le fotografie che ritraevano un uomo mascherato che sembrava circondato da penosi effetti photoshop anni '80. Quando ebbe finito, tornò a tagliare gli ultimi pezzi della sua bistecca.
"...che cosa vuol dire questa roba?" Rihaku prese una foto, cercando di capire di cosa si trattasse.
Jakoh sogghignò, infilandosi la forchetta in bocca e masticando lentamente la carne, assaporandola con soddisfazione. Quello era un vero capolavoro...tutta opera sua.
"Ho lasciato il meglio per ultimo. Kaioh, fratello di Raoh. Per anni si è imbottito di psicofarmaci e steroidi per combattere la depressione e i complessi di inferiorità per il fatto che il fratello fosse più forte di lui; poi, improvvisamente, ha deciso di mettersi a studiare l'occulto, e ha tirato fuori dal Makai qualcosa che doveva rimanerci.

"Chi sei tu?"
"IO SONO DENTRO DI TE."
"Che...CHE COSA MI STAI...AH...!!!" il fumo rosso si infila ovunque. Nella sua bocca, nel naso, negli occhi. I polmoni gli bruciano. Il cervello gli brucia.
Non gli arriva più aria.
Vuoto.
Vuoto.
Vuo...to...


Da allora, lui e il demone sono la stessa cosa. Il demone gli concede i suoi poteri, e in cambio si nutre del suo dolore. Anziché andare da un esorcista, ha deciso di diventare un criminale, perché considera il mondo responsabile dei suoi problemi. Si fa chiamare Majin Kaioh, ed è in grado di uccidere un uomo a metri di distanza, semplicemente utilizzando la sua "aura demoniaca", come la chiama lui."
L'ultimo boccone di bistecca. Sembrava stesse parlando dei risultati di una partita.
"...peccato che, sotto sotto, rimanga sempre un uomo. Ha deciso di rapire la ragazza più sorvegliata del mondo...una delle figlie del presidente. Kenshiro ha avuto una soffiata, è arrivato, e l'ha arrestato per noi."
Toh prese una delle foto, e la studiò con attenzione "...e...come mai non uccide tutti, e scappa? Se ha davvero i poteri che dici..."
Jakoh sogghignò di nuovo "E' in una gabbia, tenuto d'occhio ventiquattr'ore su ventiquattro; sulle sue catene sono incisi dei simboli che esorcizzano momentaneamente il demone, e nel suo cibo c'è abbastanza sedativo da uccidere un uomo normale in meno di mezz'ora. Non ha la forza del fratello, è solo un povero perdente."
Padre e figlia si guardarono.
"Come al solito, ho pensato a tutto. Ormai dovreste aver imparato a non dubitare di me..."
"Non a tutto." Rihaku incrociò le braccia "Chi dovrebbe comandare questo...circo equestre? O hai intenzione di mandarli da soli, a creare il delirio?"
Jakoh chiuse gli occhi, trattenendo a stento una risata. Quella era una questione che non vedeva l'ora di discutere, a dire il vero...
"Ho un dossier anche per lei. Il capo." si inchinò, rimettendo a posto i dossier nella valigetta, e tirando fuori un'ultima cartellina, di colore diverso.
"Si tratta di Mamiya." non la aprì neanche, limitandosi a tirare fuori una foto che raffigurava una donna con i capelli rossi.
"Ma...ma lei è..." Rihaku sbatté le palpebre.
"...è stata la guardia personale di Yuria, nonché sua sosia in occasioni particolari."
Toh scosse la testa "E perché dovrebbe comandarli proprio lei?" non che dubitasse della preparazione di Mamiya, per carità...erano state colleghe, avevano protetto Yuria insieme, e Mamiya aveva un sangue freddo invidiabile. Solo che...non le sembrava giusto, gettare una persona così di valore in mezzo a un casino del genere. La sua ex collega meritava di meglio, anche se si era sempre rifiutata di passare ai lavori d'ufficio dello stato maggiore, rispondendo che preferiva l'azione.
"Beh...come dovresti sapere, ha comandato diverse task force in missioni ad alto rischio "ufficialmente" non approvate dal governo. E' stata addestrata nei corpi speciali, superando ogni prova con voti eccellenti, e, in più, sa usare alla perfezione qualsiasi arma da fuoco le capiti per le mani. Un curriculum invidiabile, direi..."
"Tutto questo è...assurdo."
"Probabile. Però, non potete negare che si tratti della soluzione a tutti i nostri problemi. Soprattutto nel caso di...danni collaterali da giustificare all'opinione pubblica." Jakoh indicò Rihaku, con nonchalance.
Toh alzò un sopracciglio, capendo dove il discorso stava andando "...se la missione non va come previsto, vuoi scaricare su di loro la responsabilità?"
"Tua figlia è sveglia, Rihaku. E, se lo sei anche tu, darai l'approvazione al mio progetto." Jakoh ripose l'ultima cartellina nella valigetta, e la richiuse. Armeggiò un secondo con il piccolo display, e quello emanò un segnale sonoro che comunicava il reinserimento del blocco di sicurezza.
"Jakoh...sai perfettamente che mettere insieme tutta questa gente è come lanciare una bomba in una scuola elementare. Come hai intenzione di convincerli?"
"Il mio lavoro è costringere le persone ad andare contro i propri interessi, per fare i nostri. O devo ricordarti chi ha persuaso il consiglio a guardare dall'altra parte quando, per colpa di un tuo piano malamente organizzato, la squadra dei Goshasei è stata massacrata da Ken-Oh?"
Rihaku strinse i pugni, furioso. Avrebbe tanto voluto rispondergli, ma sapeva bene che, se Jakoh non si fosse intromesso, a quest'ora sarebbe stato degradato per colpa di quella stupida operazione finita male. Ed erano anni che Jakoh usava quella storia per ricattarlo.
Quanto lo odiava. Lo odiava con tutta l'anima. Era riuscito a infilarsi tra la gente che contava prendendosi il merito delle operazioni svolte da altri...tra cui, quella in cui Falco aveva contrattato con Ken-Oh la liberazione di un gruppo di ostaggi. Se la ricordava bene...la trattativa era andata a regola d'arte...e poi, quando era arrivato Jakoh, le cose erano precipitate. Gli ostaggi erano stati rilasciati, ma Falco aveva perso una gamba. Miracolosamente, però, sui verbali la colpa di tutto quel macello era finita su Falco, e Jakoh era immacolato quanto un neonato.
"Cercherò di convincere lo stato maggiore a prendere in considerazione la tua proposta." sibilò tra i denti, trattenendo a stento la rabbia.
"No. Tu non "cercherai". Se ci tieni alla carriera, tu li convincerai che la mia idea è geniale, Rihaku." la sua bocca si allargò in un sogghigno che aveva qualcosa di diabolico.
Toh scattò in piedi, sconvolta da quelle parole.
"Ora stai esagerando. Non puoi permetterti di parlare così a mio padre."
"Io posso fare come mi pare." Jakoh strinse gli occhi, e abbassò la voce "...o vuoi che dica al tuo papino chi è la responsabile della scomparsa di quel fascicolo che è finito in mano a Ken-Oh?"
Toh spalancò gli occhi. Allora...allora sapeva anche questo. Era stato uno stupido errore che aveva commesso anni prima, quando ancora non si era resa conto di quanto Raoh potesse essere pericoloso. E Jakoh l'aveva scoperto. E l'avrebbe utilizzato contro di lei per l'eternità.
Cadde di nuovo a sedere, mentre Jakoh si allontanava.
"Papà...cosa facciamo?" chiese, fissandosi le mani.
L'uomo sospirò.
"Facciamo quello che dice...e preghiamo che tutto vada per il meglio."



xx. Le storie dei nostri protagonisti si sono svolte proprio come le ha raccontate Jakoh? Oppure, off the record, c'è una vicenda completamente diversa? Chissà...
(...comunque, diciamola tutta: Raoh ha la straordinaria capacità di far innamorare di sé tutte le donne che incontra, o quasi. E anche gli uomini lo trovano molto, molto carismatico, se diamo retta a Ryuga. XD )
Ve lo dico in anticipo, questa probabilmente rimarrà una one-shot, perché la trama ce l'ho in mente (e spiegherebbe perché abbiamo uno come Jakoh che lavora per i "buoni"...), ma mi manca la pazienza di scriverla. E comunque, alla fine, non si discosterebbe troppo dalla storia di Suicide Squad, quindi sarebbe una scopiazzatura.
Diciamo che questo brano era più per spiegare cosa fanno nella vita i personaggi del mio universo 3D, così da rendere un po' più comprensibili alcune mie scelte. E' ambientato nel futuro, ovviamente, in quanto (al momento), nessuno dei personaggi che ho tra le mani è in carcere.


Ennesimo P.S.: FINALMENTE posso postare l'immagine della componente femminile della squadra. E' in piccolo, la versione migliore (insieme ai primi piani delle ragazze) li posterò nel topic apposito.
vlcsnap-00001

Edited by Pinhead's stalker - 12/23/2019, 10:16 AM
 
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