Mal d'Egitto

Tempio di Karnak

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Cleopatra79
view post Posted on 30/6/2006, 01:50




GLI ARCHEOLOGI DEI DUE PAESI LITIGANO PER I MONUMENTI DI KARNAK
Egitto e Francia ai ferri corti
scoppia la guerra per i faraoni

26/6/2006
di Domenico Quirico


PARIGI. Francia e Egitto sono, archeologicamente, sul piede di guerra. E come è buon uso nei conflitti la prima mossa è sempre radere al suolo, fragorosamente, i simboli del potere e dell'«invasione» nemica. E' quello che annuncia e si appresta a fare Ali Radwan, uno dei più noti archeologi egiziani, ex preside della facoltà del Cairo, presidente dell'ordine degli archeologi arabi. Per gettare il guanto di sfida è stato scelto un luogo avvolto di suggestioni e di emblemi: Karnak e il sacrario di Amon, un chilometro di tempio, di pietre, di colonne, di bassorilievi, di obelischi, di sacrari, di gradinate, di laghi sacri. Radwan ha annunciato ai colleghi francesi che verrà rasa al suolo la storica, secolare casa dell'egittologo loro compatriota Georges Legrain. Struttura che non fa parte solo della biografia di uno dei pionieri della egittologia, ma ospita tuttora il centro di ricerche franco-egiziano. La ragione di questo brutale sventramento? Si vuole liberare la vasta spianata, seicento metri per trecento, davanti al tempio per favorire il trabondante afflusso turistico.

Il dubbio che la ristrutturazione sia una semplice scusa nasce dalle dichiarazioni accigliate, scandite da «terzomondismo» archeologico, dell'illustre egittologo. «Il tempio di Amon è un territorio egiziano che è sovrano, e siamo noi che decidiamo quello che va bene per la nazione». E ancora: la presenza francese a Luxor non deve trasformarsi «in una città del Vaticano nel centro di Roma». Le relazioni archeologiche tra Francia ed Egitto, dice Radwan, occorre si svolgano «su un piede di parità: abbiamo bisogno di questo spazio per far fronte al turismo di massa». Quindi sgombrate.

La casa di Georges Legrain ha un valore fortemente simbolico: perché la storia archeologica di Karnak e delle sue immense pagine di graffito ha come sottofondo la Marsigliese. Dopo Auguste Mariette, che ebbe il merito di puntare i riflettori sul cuore religioso della antica Tebe dei faroni, Legrain, che ha inventato nel 1858 il servizio delle Antichità dell'Egitto, fu primo direttore dei lavori, dal 1895 al 1917. Le pale dei suoi fellah riportarono alla luce i due assi principali dell'immenso tempio dove ancor oggi si avanza balbettando nel mare di pietre; e quindicimila oggetti, tra cui ottocento statue, che sono oggi esposti al museo del Cairo.

Bizze, intemperie e ripicche tra i due Paesi non sono però al primo capitolo. La polemica sul colonialismo archeologico è divampata, ad esempio, nel 2004 con la vicenda della camera segreta. Scambio di randellate tra due giganti, Nicolas Grimal, egittologo del Collège de France, e Zahi Hawass, segretario del consiglio superiore delle antichità del Cairo. Hawass ha considerato inaccettabile la richiesta di un noto egittologo dilettante francese, Giles Dormion: voleva svolgere ricerche nella piramide di Cheope per provare l'esistenza di una camera segreta del faraone, che sarebbe ancora intatta con i suoi tesori. Teoria suggestiva e discussa ma non da Grimal. «Siamo noi egiziani i guardiani della piramide - incalzò Hawass - cosa direbbero a Parigi se dei dilettanti egiziani chiedessero di fare scavi dentro Notre Dame per cercare le prove di una loro teoria?». Fu un rude colpo anche la replica di Grimal, secondo cui Hawass cerca solo di vietare agli altri quello che in realtà sogna di scoprire lui.

E se la spiegazione di tutto fosse in realtà al Louvre? Lo zodiaco di Dendera è uno dei gioielli più famosi delle collezioni egiziane del museo. E' una conturbante «istantanea del cielo» che si trovava nel tempio della dea Athor, trasposizione su pietra della concezione egiziana secondo cui l'anima degli dei risiede nelle stelle e la loro energia dunque guida il cammino degli uomini verso il cielo, la loro vera patria. E' uno dei capolavori di cui l'Egitto rivendica la restituzione. Dal Louvre a Karnak: come è grande la guerra dell'egittologia.

Fonte: http://www.lastampa.it/

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falak
view post Posted on 22/12/2007, 18:05




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Tempio di Amon




I misteri di Karnak

di Isabella Berardi




Chi l’ha detto che l’ingegneria è una scienza moderna? A ulteriore riprova delle abilità costruttive degli antichi, c’è una nuova scoperta archeologica che interessa l’Egitto e in particolare il tempio di Amon a Karnak.
Risale a qualche giorno fa, il ritrovamento degli antichi bagni cerimoniali del tempio, dell’entrata privata del faraone e dei ruderi di un enorme muro costruito più o meno 3000 anni fa, per difendere l’intera struttura dalle piene del Nilo.
Più qualche migliaio di monete di bronzo, la cui scoperta è passata sotto tono visto il tenore delle altre cose rinvenute, che condurranno gli archeologi, e in primis Mansour Boraik, supervisore generale per il sito archeologico di Luxor, a ridisegnare interamente la mappa del tempio di Karnak.
Infatti, oggi il Nilo scorre a circa 200 metri dal tempio, ma anticamente era probabilmente molto più vicino alla struttura. Talmente vicino da costringere gli ingegneri egiziani a edificare un enorme muro per proteggere l’edificio dalle annuali piene del fiume.
Gli archeologi sono giunti a questa conclusione dopo i ritrovamenti di questi giorni, che sono avvenuti nel corso di alcuni lavori di routine alla facciata del tempio.
Ma quali sono le dimensioni di questa antica infrastruttura? I resti rinvenuti misurano sette metri di lunghezza per 2,5 di altezza, ma secondo il celeberrimo Zahi Hawass potevano essere notevolmente più grandi. Secondo il parere dell’illustre archeologo, questo è il più grande muro di protezione mai ritrovato in Egitto.
Il tempio di Amon, il dio nascosto antropomorfo, caratterizzato da una tiara con due piume di falco, fu il fulcro dell’attività religiosa e politica tra il 1580 e il 1085 a.c., durante il cosiddetto Nuovo Regno.
La sua pianta è estremamente complessa ed è ancora oggi al vaglio degli scienziati, anche a causa della presenza di numerose costruzioni appartenenti ad epoche diverse che ne rendevano difficile la lettura già ai tempi di Erodoto e Strabone.
Nel periodo più importante, il tempio si caratterizzava per la successione di cortili, colonnati e sale ipostile, cioè sostenute da colonne, che decrescevano man mano che ci si avvicina al luogo riservato ai sacerdoti e ai misteriosi riti in onore del dio.
Legate al culto di Amon, la divinità che i faraoni avevano ringraziato dopo le campagne vittoriose in Siria e Mesopotamia, sono anche le statue con corpo di leone e testa d’ariete che si ritrovano un po’ dovunque nella struttura.
Esse sarebbero il simbolo della stessa divinità, sintesi di Ra e di Harmakhis, gli antichissimi dei solari del Delta del Nilo.

giovedì 20 dicembre 2007

ilreporter

Edited by falak - 2/9/2008, 20:52
 
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falak
view post Posted on 2/9/2008, 19:03




mappa Tempio

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Edited by Minea 313 - 14/12/2010, 22:49
 
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Minea 313
view post Posted on 14/12/2010, 22:46




In digitale, l'evoluzione del Tempio di Karnak attraverso le diverse dinastie:


 
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RobertaRex
view post Posted on 6/1/2011, 17:41




Karnak, la prima tappa della nostra crociera

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4 replies since 30/6/2006, 01:50   6323 views
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