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Un diamante si giudica attraverso quattro caratteristiche che si combinano in molti modi. Peso in carati La parola carato ha origine come unità di peso naturale: è il seme dell'albero del carrubo. I diamanti erano tradizionalmente pesanti con questi semi, caratterizzati dall'avere tutti lo stesso peso, fino a che il sistema fu unificato e un carato fissato a 0.2 grammi. Un carato è diviso in 100 "punti" Purezza E' il termine usato per indicare fino a quale grado il diamante è privo di inclusioni, cioè tracce di carbonio non cristallizzato e altri cristalli. Esistono 4 principali sistemi di graduazione internazionali per classificare i diamanti: GIA, CIBJO, Scan D.N. e ISO. Colore La maggior parte dei diamanti è incolore, ma alcuni possono avere sfumature di colore. Taglio E' ciò che permette alla pietra di sprigionare la massima quantità di luce. Fu Marcel Tolkowski, nel 1919, a definire il moderno taglio a brillante nel numero delle faccette, nella loro disposizione e nei criteri angolari. Pur con alcune varianti, come il recente "Leo cut" che prevede 66 faccette invece di 58, il taglio di Tolkowski resta ancora un riferimento fondamentale. Il taglio brillante è il più conosciuto, ma esiste un ampia varietà di forme che va dalle più classiche, come la goccia e l'ovale, alle più fantasiose, come i tagli a fiore.
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