Visioni panafricane e panarabe al Festival del CairoCairo International Film Festival (18-28 novembre 2008)di Maria ColettiInizia oggi nella capitale egiziana la 32. edizione del Cairo International Film Festival, il festival di cinema più antico del Medio Oriente, che ha stimolato il proliferare di altri appuntamenti cinematografici in quest’area e che ha come obiettivo principale la promozione della produzione cinematografica proveniente dall’Egitto, dall’Africa e da tutto il mondo arabo. Per la sua rilevanza internazionale, il Festival del Cairo si pone inoltre come ponte ideale tra Oriente ed Occidente, tra Europa, Africa e Medio Oriente, nella consapevolezza che la Settima Arte è lo strumento ideale per la conoscenza e lo scambio tra le differenti culture. Il ricchissimo cartellone dell’edizione 2008 conta quattro sezioni competitive principali (Concorso Internazionale Lungometraggi, Concorso Internazionale Digitale, Concorso Miglior film arabo, Concorso Miglior film dell’Africa subsahariana) e poi alcune sezioni parallele ed omaggi.
Nel Concorso Internazionale Lungometraggi, troviamo un solo film africano: The Day We Met del regista egiziano Ismail Murad, un dramma melanconico sull’amore e sulla vecchiaia. Il premio ufficiale della sezione sarà attribuito da una giuria internazionale composta anche da quattro membri africani: il regista marocchino Jillali Ferhati, il regista ciadiano Mahamat-Saleh Haroun, la regista egiziana Sandra Nasha’at e l’attore egiziano Hesham Selim. Diverse personalità di punta del cinema arabo e africano anche nella giuria ufficiale del Concorso per il Miglior film arabo: accanto al regista marocchino Ahmed El Maanouni (Presidente), troviamo infatti due registe – la tunisina Moufida Tlatli e l’egiziana Hala Khalil – e il direttore della fotografia egiziano Samir Farag. Numerosi sono i titoli interessanti nella sezione araba del festival: da segnalare innanzitutto tre film che sono già stati apprezzati in altri festival internazionali, come gli algerini Dernier maquis di Rabah Ameur Zaimeche e Mascarades di Lyes Salem e il tunisino L’Accident di Rachid Ferchiou. E poi ben tre film egiziani: Basra di Ahmed Rachwan, Fawzeya’s secret recipe di Magdi Ahmed Ali e Swimming Bolteya di Ali Rageb.
Il Festival del Cairo è aperto anche alle nuove tecnologie ed alle nuove tendenze del cinema del futuro, un’altra sezione ufficiale è infatti il Concorso Digitale, nel quale, non a caso, troviamo una maggioranza di film dall’Africa: The Story of the Virgin Butterfly di Walid Aouni (Egitto), Seasons of Life di Charles Shimou Joya (Malawi), Changing Faces di Faruk Afolabi Lasaki (Nigeria) e Zimbabwe di Daniel James Roodt (Sudafrica). La giuria internazionale che assegnerà i premi previsti per i lungometraggi realizzati in digitale è presieduta dal regista egiziano Abdel Aziz, affiancato, tra gli altri, anche dall’esuberante attrice ivoriana Naky Sy Savane.
La quarta sezione competitiva è infine riservata alla produzione cinematografica dell’Africa subsahariana. Una sezione un po’ scarna, in realtà, dal momento che in concorso sono in tutto cinque titoli: oltre ai tre film già selezionati nella sezione digitale, bisogna ricordare Il va pleuvoir sur Conakry di Cheick Fantamady Camara (Guinea) e Terra sonambula della portoghese Teresa Prata (Mozambico).
Come si è detto, accanto alle sezioni competitive principali il Festival del Cairo presenta un cartellone di tutto rispetto, pieno di sezioni parallele, proiezioni fuori concorso, omaggi a cinematografie e ad autori. Qui ci preme ricordare innanzitutto l’omaggio più che dovuto a Youssef Chahine, ricordato quest’anno nei maggiori festival internazionali e che in patria verrà ricordato con una scelta di tre film chiave della sua filmografia più recente: The Emigrant (1994), Al Massir/The Destiny (1997) e Heya Fawda/Le Chaos (2007). Segnaliamo inoltre due interessanti sezioni internazionali, aperte ai temi interculturali e all’Islam visto dagli altri: Human Rights Films e Islam In International Films. Se la Spagna è il paese omaggiato in questa edizione del festival, sono spagnoli anche i tre film di interesse panafricano e panarabo presentati in queste due sezioni: parliamo di 14 Kilometros di Gerardo Olivares, il film collettivo Invisibles e Return to Hansala di Chus Buitierrez.
18 Nov.2008Cinemafrica